Dieci anni col dissenso

La rivista «Kontinent» La rivista «Kontinent» Diecianni col dissenso Si stampa a Parigi gior parte dei letter Luglio '84: la rivista russa Kontinent è arrivata al suo quarantesimo numero e al suo decimo anno di vita. Il tutto, circa 16 mila pagine e centinaia di autori pubblicati (poeti, narratori, storici, filosofi, saggisti, giornalisti, memorialisti). Un bilancio di cui il fondatore e direttore, Vladimir Maksimov (romanzi maggiori: Il calice dell'ira. Sette giorni della creazione, L'arca dei non chiamati, pubblicati o di prossima pubblicazione in italiano presso Jaca Book) può essere orgoglioso. Rivista prevalentemente letteraria, 'Kontinent. dà ampio spazio alla saggistica storica e alla polemica politica, ai documenti, alla memorialistica; esce in lingua russa e la sua redazione è a Parigi, dove vive la maggior parte dei letterati emigrati dall'Urss negli Anni Settanta; arriva in Urss clandestinamente e le sue quotazioni al mercato nero del libro sono altissime. Grazie ad una fitta rete di abbonamenti la si legge in Israele e negli Usa, in Australia e in Europa Occidentale, La rivista è uno strumento indispensabile per chi vuole conoscere i principali indirizzi della letteratura russa contemporanea (non solo degli émigrés, ma anghe degli autori che, restando in Urss, non vogliono far ingiallire nei cassetti i loro manoscritti) e seguire direttamente le polemiche, spesso asperrime, che sorgono tra gli emigrati. Maksimov ha vinto la scg-, messa di dieci anni fa, quando apparve il primo numero della rivista (con firme prestigiose: Solzenicyn, Brodsklj, Sinjavskij, Sacharov); ha affrontato le critiche malevole e le diffidènze di tanta intellettualità occidentale, di sinistra e «Uberai», cosi restia a chiamare il sistema sovietico con i suoi nomi: totalitarismo e imperialismo. Ha conosciuto le divisioni che Ulcerano ogni corpo vivo, com'è' anche quello dell'emlgrazloone russa, assai diversa da come la descrivono certi sussiegosi commentatori occidentali (tra gli ultimi rimbrotti rivolti agli esuli russi, c'è quello di non essere stati capaci, in patria, di dar vita ad un movimento come quello di «SoHdarnosc.'.). Ha subito drammatiche rotture con collaboratori prestigiosi (come Sinjavskij) o il distacco di chi, come Solzenicyn, si è chiuso in un altero isolamento. Quando .Kontinent» nacque, esistevano già altre riviste letterarie dell'emigrazione russa: alcune godevano di particolare prestigio come 'Grani- (Francoforte) e «Novyj Zhurnal. (New York): grazie ad esse si erano conosciuti autori e testi degli Anni 50 e 60 proibiti in Urss (a cominciare da Shàlamov), Il loro orizzonte, tuttavia, restava esclusivamente russo. Con 'Kontinent. Maksimov ha tentato un'operazione nuova e audace: quella di col legare 11 dissenso sovietico a quello degli altri Paesi dell' Est (al polacco in particolare, soprattutto grazie all'infaticabile attività di traduttrice della poetessa e redattrice della rivista NataJJa Oorb'anevskaja) e ad un'area intellettuale dell'Europa Occlden .tale mostratasi direttamente interessata al dialogo con le vittime e i testimoni del tota.litarismo. Cosi, accanto a poesie (la sezione poetica è tra le più ricche della rivista), racconti romanzi, sa,ggi del maggiori autori in esilio (BrodsklJ Mak-simov, Nekrasov, Aksionov, Zinovev, Nekric), o straordinarie rivelazioni, come quella di alcuni capitoli di «Vita e destino», li grande romnnzo storico di Vasilij Grossman (apparso quest' anno in italiano presso Jaca Book), «Kontinent,. ha pub blicato scritti di autori poi a echi (Milosz, Premio Nobel per la Poesia, Kolakowski, Woro szilskl, Michnlk). jugoslavi (alias), cecoslovacchi (Pach man, Mlynar, Smrkovskl) ungheresi (Meral), romeni (Doma), cubani (Valladares) e anche contributi di eminenti personalità occidentali come Silone, Aron, Ionesco, Conquest, Glucksmann. Un ponte tra Est ed Ovest, dunque: un intero «continen t,N- spirituale e culturale che ^'riconosce nei valori della 11' ttertà e del diritti umani nella comune battaglia sia contro 11 totalitarismo, sia ' contro i cedimenti, le reticenze e le complicità di cui non sono stati avari, a favore di MpciirhrrenscnlustavcaleatimmmtrngninLvddcgccscctgvotg«nbcd i dove vive la itiag-l rati esuli dall'Urss Mosca e del suo blocco, tanti politici e intellettuali dell'Occidente: quelli che nelle sue irruenti polemiche Maksimov ha battezzato, alla Ionesco, i rinoceronti». Invitato a dare il suo parere sul decennale di 'Kontinent., il poeta BrodsklJ ha scritto: «Temo che "Kontinent" sia condannato ad un lungo futuro: fino a che esisterà il male politico, esisterà anche questa rivista. Sopravviverà a tutti noi e in ogni caso vivrà fino al nuovo millennio». Brodskij ha ragione; un augurio di lunga vita a -Kontinent» è il dovuto riconoscimento dei suol meriti storici; ma è anche la realistica ammissione che lunghi, forse troppo lunghi, spno i tempi necessari a vincere la battaglia che dieci anni fa «Kontinent» ha coraggiosamente iniziato. Piero Sinatti Ad Acitrezza, ne