Thomas uno scrittore diviso tra amori crudeli il sesso e la poesia

Intervista all'autore di «Albergo bianco» e «Ararat» Intervista all'autore di «Albergo bianco» e «Ararat» Thomas, uno scrittore diviso tra amori crudeli: il sesso e la poesia LONDRA — D. M. Thomas, l'autore del fortunato e discusso romanzo «L'albergo bianco», 48 anni — Don, per gli amici — è un celtico dagli occhi marroni e dalle labbra pesanti: sembra un fiamrrtingo. Ha i capelli e la camicia grigia, portati — tanto i capelli che la camicia — in modo volutamente trasandato, come per dire, visualmente, che a lui, lo scrittore di campagna, non glie ne importa niente di Londra, dove si trova per 11 lancio del suo ultimo romanzo. Questa faccia scolpita in legno contrasta con le mani delicate, da virtuoso sii violino e con la voce pacata, dalle belle intonazioni e le pai-ole ricche, non ricercate ma appropriate: si sente che Thomas è un uomo di letteratura. Timido, un grande sorriso, pronto a ridere e con un buon senso dell'umorismo. Thomas nato in Cornovaglia da una modesta «/amiglia di classe operaia, gente locale, legata più con l'America che con l'Inghilterra, perché noi celtici emigravamo molto*, si è trovato catapultato prima ad Oxford e poi in Hereford, una bella contea del centro dell'Inghilterra. «Per ragioni di vita — dice — di lavoro, nel senso che quando insegnavo seguivo il mio mestiere. Poi sono arrivati i bambini. Non insegno più ma sono rimasto in campagna. Lavoro bene, meglio di chi è a Londra*. Non insegna più Thomas da quando 11 successo lo ha portato nel rarefatto firmamento degli scrittori ricchi e famosi; e non tra quelli che •fabbricano* best-sellers; Thomas è uno scrittore serio che non si sarebbe mai aspettato un successo con il suo romanzo «L'albergo bianco». «Del resto in Inghilterra era quasi passato inosservato. Aveva venduto cinquemila copie, aveva avuto buone critiche, ma niente di più*. La reazione americana — mezzo milione di copie vendute — aveva stimolato l'Inghilterra a dare una seconda occhiata al romanzo. Da allora ha venduto i diritti quasi in ogni paese del mondo ed è stato tradotto In quattordici lingue. •Il successo mi ha portato cose assai gradevoli come, per esempio, una certa indipendenza finanziaria, nel senso che non devo più insegnare o cercarmi lavoro di traduttore a pieno tempo*. Dalla copertina del romanzo «L'albergo bianco» Thomas, tiifatti, oltre a Insegnare, traduceva dal russo e scriveva poesie. Il russo, lo aveva imparato durante il servizio militare: «Ma risultò che sarei stato un pessimo interrogatore di spie del Kgb*. Per l'intellettuale celtico che non amava particolarmente la letteratura inglese (si sentiva invece vicino a quella celtica, Yates, Joyce ecc.) la conoscenza del russo e della letteratura russa fu una rivelazione. «Si, mi innamorai della lingua, della poesia, del modo di vedere le parole. Ma c'è stato anche un altro fattore diverso nella mia crescita, nell'educazione che mi ha portato lontano dal tipico modello di scrittore inglese. E cioè l'Australia*. Ci andò che aveva 14 anni e scoprì tutto quello che un adolescente dovrebbe scoprire. *Il primo amore — dice — la prima poesia, la prima mu¬ sica e il primo sesso. Detestai poi quel tempo che vi passai ». D. M. Thomas sembra dedicarsi a dei soggetti, in un certo senso, remoti: scrive di russi, sii ebrei, di armeni e non è né russo, né ebreo, né armeno. «Si, ma nelle mie poesie invece, parlo del mondo che mi è vicino. E anche in altri romanzi*. U primo «n suonatore di flauto» e «La pietra di nascita» non sono stati ancora tradotti in italiano. «Ma in quelli apparsi in Italia: "L'albergo bianco" e "Ararat", uso questi temi cosi distanti per poter meglio raccontare me stesso; lo diceva anche Yates: parlando di un mondo immaginario, si può mettere molto di se stessi, con più libertà*. Nei romanzi di Thomas prorompe uno strano malessere sessuale, a volte pensato dal punto di vista della donna — cosa rara per uno scrittore, per un uomo —. Il sesso è prepotentemente presente nella sua prosa, spesso In modo crudo o crudele, che ha molto disturbato ma anche affascinato e conquistato lettori. Quando lo si intervista a proposito, sembra essere sulle difensive, n sesso cosi generosamente usato è un mondo lontano nel quale può parlare di se stesso, può meglio dipanare la propria poetica? «/n un certo senso si, perché quando descrivo il sesso, ne sono anche lontano, nel senso che non uso espressioni esplicite e ravvicinate, diciamo volgari. Se però appaio sulle difensive quando ne parlo, questo non è altro che parte della mia educazione puritana britannica; bisogna invece che dica chiaramente che mi piace scriverne — in un certo modo anche perché è ormai l'unico elemento di rottura nel linguaggio — e mi piace farlo*. n romanzo «L'albergo bianco, parla di Lisa Erdman, cantante lirica di Odessa, mezza russa, mezza ebrea. Nata nel 1890, ballerina a Leningrado in un primo tempo, poi cantante a Vienna dove, nel 1919, diventa una paziente sii Sigmund Freud. Ritornerà in Russia per sposare il direttore dell'Opera di Kiev e per diventare una vittima dei nazisti nel massacro di Babi Yar. •Cosa è stato il successo di quel libro per me? Molte cose piacevoli come il poter viaggiare, incontrare più gente, molta gente interessante. C'è anche l'altra faccia del successo: una certa invidia, degli odii inspiegabili. E certa gente ti vuol vedere solo per la propria fama: quelli che collezionano le celebrità nei loro salotti*. Ma nella contea di Hereford si difende bene — quando non lavora, in campagna, legge ma non molti romanzi. Poesia nuova non la segue: «Continuo a leggere quella che mi piace*, e a tradurla e a scriverne. Per distrarsi guarda la televisione •robacce, e ascolto musica. Ho un gusto cattolico, mi piace quasi tutto, Sibelius e Mozart, Beethoven. La sera vedo degli amici*. n romanzo «Ararat., appena uscito in Italia, è il primo di una trilogia. Appena uscito in Inghilterra — e accolto molto bene — è «La rondine. U^eguito di «Ararat., che si svolge in Finlandia questa volta, in una specie di olimpiade del racconto — come in Boccaccio o Chaucer —: ognuno improvvisa una storia. La favorita è una bella ragazza italiana che parla per cinque ore, ma seguiamo anche le storie dei concorrenti russi e inglesi. Uno del personaggi inventati dalla ragazza italiana è Surkov il protagonista di «Ararat. e questo Surkov lo vediamo in America intervistare il Presidente, un ex attore dal riflessi lentissimi. Ed appare, in un labirinto di coppie, di simboli, di sesso, di fantasia, di poesia, che tutto il contesto di «Ararat. parrebbe il frutto dell'immaginazione della ragazza italiana. Dice Thomas: •Come mai unitaliana? Mi piace il temperamento, mi piace il Paese. Non lo conosco bene, ho visitato Roma, Venezia e Firenze, ne ho appena un "impressione *. Thomas usa 1 giudici che criticano la storia dell'italiana per vendicarsi del propri critici. Questi accusano la ragazza di essere «vuota, brillantemente vacua, non solo ossessionata dal sesso ma dalla pornografia delle D. M. Thomas atrocità, rozza e crudele*. Il fatto che il racconto della ragazza cambia direzione dimostra «l'incapacità di capire la narrativa...*. La poesia rimane il suo «primo amore» «e in un certo senso non mi piace quando la gente mi definisce un romanziere perché io non credo di scrivere romanzi. I miei sono come delle lunghe poesie. "Romanziere" sembra legare troppo precisamente a un modo di scrittura die non mi somiglia. Credo che io scrivo usando l'improvvisazione, come uno scrive una poesia, lasciando che un'immagine mi prenda: un'immagine, non un'idea. Mi piace spesso sorprendere me stesso nel constatare dove l'immagine mi ha portato. Non sono bravo nel creare i personaggi sviluppandoli un poco alla volta come fanno i veri romanzieri. Sono contento se ho un ritmo lirico che fila nel racconto. Se io fossi vissuto in un'epoca anteriore sarei diventato un poeta epico. Ma adesso non è possibile. Pasternak ci ha fatto vedere la forma di come usare un racconto-romanzo che in effetti è invece una lungapoesia*. Ma si può sempre inventare una nuova forma d'arte, e Thomas l'ha inventata •come ne/1'"Albergo bianco" dove c'è una sequela di stili diversi, dei salti che ti slanciano da uno stile all'altro. Suppongo che sia una invenzione. Quando comincio un romanzo, mi preoccupa più la forma che non la storia. Fino a quando non ho il senso della forma non sento la voce individuale. Gli inglesi sono naturalmente conservatori, una delle ragioni per le quali "L'albergo bianco" non ebbe, in un primo tempo, né successo né attenzione. E' una resistenza intellettuale che può essere positiva nel senso che corregge l'entusiasmo americano, ma può anche inibire Lavora in uno studiolo senza troppi stimoli visivi. «/ miei numi tutelari, una fotografia di Akhmatova, una statuetta di Puskhin, Leda e il cigno, in una immagine sensuale*. Non è molto visivo, dice. «Non vedo i dettagli. Ammiro degli autori che descrivono il colore della camicetta, che ricordano: io no*. Ha delle fantasie. Gli piacerebbe intervistare Margaret Thatcher: «Che mi interessa come individuo. Le domanderei se ha un amante e come è lei a letto. E' una donna sexy, certo più umana di Mr Heath.. Quali sono i suoi sogni? Le fantasie che certo avrà come abbiamo tutti? •Portare a cena delle belle, famose star, come Jackie Kennedy*. E dopo cena le porterebbe a letto? •Certo. Nella mia carriera vorrei avere a che fare anche con il cinema*. Gaia Servadio h.1 Dalla copertina del romanzo «Ararat»