Le vie minate del petrolio di Aldo Rizzo

Le vie minate del petrolio Con la crisi esplosa nell'istmo di Suez di nuovo in pericolo i rifornimenti energetici dell'Occidente Le vie minate del petrolio Sarebbero quattro i gruppi, finanziati dalla Siria e «tollerati» dall'Iran, che minacciano di paralizzare la navigazione fra il Mediterraneo ed il Mar Rosso • Dietro l'escalation delle mine la lotta per il potere degli «ayatollah» - La chiusura del passaggio avrebbe conseguenze incalcolabili per l'economia mondiale • In fermento l'intero scacchiere arabico, dal Sudan, all'Etiopia, ai due Yemen Secondo alcune fonti (i>er esemplo il ministro degli Esteri tedesco. Ocnschcr. reduce da Teheran) sembrava che il conflitto Iran-Iraq stesse per entrare In una lasc più .morbida-, per il fatto nuovo di una disponibilità. Iraniana a una qualche soluzione diplomatica I. Intanto passava di rinvio in rinvio la famosa, perche tante volte annunciata, offensiva generale contro l'Iraq, e sembrava caduta, o di molto attenuala, la minaccia degli ayatollah di chiudere lo Stretto di Hormuz. cruciale |>orta d'accesso al dolio detto Persico o Arabico. Ma ora la crisi e riesplosa sull'altro versante della penisola del petrolio, In quell'altro corso d'acqua nevralgico che va da Suez allo Stretto di Bah el Mandeb. collegando direttamente il Mediterraneo all'Oceano Indiano e. attraverso un tratto di esso, allo stesso Golfo Persico. Ora è 11 Mar Rosso nell'occhio del ciclone, a conferma del fatto che, congelata Irmixirancamente la crisi arabo-israeliana, e questa guerra Interistamica tra iraniani e Iracheni la vera, attuale e persistente minaccia agli equilibri internazionali. Per certi versi, il Mar Rosso è meno importante del (Solfo Persico. Attraverso lo Stretto di Hormuz passano le superpetroliere, che non possono Invece navigare II Canale di Suez. Dal grande terminale Iraniano di Kharg. che gli iracheni tengono costantemente sotto la minaccia dei • Super Elendard-, alimentando la controminacela degli Iraniani di chiudere Hormuz. come dal |Hirlo ix-troliiero saudita di Ras Tanura. prende direttamente la via dell'oceano il i ilornimenlo energetico di un Paese come il Olapixme (la cui economia dl|K'iide per due terzi dal greggio mediorientale). La chiusura del Golfo avrebbe subito ripercussioni di livello mondiale. Ma non e |>cr questo da sottovalutare, tutt'aitro. lo sbarramento di latto del Mar Rosso. si>ccie per i Paesi eu- roi>el. mediterranei e del Nord, per I quali la possibilità di raggiungere le fonti |H'trolifcrc senza la circumnavigazione dell'Africa, come al tempi della chiusura del Canale di Suez, fa aggio sull'Impiego di grandi unità da trasporlo. Quanto agli Slati Uniti, che ormai dipendono solo in piccola misura, circa il tre i>er cento, dal petrolio del Medio Oriente. 11 loro Interesse polii Ico e strategico alla libera circolazione nei mari, nell'ottica della più grande potenza d'Occidente, vale per il Mar Rosso non meno che l>er 11 Oollo Persico. Poi va detto che II Mar Rosso non e soltanto un'area di transito verso I grandi terminali del Oollo. A Yanbu, circa a meta della costa orientale, sbocca il grande oleodotto transarablco dell'Arabia Saudita, che parte da Ghawar. Ultimalo nel 1981, esso completa in direzione di Suez una rete petrolifera che ha gli altri due sbocchi cruciali a Ras Tanura e nella raffineria di Awall. Non solo, ma a Yanbu affluisce anche buona parie del greggio Iracheno, dopo che la grande pipeline di BagMad verso 11 Mediterraneo e siala bloccala dalla Siria. E proprio l'Arabia Saudita e l'Iraq sono, a lume di ragione, gli obiettivi immediati di chi ha dopo-Hato le mine ne! Mar Rosso. Chi. esattamente? Ce stata la rivendicazione del gruppo terroristico - Al Jlhad al Islam! - (guerra santa Islamica), secondo il quale sarebbero ben 190 le mine disperse nel Mar Rosso, un'insidia tale da bloccare l'intero traffico mercantile. A quanto IHirc. I servizi segreti occidentali e soprattutto americani non escludono rcsjKinsabilità più alle, che farebbero cai». In qualche modo, direttamente a Teheran. Il gruppo -Al Jihad-, se è esso l'autore di questa nuova escalation della guerra del petrolio, e \p stesso che. nell'ottobre scorso, lanciò gli assalti suicidi conlro 1 marines americani e 1 paracadutisti francesi della Forza multinazionale di pace a Beirut. Secondo gli esperti di queste case, non si tratta di un solo gruppo. ma di quattro (•Amai-, -Al Daawa-, -Al Amai al telami» e -Mujahiddln-). finanziati e armati anche dal siriani, e coordinati da un misterioso personaggio Iraniano. Un'IjKilesi abbastanza ragionevole e che essi non siano controllati e guidati, ma semmai tollerali, dal governo di Teheran, e che Invece trovino I loro punti di appoggio In settori particolari del regime degli ayatollah, anche nell'ambito di una lotta di potere, |>cr la successione a Khomelnl Questo spiegherebbe, fra l'altro, l'incrociar.,I d'Indizi contrastanti sulle reali Intenzioni di Teheran. Se anche non esistessero tutte queste tragiche complicazioni, Il Mar Rosso avrebbe comunque abbastanza elementi di tensione, nel suo quadro geo|x>llllco, per essere considerato un'arca potenzialmente esplosiva. Basta guardare la carta geografica. A Nord, la Penisola del Sinai, sul cui confini occhieggiano, oltre all'Eglllo. che ne e tornato In possesso, Israele e la Olordanla. La crisi arabo- Israeliana, dicevo, appare per ora congelata, dopo le sanguinose convulsioni libanesi; ina nessuno può dimenticare che la sua carica dirompine rimane intatta E gli stessi accordi israelo-eglzlani. che hanno riportato la pace nel Sinai, si sono falli precari, tra 1 Intransigenza dei governi di destra Israeliani e 11 rlaccoslamcnto dell'Egitto al .campo arabo-. Più giti, sul versante occidentale. 11 Sudan di Nlmelrl. in qualche modo alleato dell'America, ma conteni|)oraneamcnle animalo all'Interno da una febbre •Islamica-, di tipo quasi Iraniano. E. più giù ancora. I Etiopia rivoluzionarla e filosovietica di Menghlstu. Sul versante orientale, sotto Israele e la Olordanla. l'Immensa distesa dell'Arabia Saudita, bastione moderalo. Insieme potente e vulnerabile. E. solto l'Arabia Saudita. I due Yemen, uno del quali, quello del Sud. detto Repubblica democratica po]K>larc dello Yemen, e. come l'Etiopia, apertamente schierato con l'Urss. Come risultato, sono le stesse due supcri>otcnzo a lenteggiar. ! nel Mar Rosso. In quel cruciale passaggio tra Il Mediterraneo e I grandi mari dell'Asia. E per molli a • iietti sono I sovietici I favoriti, con le loro grosse basi a Massaua e a Aden: frutto delle scorribande nel Corno d'Africa negli Anni Settanta, mentre l'America soffriva la doppia sindrome autopunltiva del Watcrgate e del Vietnam. Del resto 11 Mar Rosso (cosi chiamalo per un tipo di alga) e da Ire millenni al centro della storia. Via di accesso all'Orlante per fenici, egizi ed ebrei, un faraone del settimo secolo avanti Cristo già pensò di unirlo al Mediterraneo, mediante un canale navigabile che raggiungesse il Nilo. L'opera fu completala dal suol successoli. Il vero canale, tagliando l'Istmo di Suez, ne fece, venticinque secoli dopo, 11 nodo del truffici orientali dell'Europa colonialista. Nel 1967. la terza guerra arabo-Israeliana provocò la chiusura di Suez. Incrementando la produzione di quelle superpetroliere per le quali diventava economica la circumnavigazione dell'Africa. Ora 11 Mar Rosso conosce, con le mine «Islamiche-, la sua prima crisi dopo la riapertura. Ma è. o può essere, una crisi grossa, se non la si -sminale 11 caso di dirlo) per tempo. Aldo Rizzo

Persone citate: Persico