«Non facciamo solo contravvenzioni, offriamo anche amicizia» di Mario Baudino

«Non facciamo solo contravvenzioni, offriamo anche amicizia» «Non facciamo solo contravvenzioni, offriamo anche amicizia» Sono 150 le addette di scarico - «Bisogn «Il mio numero di matricola è 645, lasciamo perdere 11 cognome perché tutti quanti abbiamo diritto a un po' 11 privacy, e poi, col lavoro eh*, faccio...». .'Ameno ti nome di battesimo. «Certo. MI chiamo Anna... Anna 645 non è morbosamente riservata e non è neppure und prigioniera di guerra (in tal caso reciterebbe nome, cognome e numero di i.vatricola, ma tacerebbe il reparto di appartenenza). Il reparto, anzi, lo dice subito: corpo dei Vigili urbani di Torino, sezione territoriale San SalvarioValcntlno. Grado: vigile di quartiere. E' appena tornata da 12 giorni di ferie, non ha il broncio da rientro, sorride e alla polizia urbana derebbe ingentilire la confessa apertamente: «SI, questo lavoro mi piace». Anna 645 è stata una delle prime sette che, 7 anni fa, hanno vinto il primo concorso per -civlch» in gonnella, calzato casdietto e gonna pantalone, e via per il traffico di Torino. Allora i colleghi le guardavano con simpatia un po' beffarda e giuravano che sarebbero finite in fila per uno nel primo ufficio libero. Ora sono 150 e fanno assolutamente gli stessi turni e gli stessi lavori del colleghi. Hanno imparato il tiro con la pistola e le arti marziali al corso di preparazione («Oddio, non mi sento proprio una cintura nera. Per fortuna non mi è mal capitato di do¬ el capoluogo piemont nostra divisa. A Fire vermi difendere»;. Si prendono il freddo d'inverno, il caldo d'estate, la pioggia e i gas di scarico negli ingorghi tutto V anno. Oggi la routine di Anna 645 è l'ufficio, un lavoro più di coordinamento die direttamente sul territorio, ma lei rimpiange un po' quando se ne stava in giro per tutto il turno (dalle 7 alle 14, o dalle 13 alle 20, o dalle 18,30 alle 0,30 o. infine, dalle 20 alle 8) e alla fine tornava a casa distrutta. «D'inverno con le ossa gelale, d'estate morta di caldo. E tutto quell'ossido di carbonio nel naso. In generale essere in mezzo al traffico è la cosa più pesante». Tonto da restringere persi¬ ese -1 tre motivi per cui nze sono elegantissime, no lo sjiazlo della vita privata? «Beh, non esageriamo. Una buona minestra, una bella doccia, e poi via, una è rimessa a nuovo. Ma 11 nostro lavoro non è solo traffico e multe. La nuova figura del vigile di quartiere, soprattutto, deve rispondere a una grande quantità di richieste». Per esempio? «Prendiamo questo periodo: abbiamo il parco del Valentino da pattugliare, le risse tra vicini, le proteste per 1 rumori, 1 lavori abusivi nelle case, persino 1 micini finiti chissà dove... E sapesse quanta gente telefona, giorno e notte, magari con problemi veri, magari per delle sciocchezze. Tutto questo dà una sensazione di uti¬ i ama il proprio lavoro, mentre a Roma sono lità. Il vigile capisce di essere un punto di riferimento per la gente. Gllel'ho detto. Non facciamo solo contravvenzioni..... Ma quando le fate, il fatto d'esser donne forse-non vi salva dalle maledizioni. «Guardi, lo con questo lavoro ho fatto tantissime amicizie. E anche con del contravvenuti». Certo, perché lei è simpatica ed ha un bel sorriso. Ma se fosse un collega scorbutico... «Io credo che non c'entri molto. La verità è che si finisce per rivedersi magari allo stesso incrocio, allo stesso bar, davanti allo stesso negozio. In fondo, una contravvenzione non è la fine del mondo». nonostante i disagi delle stagioni e i gas addirittura vestite dalle sorelle Fontana ro/ «Certo. Ecco perché faccio umlcizla». E la famosa divisa firmata da Cerrutti? Eccolo, il terzo guaio. Sema accorgercene, siamo finiti col dito nella piaga. La divisa non c'è. E' un sogno. Se n'è parlato sui giornali, ma non c'è. «A noi nessuno ha mai detto niente. Mal preso le misure. E pensi invece alle colleghe di Firenze, che sono elegantissime. O a quelle di Roma, vestite dalle soielle Fontana. Noi gonna pantalone e camminare. D'accordo, il tessuto è buono, la divisa è pratica. Ma ci vorrebbe poco a ingentilirla un po', a trasformarla in qualche cosa di più femminile». D'accordo, lei è innamorata del suo lavoro. Mi dica perché in tre parole. «Uno, perché mi sento viva. Due, perché nonostante tutti gli accidenti che ci tirano dietro, quel raro grazie mi fa tanto piacere. Tre, perché non è vero che slamo cosi maledetti». Tre aspetti negativi. «Le malattie professionali, a causa dell'inquinamento, quello è un problema serio. Oli altri, sarà vanità femminile, ma insomma vanno pure detti: il casco o 11 cappello tengono caldo, danno fastidio e fanno un po' cadere i capelli, anche se non è che slamo sempre costrette a portare uno del due in testa...». Sorride anche così, come ora, quando è sul lavo¬ Mario Baudino

Persone citate: Cerrutti, Sema

Luoghi citati: Firenze, Roma, Torino