Pier Lambicchi quel felice inventor della vernice

I personaggi di Giovanni Manca, scomparso a 95 anni I personaggi di Giovanni Manca, scomparso a 95 anni Pier Lambicchi, quel felice inventor della vernice E' morto a 95 anni, in una cllnica di Bergamo, Giovanni Manca, uno fra 1 maestri della caricatura italiana del Novecento. Abbiamo chiesto un profilo dell'artista a Paola l'allottino, docente di storia dell'illustrazione moderna all'Università di Bologna, autrice di numerose monografie c saggi su questi temi, curatrice della collana «Cento anni di Illustratori» per la Cappelli. , A LLA prima die mi fai i II 11cernia e tene vai». Con questi ottonari a rima baciata, destinati ad entrare stabilmente nel lessico familiare degli italiani, dal 1946 Giovannino Manca nel concludere settimana dopo settimana le surreali avventure di Tamarindo, del sor Cipolla e dell'enigmatico Marchese, sembrava contemporaneamente fare esplicita allusione alle incognite nazionali e alla precarietà dell'Immediato dopoguerra. Sempre sul Corriere dei piccoli, per il quale negli Anni Quaranta avrebbe svolto una attività di illustratore cosi intensa da connotarne la cifra iconografica, oltre a Macarletto c all'Identificabilissimo Don Gradasso Sbudellimi, il personaggio al quale Manca affida la sua maggiore popolarità è la clownesca e potente maschera del savant-fou: Pier Cloruro de' Lambicchi, del 1930. Ispirato al Professor Alambicchi di Attilio Mussino, apparso sulle stesse pagine nel 1911, Pier Lambicchi è l'inventore di quella prodigiosa «arclvernice» che animando le Immagini sulle quali viene spalmata, crea esilaranti equivoci che ribaltano l'ordine quotidiano per assurgere a metafora di un «es» incontenibile e scatenato, generatore delle più buffonesche e tragicomiche situazioni. Il suo ininterrotto successo continuerà negli Anni 50 e CO su /I monello e sul supplemento del Giorno ragazzi, fino a diventare materia per una raccolta in volume. Caricaturista acutamente sensibile all'oscillazione della moda e del gusto, dotato di un segno inconfondibile e irresistibilmente coinvolgente nella sua Immediata leggibilità, Giovanni Manca nasce a Cagliari il 23 maggio 1889 per trasferirsi a Torino nel 1905. Qui frequenta l'Accademia Albertina con uno borsa di studio ottenuta dal Municipio di Cagliari dove si era segnalato nella decorazione del Palazzo comunale. Del mondo della scapigliatura oxlliana, in bilico tra le romantiche «to- Discgni di Manca: Pier Lambicchi e, sotto, le ballerine dell'avanspettacolo (1934) lia erano diretti alla mia statura non troppo alta, i miei a quella di lui die gli faceva toccare con la testa le nu■ DoJe...«. Insieme infatti animeranno le famose serate al ristorante Molinari, allestiranno i veglioni della Stampa al Teatro Regio e daranno vita alla prima grande Esposizione Internazionale di Umorismo al Frlgldarlum di Rivoli nel 1911, crogiuolo della rivista Numero che vedrà la luce solo tre anni più tardi e che sarà destinata a rivelare 1 migliori talenti della caricatura Italiana. «Comporre un disegno d'attualità politica, trovare una battuta satirica, alterare il profilo di un ministro o di un deputato, erano le nostre preoccupazioni giornaliere e i temi delle nostre animate ma sempre cordiali discussioni». Siamo in pieno 1914, la satura vigilia di una guerra che avrebbe travolto l'Europa cancellando gli ultimi bagliori della Belle epoque alla quale Giovanni Manca aveva appena affidato le sue prime esperienze di autore teatrale, realizzando con l'attore Eugenio Testa. Isa Bluette, l'indimenticabile Milly e l'ancora sconosciuto lacarlo, le prime riviste teatrali al Trlr.non. Dislocato a Taranto, non farà più ritorno a Torino, per trasferirsi definitivamente a Milano dove nel 1923-24 viene chiamato al Guerin Meschino a sostenere la difficile eredità artistica di Aldo Mazza. E' un grande ri'anelo e in qualche modo il secondo debutto di Manca nella caricatura dopo la forzata parentesi bellica; le collaborazioni al periodici si moltiplicano, riprende l'attività a La lettura e a. La donna, lavora tra gli altri a Le tre Venezie, La Domenica del Corriere, Il balilla, Il Secolo XX, Comoedia, L'illustrazione del medico, Scena illustrata, Il milione, La Gazzetta del Popolo e negli Anni 50 è invitato dal grande coetaneo Guasta, che ne ricorda ancora le doti di sincerità e affettuosità, a prestare la sua collaborazione al Travaso. Cosi nel corso di un'esistenza durata quasi un secolo, attraverso lunghi anni di attività scanditi da migliala e migliala di vivacissime vignette che indagano con sorridente e umana partecipazione le piccole e le grandi miserie quotidiane della • gente comune», Giovanni Manca ha delineato la mappa degli umori e del tic nazionali, consegnando alla storia il prezioso documento iconografico di ottant'anni della nostra vita. te» e le prime dive cinematografiche, la matita di Manca registra puntualmente splendori e miserie, dalla serie delle Sartine al Valentino, alle donne eleganti, spigliate e modernissime dalle sottili labbra infuocate, che nella linea Bompard-Dudovlch diventeranno il modello per le «maschiette» e le proto-girls che furoreggiano sulle copertine dell'epoca. SI pensi per tutte alle illustrazioni che Manca disegna nel 1930 per Donne d'America di Arnaldo Fraccaroll. Attivo anche come cartellonista (Citroen 1920 e Pneustat 1921), la sua principale attività resta comunque legata alla caricatura con la quale aveva esordito sul Due di coppe, collaborando nel primo decennio del secolo a Torino ride, Ma chi è?, Pasquino, di cui diventerà direttore caricaturista quasi tuttofare nel 1919 invano nascondendosi sotto gli pseudonimi di Victor, KK o C.A.M. Nel 1914 le sue vignette appaiono sul raffinatissimo Numero di Golia, satirico fortemente emblematico di quel mondo che Gec, il compianto storico della caricatura Enrico Gianerl non esitava a definire: «Per un quarto ragazsoniano e gozzaniano, per un quarto pltlgrillico, per un quarto pastonchiano e gugllelmlnettico e per II resto... Golia*. Proprio ricordando l'antico sodalizio con l'amico Eugenio Colmo, Manca dirà molti anni più tardi: 'Golia trovava ogni tanto il pretesto per disegnare la mia caricatura alla quale io ribattevo schizzando la sua: un duello alla matita in cui i colpi di Go¬ pus per uno spettacolo (1981) Paola Pallottino STORIA/MEMORIA Testimonianze in prima persona