Cartoline «video» dei nostri nonni di Guido Rampoldi

In una mostra a Terni si specchia un'epoca: arte, cronaca e bellezze ingiallite In una mostra a Terni si specchia un'epoca: arte, cronaca e bellezze ingiallite Cartoline, «video» dei nostri nonni duceva il 36% del fatturato nazionale delle cartoline illustrate. Esportò in tutto il mondo, e la mostra espone cartoline —foto di dignitari dt Pechino — con la didascalia bilingue, italiano e cinese. La sua è una incenda di sintesi difficili: tra la fede socialista e il ruolo d'imprenditore, tra l'arte e l'industria. Probabilmente fu il primo in Italia a credere nella cartolina come «oggetto estetico»; deve tradurre per la gente — scrisse — «le forme più elette dell'arte». ; La storia non gli ha dato ragione: .cartolinesco* è diventato un insulto per l'arte corriva. E' finita anche la Fabbrica delle cartoline, chiusa negli Anni Settanta dopo crisi ricorrenti, proprio mentre esplodeva la civiltà dcllimmagine; una parte delle maestranze stampa etichette per un'acqua minerale. Ma i cultori della cartolina .antica* difendono la nobiltà dei rettangoli diafani che nessun catalogo d'arte prende in considerazione. «L'Immarcescibile freschezza», per dirla con Ando Gilardi ncllintroduzione alla mostra, di un genere combattuto «con l'arma della noncuranza, della beffa, del disprezzo e del silenzio». TERNI — Su una vecchia cartolina l'uomo senza gambe sorride mesto dal calessino trainato da un cane addobbato a cavallo, e affida il messaggio per qualdie ricorrenza alla didascalia bianca sospesa in basso: «Felicitazioni e auguri dall'infelice Enrico Ciotti». Più in là lo sguardo maliardo di Luisa Fetida va a sbattere sulle rovine bianco-grigie di Messina terremotata, mentre Emani morente geme ■un «Elvira. Elvira addiosotto lo spartito di quelle note. Come le foto smaltate delle tombe, le cartoline patinate dal tempo della mostra sul Poligrafico Alterocca, allestita in una chiesa di Terni, ripopolano il vuoto di un mondo che non c'è più. Era l'Italia agli inizi del Novecento, raccontata dalle gazzette ma non ancora *vista* attraverso l'occhio della cinepresa. Aveva sete d'immagini. Voleva fotogrammi di' realtà. Ora che l'immagine' eccede e straripa, a nessuno verrebbe in mente di affidare alla cartolina i volti del parlamentari, come in una smembrata Navicella <postale; i deserti fumanti di polvere prodotti da un terremoto; le foto, non più esotiche, della delegazione ■ cinese in visita ufficiale. I rettangoli dieci per quindici sono diventati appena] l'occasione di un rituale' estivo, per dire null'altro die «Sono slato qua». Afa nella pallida fissità delle cartoline più datate c'è ancora la suggestione del primo mass-media, le forme ingenue e arcatelle di una comunicazione sociale. Si mandavano cartoline per regalare squarci d'attualità, anche o soprattutto la più cruda. Due corpi insanguinati ai piedi di soldati dalle divise in disordine: «La strage della famiglia Tavani Arquatl». Teste incolonnate sotto gli sbuffi del Vesuvio: «Abitanti abbandonano Boscotrecasc». Le cartoline portavano tra le mura domestiche informazione, ma anche arte. Dall'incontro con la lirica nacque il primo audiovisivo: «Sgualdrina, ora chi sci conosco, so il fondo del tuo cuor», declama il marito baffuto stringendo i pugni, e la moglie in ginocchio davanti al talamo lancia dalla fotografia uno sguardo implorante; in allo le note di Leoncavallo cadenzano la scenata. La cartolina s'incaricò anclie di rappresentare ruoli sociali. Per il Poligrafico Alterocca i più grandi fotografi dell'epoca, da Luxardo ad AUnari, nella serie degli «Studi artistici» catalogano la femminilità: dagli occhi cerchiati e ambigui di una bellezza vagamente discinta al sorriso sereno di una suora, attraverso una fidanzata assorta nel suo macerarsi d'amore cuna moglie die seni- Una cartolina con una scena della,«Bohème». che ti porto è si grande che ti vedo in ogni luogo e ti vorrei sempre per me». Poi arriva la guerra e la cartolina è arruolata perette esercita una funzione rassicurante. Tre avieri se la ridono f«W l'Aeronautica»^ davanti a un aereo pronto a decollare verso il nemico. Uno bionda salta fuori dalla carlinga con un mazzo di fiori per il pilota («Viva chi vola»/ Afa in altre cartoline si trepida: qua bra assai più contenta,' avendo la fede al dito. Più avanti comparirar.-' no le prime cartoline «per fidanzati*, inaugurando un genere che è resistito a lungo, e forse ancora soprawlve. E' l'iconografia del sogno piccolo-borghese. ■ Una casetta rosa-celeste che sembra disegnata per un sillabario; tei radiosa e benvestita che accarezza il dil'ano buono e sussurra per didascalia: «L'amore un balilla, là una moglie 'pregano la Madonna. Siamo a metà strada tra il santino e l'ex voto: spesso compare una suora, ad intermediare. Virgilio Alterocca, Il fondatore del Poligrafico, mori prima che la cartolina involgarisse per necessità di propaganda. Aveva comindato nel 1877, con scarsissimi mezzi; 36 anni dopo, insieme alla ditta Conti, die poi fu assorbita, pro¬ Guido Rampoldi

Persone citate: Alterocca, Ando Gilardi, Enrico Ciotti, Leoncavallo, Luxardo, Tavani Arquatl, Virgilio Alterocca

Luoghi citati: Italia, Messina, Pechino