L'avventura del K2 Gloria e polemiche

Il 31 luglio di trentanni fa Compagnoni e Lacedelli conquistarono la vetta della seconda montagna del mondo Il 31 luglio di trentanni fa Compagnoni e Lacedelli conquistarono la vetta della seconda montagna del mondo L'avventurai del K2 Gloria e polemiche Il 31 luglio di 30 anni fa Compagnoni, in vetta con Lacede lle terre del «Padron 'Ntoni» di Luigi Ve lli, pianta la piccozza con la band rga, dove si girò « iera italiana sul K 2 La terra trema» Alcuni momenti della cosiddetto «patto del notizie in Italia arrivav AOSTA — 'Hanno vinto! Da parecchi anni gli italiani non avevano avuto una notizia casi bella», scriveva treni' anni fa Dino Buzzati commentando la notizia della conquista del K2. La spedizione italiana al K2, capeggiata dal professor Ardito Desio, nacque all'Insegna di una polemica che si è trascinata nel tempo ma che ormai pareva dimenticata. «4 rinfocolarla è stato Walter Bonatti — dicono alcuni membri della spedizione che non vogliono rievocare episodi sgradevoli — nella sua recente comparsa in televisione». Oli uomini del K2 preferiscono ricordare i momenti lieti e quelli tristi culminati nella notte del 21 giugno 1954 con la morte di Mario Puchoz, la forte guida di Courmayeur. Nella relazione del medico della spedizione, il dottor Guido Pagani, si legge: «Maria Puchoz, safferente di faringo-laringite reumatica, è andato incontro nel corso di una notte di bufera in quota (m. 6950) ad un grave e diffuso episodio di broncopolmonite siderans, che ne ha provocato l'exitus nello svolgimento dì poche ore». Ha scritto il medico di aver Avvertito all'1,10 del 21 giugno 11 respiro di Puchoz «/arsi rantolante; è l'inizio della brevissima agonia; alle ore 1,12 Puchoz spira». I compagni l'hanno sepolto sul ghiaccialo del Bai tòro dove Ubaldo Rey, guida del Monte Bianco, lesse una commovente orazione scritta col cuore, mentre a mezza voce gli scalatori levavano il coro di «Ufontagnes valdotaines». Qualche anno dopo moriva, in un banale incidente, alla palestra di roccia di Courmayeur, il K2 Sergio Viotto. Le notizie sulla spedizione italiana al K2 giungevano allora con un certo ritardo in Italia, anche perché il professor Desio aveva concesso 1' esclusiva al Corriere della Sera, quotidiano che in .un servizio d'agenzia pubblicava il 37 giugno 1054 la notizia secondo la quale tutti i componenti la spedizione godevano buona salute; solo il successi¬ vm cercano eventuali spedizione non sono ancora stali chiariti - Il silenzio» - La morte di Mario Puchoz - Le avano in ritardo - L'esultanza dopo l'impresa a vo 6 luglio il Corriere d'Informazione pubblicava la notizia della morte di Mario Puchoz. Nel suo libro critico sulla spedizione al K2, Fulvio Campioni ha evidenziato come «nessun giornalista [avrebbe seguito da vicino le •fasi dell'impresa, e che «a diramare notizie, magari poco esatte ma attuali, ci pensavano per fortuna le agenzie '.straniere col loro dispacci». '. Era stato uno di questi dispacci a far accorrere nella notte, al primi d'agosto di trent'anni fa, 1 cronisti a Courmayeur. Una di queste notizie dava -:.er certa la conquista del K2 da parte di Ubaldo Rey. Chi scrive raggiunse con la prima corsa della funivia il Pavlllon du Mont Préty (stazione intermedia per U rifugio Torino) certo di portare di prima mano la notizia alla moglie della guida valdostana che lassù gestiva un alberghete. La signora mi accolse Incredula, ma esultò quando da Courmayeur giunsero lassù 1 rintocchi festosi deUe campane che il parroco, don Cirillo Perron, aveva sciolto in segnò di giubilo, mentre in un baleno alle finestre delle case veniva fatta sventolare, con il drappo rosso e nero del colori valdostani, la bandiera italiana. Si è poi saputo che effettivamente Ubaldo Rey era nella pattuglia avanzata. Il 2B luglio con Compagnoni, Lacedelli, Callotti ed Abram, stava dirigendosi oltre il campo 7 per impiantare l'ottavo, quando, dopo un centinaio di metri di salita, si fermò, Scrisse Camplotti: «Non ne può più. assolutamente. Sta moie, sta scontando certamente un'indigestione fatta al campo base prima di partire (aveva fatto una scorpacciata di, peperoni in scatola, n.d.r.). Per lui la bella avventura è finita. Peccato. Pròprio al momento buono, al momento di raccogliere H frutto dei suoi sforzi e dei rischi che aveva córso con Achille». Oggi Rey dice di aver scordato l'episodio e di essere tornato a mangiare di gusto i ne- pBafOpdRCa(nlvdavin responsabilità peroni. e a a , o o e . - i 5 n o o i i' a a e i a o . al a e o a a 1' el ee i: ua so ace eel ene vi ali el rri n¬ Si accenna alla presenza di : Bonatti al terzo campo, dove avverte un malore e -Rey si ferma ad assisterlo — ricorda Oamplotti —, gli prepara un po'di tè caldo, poi Bonatti ridiscende al secondo campa e Reti raggiunge Puchoz e Compagnoni che non hannoancora piazzato la tenda (quella del quarto campo, n,d.r.)». il 29 luglio Bonatti e Galloni giungono al campo ottavo con carichi ed una seconda tenda che piazzano vicino alla prima. Il giorno successivo Lacedelli e Compagnoni istallano a 8100 metri di quota il campo nono, mentre Bo- • natti e Oallottl scendono tra i campi settimo ed ottavo per prendere l respiratori rimasti a meta strada il giorno precedente. Viveri e materiali sono portati da Abram e dagli «hunza» Mehdi e Isach Kan. Al campo ottavo Oallottl si ferma, mentre Bonatti, con Mehdi ed Abram, porta i respiratori al campo superioreAbram è costretto a tornare indietro per un principio di congelamento ai piedi, mentre Bonatti e l'«hunza» proseguono la marcia fino alle nove di sera arrivando in vista della tenda del campo 9, cento metri di dislivello più in basso. Ed 0 qui che Bonatti scava una buca nella neve per passarvi la notte con Mehdi che «ogni tanto dà in smanie — scrive Oamplotti — come se il cervello gli desse di volta»; una notte all'aperto ad ottomila metri con 11 farneticante 'hunza'. Il glorino successivo Bonatti scende al campo ottavo, preceduto da Mehdi che dall'avventura esce con gravi congelamenti e sembra che per l'episodio Bonatti abbia subito un processo in Pakistan. il 31 luglio all'alba, comincia la grande avventura. Lacedelli e Compagnoni scendono a recuperare le bombole lasciate'doV Bonatti: restano' do quel punto 600 metri in santa, tutti sopra agii 8000 metri, i due avanzano, ma alle quattro e mezzo si accorgono che le bombole di ossigeno sono esaurite, ma non «mollano», continuando a salire, ed alle sei di sera sono a dieci metri dalla vetta, raggiungendola senza difficolta. E' il 31 luglio 1954. La notizia della vittoria giungerà In Italia con giorni di ritardo. Sulla via del ritorno Compagnoni, frettoloso di arrivare a! campo 4 dov'era 11 medico della spedizione che poteva forse salvargli le dita dal congelamento riportato sulla vetta, scivola sul terreno ghiacciato. Poteva essere la fine, ma dopo 200 metri il corpo del vincitore del K2 si arresta contro un blocco di neve soffice: Compagnoni esce indenne dall'incidente. Abbiamo detto che la spedizione è nata tra le polemiche, prima fra tutte l'esclusione di alcuni celebri alpinisti, come Riccardo Cassin. ora dichiarato inidoneo, ora idoneo, e che dopo la vittoria, con la signorilità propria della gente di montagna, scrisse: 'Anche se sano stato ingiustamente eliminato, sono veramente contenta della splendida vittoria del K2.. La polemica maggiore e riferita al cosiddetto «patto del silenzio, che i partecipanti alla spedizione hanno dovuto sottoscrivere, un patto disciplinare che avrebbe dovuto essere accettato pena l'esclusione dalla spedizione. In questo «patto» ogni alpinista s'impegnava a «prestore obbedienza incondizionata ed assoluta al capo spedizione., ad -astenersi dal pubblicare per conto proprio o comunque a rendere di pubblica ragione, a voce o per iscritto, notizie, appunti, dati, disegni, fotografie, cinematografie e slmili inerenti la spedizioni senza specifica autorizzazione scritta dal capo della spedizione., clausola valevole fino a tre anni dopo il termine della fine della spedizione. Il patto non sarebbe stato firmato dal professor Desio. Comunque siano andate le cose sembra Illogico rinfocolare oggi le polemiche, anche se alcuni membri della spedizione sono convinti vi siano ancora molte cose da chiarire, soprattutto dopo quanto Bonatti ha affermato alla televisione. Sono molti gli episodi che porrebbero rinfolocare la polémica, alcuni accaduti in Valle d'Aosta, «me — si dice — dopo trent'anni sarebbe il caso di dimenticare questi episodi negativi». i Giuseppe Lacca