Virtuosismi e fulmini d'arte di Paolo Fossati

i e fulmini d'arte RUGGERIE SPAGNULO: CONFRONTO IN EMILIA i e fulmini d'arte MODENA — L'estate emiliana registra due belle mostre di contemporanei Italia-; ni: pitture di Piero Ruggeri a Ferrara,' sculture di - Pino Spagnulo a Modena. ■ L'attività 1062-84 di Ruggeri, a cura di Paolo Fossati (Ferrara, scuderie di Palazzo Massari, fino al 3 settembre), 6 rappresentata da 34 tele, in genere di grandi dimensioni (fino all'Imponente, drammatico-sontuoso, Grande roveto bruciato del 1979, 340x220 cm), e da una preziosa sfilata Iniziale di matite e pastelli. La comparsa in scena di Ruggeri risale ad un trentennio fa, nella fondamentale mostra giovanile «Niente di nuovo sotto 11 sole», organizzata da Carlucclo alla «Bussola» e In Italia-Francia nel 1955, poi, un anno dopo, al •Milione» di Milano a cura di Pistoi, Insieme con gU altri due «moschettieri», Saronl e Sofftantino, e con Merz: nel pieno, dunque, della stagione neoespresslonista-eslstenzlale convogliata nelle formule critiche dell'Informalo e del .gestuale, ma anche nel momento In cui Francesco Arcangeli vede e propone, al di sotto dell'ondata Internazionale, la forma e l'Idea di un nuovo naturalismo padano. Giustamente la mostra ribalta una statuita Immagine drammatlco-eslstenzlale di Ruggeri in sottolineatura del diretti, concreti, compatti valori strutturali «delia pittura a prosodia ampia e di una ricchezza, di colore e luce e materia, che nutre con genero¬ sità intenti e realizzazioni Essa non teme talora il compiacimento virtuoslstico, 11 grande mestiere come spettacolo. Corre, nella fase odierna di Ruggeri, un giusto senso di storicità della contemporaneità postbellica, una salda coscienza — come ancoraggio non effimero alla qualità e verità dell'arte pittorica — delle più valide risposte europee, da De staci a Soulages, alla rivoluzione americana Dna nobile lezione, In questo momento che ha grande bisogno di autenticità e .moralità» nell'arte. In termini diversi (di materia operata, di origini e ambiti culturali posteriori di un decennio), ri-! troviamo e pregiamo analoga lezione trasferendoci a Modena, alla Palazzina del Giardini, dove una trentina di pezzi e complessi — ferro, i terracotta, cartone — rappresentano fino all'8 settembre vent'annl di attività di Spagnulo, a cura di Pier Giovanni Castagnoli. Spagnulo, pochi anni fa, diceva della propria opera (La Grande Curva del '74, qui non esposta): *Una grande macchina l'ha piegata e un grande fuoco l'ha tagliata. Il fuoco era nelle mie mani diventato fulmine...* . Poi sono venute le stagioni delle materie e delle forme (trchetiplche della natura, e ancora quella del miti arcaici. Spagnulo ha risposto sempre con la violenza materiale dell'impatto, della compressione, del fuoco contorcenti e laceranti, All'odierna stagione alquanto squallida di miti rivisitati e di incubi atomici degradati nell'abitudinario, ri-, spondono In mostra la possente lacerata rozzezza senza tempo del quattro metri di Turtis, la corrosa elementarità In terra e metallo delle titaniche Armi di Achille, Marco Rosei

Luoghi citati: Emilia, Ferrara, Francia, Italia, Milano, Modena