La mafia americana è vedova deve scegliersi subito il « re » di Ennio Caretto

La morte di Raymond Patriarca apre il problema della successione La morte di Raymond Patriarca apre il problema della successione La mafia americana è vedova deve scegliersi subito Si « re » Scompare un «leadNostra» - Scalpitan DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — La morte di Raymond Patriarca, martedì scorso, in un ospedale di Providence, a Rhode Isìand, ha creato il più grave problema di successione della mafia americana dalla scomparsa del -capo dei capi» Carlo Gara bino una decina di aìini fa. Come Joseph Valachi testimoniò al Congresso, Patriarca era •■un pezzo da novanta» di Cosa Nostra dal '40. Controllava tutta la New England. ossia gli Stati a Nord di New York, il Connecticut, la stessa Rhode Isìand, il Mossaci: usctts, il Vermont e il Maine. A lui rispondeva persino Gennaro Angtulo, il «boss., di Boston. Patriarca faceva parte della ■ Commissione nazionale» della onorata società, insieme coi ìcaders delle altre quattro o cinque più potenti «famiglie» mafiose, a cominciare dagli credi di Gambino. Era un ■ saggio», anche se non esitava a regolare i conti con la pistola mitragliatrice. Riempire il vuoto lasciato da Raymond Patriarca, 76 anni, una lunga storia di malattia di cuore, non sarà facile per la mafia americana. Questo omino alto 1,60, che fumava a catena orrendi sigari, ed era stato arrestato 40 volte, scontando altresì un quinquennio di galera, possedeva la genialità dello stratega. Nato a Worcester nel Massachusetts, cresciuto col contrabbando di liquori 7iel proibizionismo, arricchitosi col gioco d'azzardo. Patriarca era il simbolo del potere di Cosa Nostra. Contava tra i suoi amtei i sindacalisti del ■fronte del porto» e i giudici della Corte Suprema del suo Stato. Si era messo in ospedale nell'Sl, per sfuggire all'incrimin azione per truffa (11 miliardi di dollari, quasi 20 mila miliardi di lire, non uno scherzo da bambini). Meglio di chiunque a.'tro. rappresentava la vecchia scuola della onorata società. Senza di lui, le file dei vecchi -pezzi da novanta», maturati a cavallo tra Al Capone, Lucky Luciano c Vito Genorese, si assottigliano pericolosamente. Paul Castellano, l'attuale boss della •famiglia Gambino», 68 anni — ancora un giovanotto — ésorfosorueglianea da sei mesi, dopo l'incriminazione per •■attività criminali» in seguito alle indagini su 25 omicidi mafiosi a Neu> York. Sono detenuti i settuagenari Joseph Bonanno, detto er» della vecchia scuolo i cinquantenni - L'as • Banana- per il monopolio del commercio di quel frutto al tempo della guerra. Santo Trafficante, il capo di Tampa, Carlos Marcello, il capo di New Orleans, Joseph Aluppa di Chicago e alcuni altri. A Siracusa, nello Stato di New York, Angelo Lonardi deve scontare 103 anni di detenzione, e a Cleveland, James Licasoli ne deve scontare 17. E' rcro che in prigione un -pezzo da novanta» contìnua a esercitare il potere. Ma la generazione conta. Dei vecchi, pochi usciranno vivi dalla cella. -Si spiega così — osserva Nicolas Cage, un esperto della mafia americana — perché i giovani fremano». «Giovani, qui, von è un termine anagrafico: Cage allude ai cinquantenni, come Carmine Persico, il boss della -famiglia» Colombo, newyorchese, altro detenuto, quasi alla fine della pena, o Nicodemo Scarfo, di Filadelfia, che si trova nella sua stessa situazione. Costoro, tagliati fuori dal comando per un decennio almeno, vogliono rimpiazzare subito i Patriarca e ì Bonanno, che hanno precluso loro la strada. Nutrono idee -rivoluzionarie», dall'aumento del traffico di droga attraverso le Hawai, sulla Il Tir bloccato la: 76 anni, arrestato 40 sse dell'eroina New York- rotta del Pacifico, e non più attraverso la Sicilia, sulla rotta dell'Atlantico, al riciclaggio dei denari -sporchi» non nelle banche svizzere ma nei film di Hollywood. I vecchi gli sembrano obsoleti, trogloditi rispetto a uomini di affari. La Cosa Nostra del 2000, da essi rispecchiata, si picca di essere mia multinazionale. Pensa ili termini di fatturato, non di onore. Si rende conto che il traffico di droga vale 100 miliardi di dollari ogni anno, pari a nomila miliardi di lire: che un film può fruttare il 200-300 per cento degli investimenti, se ha un buon successo: che un mafioso può divenire rispettabile se penetra a Wall Street. E' impaziente della gerarchia, delle, riserve psicologiche, dei legumi con la madrepatria, l'Italia. -L'ultima generazione — sostiene Cage — e irriconoscibile. Osserva la liturgia ma non ne capisce più il significalo». Esistono 24 -famiglie» mafiose negli Stati Uniti con 200Q. membri e 20 mila associati. La Gambino. la più forte, da sola ha oltre 200 -soldati» e oltre 1000 -amici»: ina su tutte soffia Il vcntodclla rivolta. Il Gotha di Cosa Nostra è a New York. Oltre alla -fami¬ venerdì al valico volte, era il simbolo del potere di «Cosa Palermo e l'alleanza con i mafiosi italiani glia- Gambino vi si contano quelle Genovese, Lucchese, Colombo e Bonanno. Ciascuna ha una storia romanzesca. La -famiglia- Genovese deve il suo nome al famigerato Don Vito, sulla cui vita sono stati pirati alcuni film, quella Colombo all'abile politicati te che negli Anni Settanta fondò la -Lega italo-americana dei diritti civili-, per proibire l'uso della parola mafia al cinema e alla tv. Ma ogni grande città americana ha la sua -famiglia-: a Kansas City c'è quella di Civella, a Milwaukee quella di Balestrieri, a Los Angeles quella di Dominick Brookller, uno dei pochi ebrei che sono riusciti a inserirsi nella -onorata società», come fece Mailer Lanski nella seconda guerra mondiale. Le loro dispute vengono risolte dalla -commissione nazionale- a cui apparteneva Patriarca. Uno dei motivi per cui la Nuova Mafia intende procurarsi una certa rispettabilità è la guerra implacabile mossale dal presidente Iicagan. Ncll'83, Il presidente ha formato una -Commissione sulla criminalità organizzata» affidandone la direzione al giudice Irving Kaufman, io stesso che una ventina di anni fa di Ventimiglia processò i capi della mafia sorpest al loro primo vertice nei Monti Appalacchiani. La commissione doinebbe svolgere lo stesso lavoro di quella de! senatore Estes Kefauvcr negli Anni Cinquanta. Kefauvcr. di fronte a cui testimoniò anche Joc Valachi. squarciò la rete di omertà che proteggeva Cosa Nostra. Il giudice Kaufman sta raccogliendo informazioni anche. dall'Italia: il suo obicttivo principale è sconfiggere l'asse dell'eroina New Yoik-Palcr-i mo, e quindi l'alleanza tra le mafie italiana e americana. All'attivo delle autorità americane vi e già negli Anni Settanta la distruzione della -French Connection», ossia la pista marsigliese, immortalata dal film -Il braccio violento della legge», premiato con l'Oscar. Ma l'impresa questa volta si presenta più difficile: la -Sicilian Connection» è più agguerrita, ha diramazioni nel Canada e nei Caraibì. e si allea quando ne lia bisogno con le altre mafie, quelle cubana c colombiana. La Dea, la Drugs Enforcemcni Administration. e la prestigiosa Fbi, la polizia federale, lamentano la rete di corruzione che le protegge. Sono stati corrotti giudici boliviani e agenti Usa, ufficiali delle forze, armate sudamericane e sceriffi del West. La corruzione, ha protestato il -New York Times», arriva fino a Washington. Le nuove generazioni mafiose studiano la loro strategia a tavolino, e si servono di personaggi insospettabili. Ogni volta che subiscono un -k.o.» alle loro importazioni in Florida o in California, olirono rotte altcrnatwc in Georgia o nel Te.ras. Destò clamore, l'anno scorso, la scoperta che Inonorata Società» si serviva della cosiddetta -banda delle nonne» per i suoi traffici. La banda era composta di signori o signore di mezza età capeggiati da una certa Barbara Muzin, di 44 anni, condannata poi a 25 anni di carcera.' -Nonna- Muzin aveva pagato quasi 700 mila dollari, 1 miliardo e 200 milioni di lire, a una guardia della finanza per stare al ripuro dalle indagini. Nellu mafia che cambia, i -corrieri' acquistano persino nomi diversi: è di moda parlare adesso di -muli», uomini e donne anziani, per bene — vi sono addirittura diplomatici — che si prestano una tantum a una pericolosa avventura. Ennio Caretto