Di che sesso era Barbablù

Di che sesso era Barbablù METAMORFOSI DI UNA FIABA CHE VIENE DA LONTANO Di che sesso era Barbablù E' uno dei tanti misteri della favola dedicata da Perrault a questo mostro o diavolo, anzi a «La Barbe-Bleue», come suona .il titolo al femminile - lì colore della barba sembra indicare un travestimento - Forse nascondeva uno dei più celebri criminali di tutti i tempi: Gilles de Rais, compagno d'arme di Giovanna d'Arco - Ma poteva essere uno sventurato che... Se c'è una fiaba inquietante in Oontes de ma Mère 1' Oye di Perrault padre o fi-, glio 6 chi per esso è sene'al-\ 'tra quella dedicata a Bar< bablù mostro o diavolo. Ami a La Barbe-Bleue, come suo-! na ambiguamente il titolo della fiaba al femminile. L'I inquietudine, infatti, comincia, dall'ambiguità elei titolo. D'accordo, il titolo è spiegato subito: «C'era una volta un uomo che aveva case bel-! lisslme In città e In campa-' gna, vasellame d'oro e d'argento, suppellettili ricamate e berline tutte d'oro; ma, per sua disgrazia, quest'uomo aveva la barba blu il che lo rendeva cosi brutto e spaventoso che non c'era ragazza o sposa che, vedendolo,' non fuggisse per la paura..... . Ma perché in tutta la fiaba il colore assurdo della barba di quest'uomo è messo in evidenza quasi fosse un grottesco travestimento? Siamo sicuri del sesso di Barbablù? Ernesto Ferrerò, studioso d' anomalie ed eccentricità, in Gilles de Rais narra che, quando, sul finire del secolo scorso, l'abate Eugène Bossard s'insediò a Nantes per consultare direttamente i documenti e rtassàporare personalmente i luoghi deputati per il suo libro sul famigerato, maréchal de Franco, del 1400, dovette registrare che il ricordo di Gilles de Lavai, sire di Rais, campa-, gno d'arme di Giovanna d' Arco ed eroe nazionale alla presa d'Orléans, rivelatosi poi uno del più grandi etimi-] noli di tutti i tempi per aver ucciso o fatto uccidere, dopo averne abusato, centinaia di bambini e ragazzi, si confondeva con la suggestione di La Barbe-Bleue di Perrault padre, figlio o chi per esso, i «Non esiste madre o balla' che nelle sue fiabe abbia esitazioni sui luoghi abitati da' Barbablù: le rovine del castelli di Tlfiauges, Camp-; tocé, La Verrière, Machecoul, Ponile, Saint-Etiennede-Mermorte e di Ponzauges, tutti appartenuti a Gilles de Rais, sono Indicati come 1 luoghi In cui visse Barbablù...» scrisse Bossard, dopo avere interrogato i vecchi di quel posti e aver cercato inutilmente di contrapporre olle loro unanimi convinzioni la possibilità di una distinzione tra personaggio storico, sia pure smisuratamente fosco, e personaggio fiabesco, sia pure {oscamente smisurato. E questo, a dispetto del dato di fatto che il ■ Barbablù della storia risultava, al contrario del plurisposato Barbablù della fiaba, sposato un'unica volta. A dispetto o a conferma? A Bossard non restò che riprodarre, a parziale spiegazione della sovrapposizione anzi della fusione dei due. personaggi due testi di leggende bretoni già raccolti nel 1867 nel Grand Dlctlonnalre unlversel du XIX siede di Pierre Larousse. In uno di questi testi un vecchio viandante, capitato nel villaggio di Pléeur, vuol sapere da un gruppo di ragazze perché piangano tanto. E le interrogate rispondono che piangolo la gentile Gwcnnola uccisa dal vilaln Barbe-Bleue come già molte altre. Il vegliardo obietta che le concupite di Barbablù potrebbero pur fuggire. No, gli viene replicato, appartengono anima e corpo al sire di Rais. ; Ed ecco che il vegliardo, Infuriato, getta la maschera, è -Jean-Matestroit, vescagpzflL,; Nantes. Giura sul Dio vìvente ette farà perire CHIi matamortérE, infatti^ realtà, fu proprio colui che fece condannare Gilles all' impiccagione. Il secondo testo parla di Gilles che, ospitati nel suo .castello due viaggiatori, tali Odon e la di lui fidanzata Bianche, imprigiona il maschio e pretende di sposare la donna; Ma 'Bianche si trasforma in un diavolo e condanna il seduttore a non essere più Gilles, a essere Barbablù, il più orrendo degli uomini. Da allora il sire di Rais fu conosciuto solo come l'uomo dalla barba blu. . Perrault padre, figlio o chi per esso, lawrando tra il 1695 e il 1697 alla fiaba La Barbe-Bleue, forse ricordava Les Orandes Ohronlques di Alain Bouehard apparse a Nantps nel 1531. E poteva ricordare anclie raistolre de salnt QUdr.s facente parte di La Vie de s saints de Bretagli e di Albert le Grand. Ma è indubbio che si ispirò soprat-* tutto a fonti orali non anco-' ra raccolte c discusse. . , ; Apparentemente, dunque, restò-^fedele-al-folclore,' anzi con un rocco in più di passività; l'ostentata mancanza della sua elegante ironia. Ironia a cui è concesso di manifestarsi appena una volta in tutta la fiaba. E precisamente quando la figlia di una vicina dt casa dell'uomo dalla barba azzurra, invitata con la sorella (a scopo matrimoniale) dal temibile pretendente, stordita e lusingata a forza di festini e merende; balli, partite di caccia e di pesca, ostentazione di lusso e comodità, insonnie notturne per scherzare di più, cambia idea, e pensa che un matti-1 . monto con il plurivedovo potrebbe presentare qualche] vantaggio. «Insomma, tutto andò cosi bene che la minore delle soi relle cominciò a trovare che 11 padron di casa non aveva1 più la barba tanto blu, ed era, in fondo, una gran brava persona. Non appena fuI rono tornati in citta, il matrimonio fu concluso. In capo a un mese, Barbablù disse a sua .moglie che eracostretto a Intraprendere «ih viaggio di almeno sei settimane per un aTfare~Tnolto Importante, la pregava di stare allegra durante la sua ; assenza. Invitasse pure le sue amiche più care, le portasse in campagna, pensasse . sempre a spassarsela...». Appena un tocco in più d' ironia, eppure un'illuminazione sulla natura della protagonista e apparente vittima della fiaba. Se Perrault padre, figlio o chi per esso per il resto della fiaba rinuncia a trattare la sposa in pericolo con uguale malizia, è esclusivamente per astuzia di narratore che non intende turbare la drammaticità, V incalzare della narrazione. E, infatti, l'azione precipita voluttuosamente. Partendo in viaggioper quell'affare molto importante. Barbablù consegna alla fresca sposa tutte le chiavi di casa, anche la chiave, più piccola delle altre, dello stanzino in fondo al corridoio del pianoterra, ma le dice che non è chiave da usare, non è stanzino da aprire..Poi monta in carrozza, e ■ via 'ontano. Almeno •così pensa la fresca moglie \cTfe,"pur circondandosi di luna bella brigata, ed essendo invidiata da tutte le amiche, si arrovella per il desiderio di •sapere che mistero possa nascondersi nello stanzino proibito. ] Sospinta alfine dalla cu■riosità, la fresca sposa pene-1, tra dove non dovrebbe penetrare. Dapprima non vede 'niente, perché le finestre cono chiuse, ma a un certo punto comincia a vedere e a '■ tremare. Il pavimento è tutto coperto di sangue enei sangue si specchiano i corpi di numerose donne sgozzate e appese al muro. Ecco come e dove sono andate a finire le precedenti spose di Barbablù. La piccola chiave le sfugge di mano, cade, si macchia di sangue. Risulta sangue inde- ' Ubile e, oltre a far scoprire a Barbablù il tradimento della fresca sposa, costituirebbe secondo il grande specialista in psicologia infantile Bruno Bettelhetm l'unico elemento fiabesco della storta di Barbablù che per lui non è una, fiaba, ma un racconto crude-' g, Barbablù condanna la trà-i trice a morte. Le dà un, quarto d'ora per prepararsi al sacrificio e si allontana.La fresca sposa in angustie ptega 'la sorella maggiore inopinatamente ancora presente in casa di salire in cima alla torre. E qui la fio-' ba diventa veramente misteriosa. Il dialogo tra sorella in basso e sorella in alto è sor-, prendente. «Dimmi se i miei fratelli stanno arrivando»., «Non vedo altro che il sole, accecante e l'erba verdeggiante». «Non vedi niente?». «Vedo una grossa nuvola di polvere che si avvicina». Sono i miei fratelli?». «Due cavalieri che vengono da questa parte, ma sono ancora lontani. Dio sia lodato. Sono i miei fratelli.,... Nessuna delle due sorelle, dice i «nostri fratelli., ma V una e l'altra dicono i «miei». Parrebbero quasi un'unica sorella salita sulla torre che dialoga con se stessa, mentreBarbablù tempesta con tanto di coltellaccio in mano per procedere al sacrificio. Fra tutte le fiabe perraul-x itane questa ci lascia con. maggiori dubbi d'interpreta-«ione. Non a caso, il solertissimo Marc Soriano nel suo magistrale Les contes de Perrault nel riepilogo delle varie fiabe fornisce a Barbablù due classificazioni e due spiegazioni. Una classificazione con l'etichetta «pericoli dell'amore». In questa,' come Cappuccetto rosso figura la storia di «una bambina che senza diffidare ascolta 11 lupo, va a letto con lui e si fa sgranocchiare»,'Barbablù risulta la storia di «un folle sanguinario che si' diverte a provocarcela curiosità delie sue successive spose e uccide quelle che si lasciano tentare». Ma l'altra classificazione è .con l'etichetta «carriera di ' un eroe agli inizi handicap-' ' pato». E in questa come Pollicino risulte la storia dell' •ultimo più piccolo che diventa 11 primo a causa del, suo spirito e dei suol stivali». Barbablù figura la storia di «ima giovane che uccidendo 11 suo spregevole sposo con 1' aiuto della sorella, fa la fortuna della famiglia». Povero Barbablù! O povera Barbablù! Non sono affatto sicuro che non si tratti di una, storia di persecuzione e circonvenzione di un malcapitato diverso. Ma non insistiamo, per carità... Oreste del Buono ,i Siti ■ ' iteti liliWa^ <' | 1 ferrar:.-. i\ V- il: I- - li * Barbablù e la sua sposa visti da Gustave Dorè (da «I racconti delle fate», ed. Adelphi)

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