Dall'etichetta di Mina nuovi spazi per il jazz italiano

I francesi vendono bene all'estero I francesi vendono bene all'estero Dall'etichetta di Mina nuovi spazi per il jazz italiano LA Pdu è una casa discografica con sede a Lugano, nota nel mondo come l'«etichetta della Mina- perché pubblica in esclusiva t dischi della celebre cantante, e ciò le basta e le avanza per sopravvivere. Nella prima metà degli anni Settanta, tuttavia, la Pdu sconfinò improvvlsamen te nel settore del jazz con un'Iniziativa che poclie altre industrie avrebbero potuto permettersi. Nel volgere di un jiaio d'anni, l suol dirigenti Impostarono e pubblicarono una serie di dischi dedicati al nuovo jazz italiano, allora in fase di decollo, accolti dalla critica con recensioni laudative dettate chiaramente da un sentimento di riconoscenza e di ammirazione per l'importanza e la temerarietà dell'Impresa. E' sufficiente citare alcuni nomi e alcuni dischi per rendersene conto. Sotto l'insegna della Pdu fece il suo esordio discografico II trombettista Guido Mazzon, fondatore del Gruppo Contemporaneo e iniziatore, attorno al 1969, di un movimento jazzistico giovanile che avrebbe avuto un notevole rilievo nella successiva stagione della free music italiana, caratterizzata da pronunciate connotazioni politiche di sinistra. Anche il pianista Gaetano Ltguori, che aveva tenuto i suoi primi concerti assieme a Mazzon, da cui si era poi staccato distinguendosi per uno stile teso e violento — a differenza di Riapre una collana della Pdu PARIGI—Chi l'ha detto che il disco è in crisi? Non certo 1 francesi, i quali nell'83 hanno guadagnato 119 per cento in più rispetto all'anno precedente, come risulta dai dati forniti dalla Società degli autori ed editori musicali (Sacem) e dalla Società del diritti di riproduzione meccanica (Sdrm). In totale sono stati distribuiti 288,5 miliardi di lire In diritti. Sono in tutto 50 mila gli autori francesi e stranieri che hanno percepito «royaltles»: 15.785 hanno guadagnato meno di 800 mila lire; 4868 tra 800 mila e i 9 milioni; 481 tra 25 milioni e 60 milioni; 497 più di 60 milioni. Ma la novità è che la musica francese vende bene all'estero: le esportazioni hanno fruttato 38 miliardi di lire e la bilancia dei pagamenti è, come nell'82, in attivo. Quest'ultimo dato è sorprendente vista la scarsa presenza di nuovi artisti francesi sulla scena mondiale. E' probabile che Ravel, Solai, Fiat. Brel e Montami siano proprio intramontabili emblemi del pentagramma «gaulots». Ma anche In Francia la situazione non è cosi rosea come appare dal dati generali. In effetti si sono venduti meno dischi rispetto ali'82 (148 milioni di esemplari contro 150,4), sono diminuiti i concerti (7 mila in meno). Mazzon, Ironico e sottile — ebbe dall'etichetta svizzera un valido aluto per farsi conoscere a un pubblico più vasto. Lo stesso si può dire del pcrcusslontsta Andrea Centazeo, autore-esecutore di frontiera fra ti jazz e l'aiHinguardia europea, che ebbe modo di registrare e di proporre la sua musica all'attenzione degl'intenditori ancor prima del suo incontro-scontro con Giorgio Gasllnt, avvenuto nel 1974 e rimasto fon¬ damentale nella sua carriera. Si tratta, in tutto, di una diecina di long playlng at quali va aggiunto un album del saxofontsta Giannt Bedort «Dedicalo a Picasso», che rimane tuttora la sua opera più nobile e purtroppo Irripetibile, a causa delle numerose sovrapposizioni strumentali die ne impediscono l'esecuzione in concerto. «Dedicato a Picasso» costituisce uno degli esempi più fre¬ quenti di musica concepita e realizzala esclusivamente per II disco. Adesso, a dieci amit di distanza, la Pdu si è deetsa a. scendere in campo di nuovo. Per l prossimi mesi è annunciata un'antologia in due volumi che conterrà i pezzi migliori di quest'aurea serie, i cut album originari sono ormai introvabili. Verrà Inoltre posto in vendita un cofanetto di tre dischi intestato a Marttal Solai, per il quale saranno utilizzate interamente te incisioni fin qui effettuate dal grande pianista francese per l'industria di Lugano. Infine (ma il nuovo corso della Pdu non sembra destinato a fermarsi qui) non mancherà una produzione originale. Sarà finalmente trasferito tn studio di registrazione lo «storico» incontro fra il jazz e i millenari strumenti popolari di Sardegna, già avvenuto più volte negli ultimi due anni. Ne saranno interpreti il pluristrumenitsta Gianluigi Trovesi, ti contrabbassista Paolo Damiani, il batterista Gianni Cazzola e il maestro di «launeddas» ■ Luigi Lai. fay

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