Che bel pianeta se l'uomo non lo disturbasse

I segreti della natura: il libro di Attenborough e un documentario tv I segreti della natura: il libro di Attenborough e un documentario tv Che bel pianeta l' pse l'uomo non lo disturbasse DAVID Attenborough, lo zoologo inglese ormai familiare ai nostri telespettatori per la splendida serie di documentari della BBC «La Vita sulla Terra» andata in onda un paio df "volle sui nostri schermi, ricompare su Raiuno con una nuova serie televisiva •Il pianeta vivente» che si annuncia non meno affascinante della prima. La presenta come al solito con la sua parola limpida e pacata Piero Angela, il divulgatore principe della televisione italiana. Se la prima serie era un formidabile volo nel passato per ricostruire, In base agli organismi tuttora viventi, le tappe dell'evoluzione attraverso tre miliardi di anni, la storia della vita nel tempo insomma, quella attuale, frutto di nuove spedizioni dello zoologo ai quattro angoli della terra, potrebbe definirsi .la storia della vita nello spazio». Perché la macchina da presa è andata a frugare In tutti gli ambienti del pianeta, dal deserti Infuocati dei tropici alle desolate distese ghiacciate del poli, alla ricerca degli adattamenti escogitati dagli animali per inserirsi con successo in quei diversissimi habitat e ha indugiato sulla complessa delicata rete di rapporti che lega tra loro organismi animali e vegetali. Ne vlen fuori un panorama, un .ritratto della terra» come lo chiama l'autore, di grandissima suggestione che troviamo sintetizzato, sia pure con minor immediatezza del video, nel libro stilato da Attenborough In contemporanea con le riprese. Anche il libro è Intitolato n pianeta vivente e l'Istituto Geografico De Agostini ha provveduto a pubblicarlo tempestivamente, sull'onda dell'interesse che la nuova serie di documentari susciterà nel pubblico italiano (pp.320,L. 29.000). Qualunque ambiente del pianeta, terrestre o acquatico che sia. è stato colonizzato da specie animali e vegetali. Quelle che vi abitano oggi sono 11 risultato di una selezione naturale durata milioni di anni. Sono le superstiti di una lunga catena di generazioni sfrondata man mano degli individui inadatti, che ha visto l'affer¬ marsi di strutture e comportamenti mirabilmente adatti a sfruttare le risorse di quel particolare habitat. Oppure sono 11 risultato della colonizzazione recente di nuovi lembi di terra emersi dal mare per l'attività di vulcani sottomarini o per la lenta millenaria opera costruttrice dei minuscoli polipi corallari. In un caso come nell'altro, là dove fino a ieri si stendeva una superficie nuda e brulla, Incominciano a comparire dopo qualche tempo i primi semi trasportati dal vento o dagli uccelli e poco a poco la terra si ricopre di un manto vegetale sempre più lussureggiante In cui trovano ospitalità, cibo e rifugio animali di ogni genere. Espedienti e stratagemmi di tutti i tipi vengono messi in atto per riuscire a sopravvivere in ambienti in apparenza ostili alla vita. Nell'isola di Celebes un uccello megapodlde, un galliforme .dai grandi piedi» sfrutta 11 materiale vulcanico ancora tiepido per covarvi !e uova. La sua lingua è un sensibilissimo termometro capace di avvertire variazioni di temperatura dell'ordine di un decimo di grado e può cosi controllare efficacemente la sua magnifica incubatrice artificiale. Un altro uccello, uno pteroclide del deserti africani, procura l'acqua ai piccoli incapaci di volare, Immergendosi In fiumiciattoli o laghetti, anche a 30 o 40 chilometri dal nido, e dondolandosi a mollo per un buon quarto d'ora. Le sue penne ventrali assorbono l'acqua come spugne. Quando torna a casa, i piccoli gli si fanno intorno e si dissetano succhiando avidamente le penne imbevute d'acqua del genitore. Nel freddissimi mari australi, la foca di Weddel ha imparato a respirare le secche d'aria intrappolate sotto il ghiaccio o ad aprire col denti piccoli fori nei banchi di ghiaccio galleggianti. Certi insetti tenebrionidl dei deserti d'Africa sanno ■bere» la nebbia che giunge nottetempo dal mare. E quel grande cactus che è il saguaro alto fino a 15 metri succhia dal terreno sino a una tonnellata d'acqua in un sol giorno, approfittando dei so abita in California, a pochi passi da Jane Fonda, di cui è grande amico. Ma appena è a St-Tropez telefona. Faccio notare che, sebbene abbia quattro figli (maschi dalla Stroyberg e dalla Fonda, figlie dalla Deneuve e dalla Schneider) con la Bardot non ci sono stati bambini, cosi non resta nulla che li tenga legati. Si mette subito sulla difensiva, ■risponde con un filo di tristezza: «Non abbiamo avuto un figlio, ma per almeno quindici anni dopo 11 divorzio avevamo 1 film che facevamo insieme. E in tutto quel tempo un bambino sarebbe quasi diventato grande Vadim è una persona dolce, la sua prima preoccupazione, quando entra nella sua suite, al Waldorf Hotel, è di fare una lunga telefonata a Vania, il figlio di dieci anni. E' difficile non ricordare che tutte quelle donne famose lo abbandonarono: la Bardot, la Stroyberg e la Deneuve per altri uomini, la Fonda per la politica e la libertà. Una volta disse «Sono tutte cambiate appena diventate famose». violenti acquazzoni cui fa seguito un lunghissimo periodo di siccità. Sono solo alcune delle mille strategie di sopravvivenza messe in atto dagli animali e dai vegetali. Le vediamo nelle belle illustrazioni del volume, ma ancor più evidenti saranno al nostri occhi nelle prossime puntate televisive. Nell'armonico equilibrio biologico che si stabilisce col tempo tra gli organismi viventi di qualunque ambiente naturale, nella foresta come nella savana, nell'oceano come nelle acque dolci, lungo le coste o in mare aperto, c'è un solo elemento perturbatore-, l'uomo, l'unico essere che invece di adattare i suoi geni all'ambiente, come fanno tutti 1 viventi, adatta forzosamente l'ambiente ai propri geni. Ma, come dice Attenborough nella chiusa del libro, «per quanto ne sappiamo, il nostro pianeta è l'unico luogo di tutte le buie immensità dell'universo in cui esista la vita. Noi siamo soli nello spazio. E la continuazione della vita in futuro è ora '.ielle nostre mani*. I. Lattes Coif mann Bel Mooney Copyright «Tbe Timo» c per nuli* «L» Stampa»

Luoghi citati: Africa, California