Metto in valigia Sinatra, vino bianco e sogni

Un messaggio per i «forzati delle vacanze di massa» che si accingono a partire per il mare Un messaggio per i «forzati delle vacanze di massa» che si accingono a partire per il mare Metto in valigia Sinatra, vino bianco e sogni.,. Le vacanze. Il mare. Anche quest'anno le città sembreranno svuotarsi, disfarei nel cielo mortuario e silenzioso del pomeriggi lunghissimi; In realtà, rimarranno al loro posto, sentinelle metropolitane, I vecchi sempre più numerosi, I poveri sempre meno Identificabili, gli eccentrici sempre più convinti che una passeggiata al Valentino o una serata al caffo di piazza Navona siano esperienze squisite soltanto quando I loro concittadini con ci sono più. Ma gli altri, una massa umana di cui subito si occupano gli osservatori di costume, gli esperti di statistica, gli economisti, I sociologi, I piccoli maestri quotidiani della satira, gli altri vanno In vacanza tutti Insieme, e In massima parte scelgono II mare. Non Importa quale mare: può essere quello tradizionale ma riciclabile dalle mode di Rlmlnl o di Sanremo, quello più recentemente apprezzato della Sardegna e delle coste egee, o quello di Ibiza, un tempo paradiso degli hippies, oggi, ci Informano I depilante turistici, del pescatori subacquei. Nelle vacanze di massa, I luoghi si equivalgono, le emozioni sono precostltulte, gli scotti da pagare all'Idolo del divertimento a tutti I costi sono tanti. Le code, ad esemplo: una coda è una Illa geometrica a Londra, una fila a Parigi, un Informe ammasso di esseri umani vagamente allineati nelle località mediterranee: durante le vacanze, al fanno code per tutto, per un taxi, per un biglietto del treno, per uno scontrino al bar, per un posto al cinema all'aperto, per un tavolo In trattoria. Senza contare le code di automobili, striscianti come bave di lamiera per chilometri di strada. I prezzi salgono alle stelle — ma chissà perché si usa questa metafora Mandamento cosmologica per un argomento cosi terra terra —, gli arenili divengono sporchi, gli stabilimenti balneari sono sempre In procinto di essere chiusi per l'Inquinamento delle acque costiere, le passeggiate a mare si presentano chiassose o Intasate più che una via del centro di Roma a mezzogiorno. Ma si sa, ò tutto già messo In conto; credo In realtà che a molti le vacanze piacciano proprio cosi, esorbitanti e tumultuose, In mezzo a una calca dove non si ha tempo di pensare a se stessi, e dove In altra voo.o si riproducono I meccanismi della frenesia di lavoro e di consumo tipici della vita metropolitana. Come si disporranno I forzati delle vacanze di massa alla loro partenza per II mare? Eppure, vorrei rivolgermi proprio e loro, mentre preparo la valigia per II mio mare di quest'anno, che sarà quello domestico, divento asciutto e vieta, della Liguria, e poi forse quello antico di miti dell'Asia Minore. Che cosa mettere In valigia, dunque? Innanzitutto un libro: e non mi fiderei del best-seller, metterei II libro di viaggio di uno scrittore Inglese della fine del Settecento, Lorenzo Stem, sva¬ gato, delicato, pieno di humour, che pure piacque e spirili austeri o appassionati come Goethe e Foscolo; metterei In valigia un po' della sua Ironica e malinconica saggezza di viaggiatore «sentimentale», quando diceva che un sorriso aggiunge sempre un filo alla trama della nostra vita. Metterei In valigia un po' di solitudine: almeno una volta all' anno, occorre lasciarsi tutto alle spalle, parlare a lungo soltanto con se stessi. Poi metterei un po' di mitigata, serena passione per la vita, quella di cui spesso la città ci priva, spingendoci verso gli abissi della nevrosi e dell' apatia rabbiosa. Motterel In valigia Il senso dell'avventura: nessuno di noi potrà più ossero Ulisse, forse neppure Corto Maltese, ma tutti possiamo ancora credere che esista un mare dove cercare qualcosa di seducente e sconosciuto. Metterei anche la capacità di vedere: oggi, In una civiltà dominata dalle Immagini, abbiamo gli occhi sempre più Intorpiditi e passivi; allora, almeno qualche settimana all'anno, nel pieno sole, cerchiamo di aguzzarli, gli occhi, e di vedere le cose minute, come I grani di sabbio e I ciottoli, le alghe e le conchiglie, e le cose vaste, I' orizzonte e I promontori, le pinete e le mareggiate. Metterei In valigia l'immagine di un'onda, per potoria davvero riconoscere: la sua forma esatta è difficile da cogliere, se non 6 unghiata e lineare come nelle stampe del giapponesi. E ci metterei I fari di notte, I' Intermittenza ritmica con cui dal moli Inviano fasci di luce bianca, verde, rossa verso II mare aperto. La quiete della vacanza potrebbe aiutarci a compiere quest'opera di precisione sulla nostra anima: capire eln dove arrivano I suol segnali luminosi, per tentare di spingerli al largo, sempre più In là. Non sembri che proponga vacanze ascetiche; non è cosi, Istintivamente o In sospetto I predicatori di ascesi come I pro¬ feti di sventure. Quindi, metterei In valigia anche II vino bianco ghiacciato, la ratzlna e l'ouzo da bere In riva all'Egeo a notte fonda, le cassette delle canzoni an che più eciocche, purché ognu no sia padrone della propria sciocchezza, e non vittima di quella Imposta dalle mode ognuno di noi ha un suo revival chi è stato Innamorato precocemente vorrà sempre riascoltare le canzoni di quando aveva 13 anni; ostinatamente, metterò In valigia Ray Charles e Frank SI natra, sempre loro. Metterò cene, passeggiate notturne, or cilestrine, sguardi, Incontri di una notte, tutto ciò che ci restituisce Il senso di vittoria e di fragilità che c'è nel piacere di es sere vivi. Chiusa In valigia pos slamo partire. E' vero che poi si toma. Ma se la valigia è ben fatta, saremo apprezzati perché la nostra vacanza diventi un mo mento di Intensità dentro II gioco alterno e difficile delle nostre esistenze. Giuseppe Conte

Persone citate: Foscolo, Giuseppe Conte, Goethe, Lorenzo Stem, Ray Charles, Sinatra

Luoghi citati: Asia Minore, Ibiza, Liguria, Londra, Parigi, Roma, Sanremo, Sardegna