I giganti mangiano silicio di Ennio Caretto

I giganti mangiano silicio Sta cambiando il volto di Silicon Valley, «Mecca» dei computer; le multinazionali recuperano il tempo perduto I giganti mangiano silicio Le piccole fabbriche nate dall'entusiasmo di giovani scienziati-industriali sapevano tutto di microprocessori e ; nulla di organizzazione e marketing - «Colossi come la Ibm non capirono cinque anni fa il boom dei personal, ma ora ci stanno superando» - Chi vuole resistere al confronto si affida a manager cresciuti in altri settóri DAL NOSTRO INVIATO SAN FRANCISCO — Un nuovo tipo di dirigente sta emergendo nel caos creativo della Silicon Valley, la valle del silicio, cuore della superlndustria americana del i computer. E' 11 manager—ossia 11 presidente, l'amministratore delegato, 11 direttore generale — formatosi in altri settori o altre Imprese. Subentra agli scienziati e al tecnici, agli inventori e agli inge- , gnerl che hanno trascinato gli Stati Uniti alla conquista delle frontiere elettroniche. Il suo compito è ristrutturare le aziende, promuoverne e distribuirne 1 prodotti il suo , avvento segna l'ingresso della computeristica nella maturi' ta: finisce la fase dei pionieri e comincia quella delivorpanlsationman.. Ci spiega Sheldon Brelner, ' 11 fondatore della 6y ntelll gence, una ditta che, come dice 11 nome, studia l'Intelligenza artificiale, che <Silicon Valley non cerca più visionari, ma gestori.. .Accadde un secolo fa con (a rivoluzione industriale, e accade adesso con quella tecnologica. Fino ali 81 -'82, era il connubio ideecapitali di ventura a dominare il mercato, oggi * il connubio multinazionali-pubblicita. Il nostro simbolo non è più la Apple, che dal nulla creò il computer personale, ma l'Ibm, , il colono che a cavallo del 2000 eserciterà sull'economia americana la stessa influenza della General Motors nell'immediato dopoguerra'. La Valle del silicio, aggiunge Brelner, mha davanti a sè un periodo di assestamento, meno gratificante ed esplosivo, caratterizzato da fusioni e bancarotte tra le imprese, ma al termine del quale l'elettronica sottrarrà all'auto e al petrolio il trono dell'industria». D cambiamento è anche frutto della concorrenza degli altri due centri nazionali del computer, la famosa «carrozzabile 128» presso Boston, nota come ml'autostrada delle tecnologie» (lo dicono anche 1 cartelli) e 11 Texas, il mega Stato del futuro; nonché della concorrenza euroglappone se, che 6 tardiva ma si fa sentire soprattutto nel software, 1 programmi adattabili ai macchinari «mode in Usa* •Lungo la routc 128—osserva' Brelner — hanno sempre considerato la Silicon Valley Ufi-, gliol prodigo. Sentivano arri-, vare il crollo della Osborne, 80 milioni di dollari di debiti, della Victor Technologies, le sfortune della Atari, appena venduta dalla Warner Brothers, e via di seguito. Non erano nel torto: abbiamo pn> dotto troppd,' La crisi economica ci ha messo quasi «fc.o... La Ibm e 1 giapponesi ne hanno approfittato: la prima ha preso 1120' per cento della Intel e della Rolm e la Fujitsu 11 30 per cento della Amhdal. Simbolo del nuovo dirigente della Valle del silicio è John Sculley della Apple. A 45 anni, (un'età In cui in Italia un dirigente comincia appena ad affermarsi), Sculley 6 quasi 11 padre del geniali e disordinati giovanotti che hanno fondato! questa azienda. Ha una laurea in economia e proviene dalla Pepsl Cola: come riferisce la rivista Fortune, Steve Jote, 11 tpadrone» della Apple —29 anni, 200 milioni di dollari, 350 miliardi di lire di patrimonio personale — lo ha assoldato convincendolo che •potrà cambiare il mondo: Sculley ha preso le redini del¬ l'Impresa nell'US, quarto l'assedio dell'Ibm, ne minacciava la sopravvivenza, e in 12 mesi l'ha rivitalizzata. In un anno le vendite sono aumentate del 50 per cento: l'ultimo computer personale, il Mclntosh, reclamizzato con scene tratte da «1084», 11 romanzo di Orwell sul «Orando Fratello», ha sopperito egregiamente al fiaschi della Apple-3 e di Lisa. Sculley parla del proprio successo In termini didattici. «Afi ritengo un professore — dichiara. «La Apple sapeva tutto sul computers e poco sulla business adminlstratlon e il marketing. Le partecipa¬ zioni agli utili, le assunzioni, l'improvvisazione erano ec-' et s<ivc: questi otovani leoni — l'iosegue con affetto non rispondevano al telefonò, discutevano con sufficienza della Ibm, erano divisi da rivalità interne, non si preoccupavano della compatibilità dei proprii prodotti. Il mio e un lavoro di insegnamento». La superiorità dell'Ibm, sottolinea, non sta nella creatività ma nell'organizzazione: 'Mancò il boom del minicomputer nel 79, ma nell'83 ha lasciato'indietro noi, la Commodore e tutti gli altri: controlla II 76 per cento dei "mainframes", t computers più complessi: e si rafforza per respingere l'as-' salto di quella che a mio pare-' re sarà la sua più forte concorrente, la Att, con quello stupendo serbatoio di cervelli che sono l Bell Laboratories: Il processo di selezione naturale delle aslende della Silicon Valley verrà accelerato da un fenomeno che camblerà la faccia della Terra: la richiesta degli utenti che 1 proprii elaboratori, terminali, e tutte le altre attrezzature siano messi in condizione di comunicare direttamente l'uno con l'altro. Stephen Modella, l'autore de «la scossa in arri¬ vo», sostiene che le Imprese che non la soddisfaranno andranno Incontro a una morte prematura, «/ principi darwiniani della sopravvivenza dei più forti troveranno il loro riscontro nella Valle del silicio* —afferma. « Ed essi favoriscono i colossi come l'Ibm: Modella sottolinea che la nuova corsa all'oro californiana sta già rallentando: •Nell'ultimo trimestre dell'83, gli investimenti a Silicon Valley sono scesi del 25 per cento rispetto a quelli del trimestre precedente: I segni della crisi di crescenza sono visibili anche' esteriormente. La contea di Santa Clara, in • cui sorge la stretta striscia di terreno che dalla Stanford University conduce a San Jose, è diventata un agglomerato industriale di quasi 1 milione e mezzo di persone. Le case e gli appartamenti hanno prezzi newyorchesi. Dilagano il traffico e la criminalità, l'inquinamento e l'Immigrazione. Le vertenze di lavoro sono Ininterrotte, perchè le Imprese affidano 11 montaggio alla manodopera straniera, molto piti a buon prezzo, in Asia o In America Latina, «/cavalli che vedete» — lamenta Brelner — rischiano di restare senza spazio, e gli alberi di ciliegio cadono sotto le ruspe. Silicon Valley era un paradiso terrestre, ma di questo passo degenererà in un ghetto». Per difendere l'ambiente naturale, la Intel ha querelato addirittura la Contea, per le industrie della «Cintura.del Sole» (il semicerchio meridionale dalla Florida alla California) Silicon Valley non 6 più la scelta d'obbligo. La «Mlcroeletronlcs and Computer technology corporation», un gruppo di ricerca di quindici ditte, capeggiate da uno del magni del computer, l'ammiraglio Bobby Inman, ex vicedirettore della Ola, ha scelto Austin nel Texas. 'Silicon Volley è estremamente importante — ha dichiarato Inman — ma non può continuare a espandersi all'infinito. Inoltre è turbolenta, sempre in movimento. Noi abbiamo bisogno di tranquillità.. L'obiettivo della Corporation è rispondere alla sfida giapponese nel campo del supercomputer, gli elaboratori della quinta generazione, le macchine Intelligenti. L'Università di Austin le ha promesso più aiuti di quella di Stanford, assumendo 32 nuovi specialisti. Inman è lapidario nel suo giudizio. «Dal punto di vista industriale — dice — deve essere data la precedenza alla comunicabilità tra tutte le macchine sinora prodotte: l'elaboratore va visto come il telefono, uno strumento di rapporto instantaneo. Dal punto di vista scientifico, gli Stati Uniti devono superare i giapponesi nella costruzione del supercomputer, se non vogliono perdere il loro attuale vantaggio». Ennio Caretto