La «suffragetta» Billie Jean King e Martina la superdonna bionica

La «suffragetta» Bsllie Jean King e Martina, la superdonna bi&nka La «suffragetta» Bsllie Jean King e Martina, la superdonna bi&nka Una divina anche dall'Italia Lea Perìcoli, sottoveste rosa Billie Jean King (a sinistra) e Martina Navratilova: due pe con la connazionale Karen Hantze si aggiudicò il successo al danni delle australiane Margaret Smith e Jan Lehane. Era il 1961. L'anno successivo, sempre sul «centrale», opposta al primo turno alla campionessa uscente Margaret Smith, testa di serie numero 1, la battè In tre set. La sensazione fu enorme, era la prima volta che la favorita del torneo perdeva al primo turno nel singolare femminile, ma 1e King si fermò ai quarti, sconfitta da Ann Jones, e per arrivare al successo nel singolare dovette attendere 11 1966, quando superò In semifinale la Smith ed In finale la brasiliana Maria Ester Bueno, che 11 pubblico adorava. Nel 1967 Iniziò la sua crociata verso 11 professionismo e l'eguaglianza con 11 tennis maschile per quanto riguarda 1 premi. Furono lotte lunghe e faticose, che sostenne con la stessa determinazione profusa nell' arrivare al vertice del valori .'V* rsonaggi discussi ma certamente di spicco eccezionale nella storia recente del tennis femminile mondiali come glocatrice. Divenne una delle leader del movimento femminile americano, alcune sue affermazioni fecero scandalo: •Sono orgogliosa di dichiarare di avere deliberatamente abortito'. Cosi come fecero scandalo o addirittura finirono in tribunale delle storie con alcune sue «segretarie-amiche del cuore». Queste la graduatoria In dollari del premi vinti dalle giocatrlcl nel corso della loro carriera alla fine del 1983: 1) Navratllova 6.384.089 2) Evert 4.796.246 3) King 1.938.112 4) Austin 1.905.365 5) Turnbull 1.772.407 6) Wade 1.469.645 7) Goolagong 1.337.706 8) Jaeger 1.297.807 9) Casals 1.280.356 10) Shrlver 1.232,818 Una tennista da 6 milioni di dollari «Nel 1954 la Federtennls mi iscrisse per la prima volta al torneo di Wimbledon. Al Roland Oarros avevo conosciuto 11 famoso sarto Teddy Tlnllng. Un vecchio colonnello inglese in pensione divenuto il più noto sarto del tennis. Vestiva le più famose tenniste del mondo e mi offri di prepararmi alcuni costumi da gioco per Wimbledon. Per me fu un grande onore, perchè Tlnllng vestiva 6o!o le più grandi e le più belle. Quando arrivo in Inghilterra i fotografi mi seguono molto, Oloco il torneo di Bechenham ed escono 1 primi servizi sul giornali con titoli come " La Lollobrlglda del tennis". Era il momento di "Pane, amore e fantasie.". Avrei preferito parlassero del mio stile e del mio gioco. Quando viene 11 giorno di Wimbledon, Indosso un vestitino molto bellino, con una sottoveste rosa e le mutandine di pizzo. Scendo in campo e succede 11 putiferio. Ho una ventina di fotografi sdraiati sotto di me. Ogni mio movimento provoca una serie Infinita di click. Oloco contro Pepa De Rlba, campionessa spagnola. L'ho già battuta In finale a Bruxelles due settimane prima. Vinco 11 primo set 6-1, poi per quelle ragioni misteriose e spesso indecifrabili, che capitano a chi gioca a tennis, perdo l'incontro. MI rifugio negli spogliatoi In lacrime. Viene a salvarmi Harry Hopman, 11 coach della squadra australiana. Mi porta via con sè ed andiamo a cena con 1 suoi giocatori Hoad, Rosewall e Fraser». Chi parla è Lea Pericoli, venttset scudetti tricolori, diect di singolare, dieci di doppio femminile e set di doppio misto, oggi giornalista dt tennis e moda femminile oltre che presentatrice e commentatrice televisiva. Per lei Wimbledon è sempre II torneo più magico che esista. Ricorda ancora Lea di quel suo esordio a Wimbledon: «L' indomani dovevo giocare il doppio. Grande attesa per vedere la nuova creazione del mio sarto, ma lo nel frattempo sono andata da Fred il legata da amicizia con Nancy Liebermann, una delle migliori cestfste americane, la vede ora alle prese con 1 problemi della sua nuova compagna: ' una signora trentottenne, Judy Nelson, madre di due figli di 13 e 10 anni, che venerdì ha dovuto improvvisamente lasciare Wimbledon e Martina (che aveva accompagnato anche al Roland Oarros). per essere presente, a Forth Worth, Texas, all'udienza di divorzio chiesta da suo marito. '' Martina Navratilova ha vinto quattro volte 11 titolo di singolare -a Wimbledon, ma in occasione del suo primo sucoesso nel 1978, l'accesso alla finale le ha consentito di rivedere l genitori, che non vedeva più dal momento della richiesta di asilo politico.-Le autorità cecoslovacche avevano concesso al genitori 11 passaporto solo dietro Interessamento degli organizzatori del torneo. Potenza di Wimbledon. Martina Navratllova sembra avere continuato sulla strada intrapresa da Blllle Jean King. Cecoslovacca di Praga, stanca di dover versare una larga tangente delle vincite al ministero dello sport cecoslovacco, un giorno chiese asilo politico agli Stati Uniti. All'inizio era solo la scelta del consumismo capitalista: set di vallge Luis Vultton, ori e brillanti a profusione, la moda del grandi sarti. Ma anche una alimentazione sbagliata ed una vita sregolata che la portarono ad ingrassare e a fare la marcia del gambero nelle classifiche Poi, divenuta cittadina statunitense, la vicinanza di BUUe Jean King, l'incontro con 11 tennista-dentista transessuale Renée Rlchards, con un medico alimentarista, con un programmatore fornito di tanto di computer, ne hanno fatto la tennista bionica, la glocatrice imbattibile o quasi, a dispetto di una vita prl-, vaia che dopo averla vista Mi Lea Pericoli a Wimbledon ('59 e '74): fin dal debutto fece scalpore per 1 suoi completini poco austeri Perry, l'ex campione inglese che si è messo a vendere indumenti da gioco con la coronclna di lauro come simbolo ed il suo nome di plurlvlncltore a Wimbledon. MI faccio dare una maglietta ed un palo di pantaloncini. Scendo In campo con questa tenuta semplicissima. Teddy si infuria: e si indignerà al punto di non volermi più vestire per molti anni. Al giornalisti che mi interrogano spiego che non desidero quel tipo di pubblicità. Che voglio giocare seriamente a tennis. Intanto ricevo valanghe di inviti di tornei In giro per 11 mondo. Sono però un po' Infelice, perchè la mia notorietà è dovuta più al nuovo gonnellino che non alle mie capacità tennistiche». A Wimbledon Lea ha giocato, dopo quell'edizione del 1954, tantissime altre volte, sino al '74, ed ora può ricordare con orgoglio: «In tre occasioni sono riuscita ad entrare fra le prime sedici del tabellone. Ed una volta mi sono trovata in vantaggio per 4-3 nel terzo set nientemeno che contro BUlte Jean King: per una glocatrice definita, con la mia amica Silvana Lazzarlno, la regina del pallonetto, non credo poi che sia un brutto bilancio sull'erba di Wimbledon». Ma cosa è cambiato a Wimbledon negli ultimi anni? «Il fascino è rimasto immutato, l'ambiente è sempre favoloso anche se neUa prima setti-, mana spostarsi da un campo all'altro non è impresa facile, visto l'afflusso di spettatori. Quello che è cambiato è soprattutto l'atteggiamento del giocatori. Una volta c'erano maggiori stravaganze, più divertimento. Oggi tutte le giocatrlcl hanno goneUlne e magliette, oggi — dall'ingresso del professionismo — con 1 dollari sono arrivate anche le tragedie, nel tennis, Oggi è impensabile che per una glo¬ catrice si verifichi quello che a me è capitato in diverse occasioni. Rientravo in albergo e trovavo telegrammi ed Inviti in serie di ammiratori più o meno sconosciuti, fiori a profusione, tanto da tare sembrare la mia stanza d'albergo un vero e proprio giardino fiorito». Oggi Lea Pericoli è dinanzi al microfono di Telemontecarlo a commentare le partite dei campioni d'oggi a Wimbledon, ma sul campi inglesi si aggira, vestito estrosamente, inconfondibile per la sua statura (quasi due metri), il cranio rasato alla Yul Brinner, un brillante da diversi carati al lobo dell'orecchio, il settantacinquenne Teddy Tinllno, che negli ultimi anni, abbandonata la moda, è divenuto l'addetto ai rapporti fra direzione del torneo e glocaMcl. Pagina a cura di Rino Cacloppo