Pellegrino nella Bagdad del '600

ino ino nella Bagdad del'600 PIETRO della Valle, detto «ii pellegrino; fu indubbiamente uomo di spiccata quanto singolare personalità. Un po' eccentrico, se si vuole. Nato a Roma, da nobile ed eminente famiglia, che annoverava, tra gli altri, un Andrea, cardinale, degno di onorevolissima memoria ma niente affatto meritevole degli altari. Pietro «si /ece pellegrino e acquistò fama di esploratore per amor di donna e per amor di gloriai. Invaghitosi, infatti, di una fanciulla di incantevole bellezza, «da lui esaltata nella sua illusione e bramata in moglie», costei, senza tanti complimenti, a lui preferì un altro. Mortificato dal tradimento patito, depresso, avvilito dalla sorte, lo sventurato respinse la tentazione di farla finita e si risolse di partire per scordare il proprio amore, cosi crudelmente beffato. ** Si mise in viaggio nel giugno del 1614. Lasciò Roma, raggiunse Venezia e da li cominciò il suo lungo peregrinare nelle terre d'Oriente. Dapprincipio, seguendo un classico, ancorché non frequente, itinerario turistico (Costantinopoli, Rodi, Alessandria, Il Cairo, Aleppo) e, quindi, varcando con decisione la soglia della vera avventura. Fu proprio ad Aleppo, mentre era accampato con la sua carovana all'ombra delle antiche mura Seleucidi, che intese parlare di una scducentissima caldea chiamata Maani, dall'impareggiabile bellezza. Nel malinconico viaggiatore si accese il cuore ancora lacerato dall'infedeltà dell'adorata fidanzata romana e, a furia di discorrere di quell'avvenente orientale, la voglia irresistibile di conoscerla. In prossimità di Bagdad, il convoglio si vede muovere incontro una pattuglia di cavalieri, guidati da un uomo superbo .dalla barba prolissa». E' Habidjan Oioerida, padre siriano della leggiadra. Più tardi, 'il pellegrino» conosce Maani, in tutta la sua splendida avvenenza. La fanciulla, cristiana battezzata, non ha l'obbligo di velarsi il volto e Pietro ne rimane letteralmente incantato. Si legarono da indissolubile vincolo, e, gagliardamente, insieme, affrontarono i disagi del viaggio, correndo persino pericoli inauditi in battaglie ingaggiate con lo scià Abbàs il Grande contro i turchi. Poi, la tenera Maani, inesorabilmente provata dalle fatiche e dagli stenti della guerra, si ammalò di febbre perniciosa. L'insidiosa malattia ebbe in breve tempo la meglio sulla giovane che spirò, infine, nel 1621, tra le braccia del disgraziato marito. Erano trascorsi meno di cinque anni dal giorno del matrimonio. Alcune donne di Mina el Ahmadi si incaricarono di rendere incorruttibili le spgolie della sventurata (*il corpo fu condito di canfora») e, cosi imbalsamate, 'il pellegrino» Pietro se le portò appresso, per tutto un lustro, fino a che non fece ritorno in patria. Arrivò a Roma il 28 marzo 1626 e subito dispose che venisse data, finalmente, degna sepoltura alla salma amata, nella cappella di famiglia all'Ara Coeli. *» * Di questa vicenda assai curiosa, e dei suoi celebrati Viaggi, Pietro della Valle ha lasciato testimonianza in una monumentale relazione pubblicata parte prima è parte dopo la sua morte, avvenuta nel 1652. Portava un titolo chilometrico, di cui facciamo grazia al lettore. L'opera non è facile da trovarsi nella sua integralità (un'edizione principe, a cura del Poligrafico dello Stato, è ferma dal 1972 al solo primo volume). Caldini di Firenze (via Tornabuonl 89-91 ir) ce ne propone una pregevole copia in francese, stampata a Parigi nel 1663-64 da Clouzier, in 4 volumi in-4°, con una bella legatura coeva, a lire 950.000. Chi volesse, invece, spender poco, può contentarsi di un'economica antologia di tali Viaggi, pubblicata da Sansoni, Firenze 1942, e offerta da Michelotti di Montecatini Terme (corso Roma 18) a lire 16.000. Rolando J

Persone citate: Ahmadi, Aleppo, Caldini, Michelotti, Pietro Della Valle, Rodi