Ferreri: Ma io mi so vendere di Lietta Tornabuoni

Ferreri: Ma io mi so vendere IL SUO FILM «IL FUTURO E' DONNA» ALLA MOSTRA DI VENEZIA Ferreri: Ma io mi so vendere Un altro scandalo per Ornella Muti incinta di sette mesi che recita anche nuda una storia d'amore a tre e di maternità? - Il regista ha una tattica: «Come un commesso viaggiatore, un missionario o un frate questuante, vado in giro per il mondo a vendere la mia mercanzia» - «Di un autore, la prima cosa da sapere è: quanto vende? Se vende esiste, altrimenti no» ROMA — Marco FerreH dice che il segreto è saper vendere, sapersi vendere: «Io sono sempre andato in giro col mio film sotto il braccio, come un commesso viaggiatore. Come quei venditori ambulanti che viaggiavano da un paese all'altro col loro asino carico di mercanzia, e gridavano forte per richiamare attenzione e clientela. Come un frate missionario, e Insieme come un frate questuante. Giro, parlo, incontro, spiego. Se Inventi una lametta diversa dalla Gillette, devi farla conoscere, illustrarne la specialità, lodarne 1 pregi. Se porto /{ futuro è donna alla prossima Mostra del cinema di Venezia, è perché per un momento 11 si ha la massima concentrazione delle televisioni e radio, del quotidiani e settimanali che ripeteranno all'infinito il mio home e il titolo del film: se no, quale altra ragione avrei per andare a Venezia, Cannes, a Berlino o altrove?». /( prodotto da vendere è stavolta una storia di maternità e di amori condensata da un'immagine: Ornella Muti distesa, bella, bruna, assopita, dolcemente pregna; con la testa abbandonata sul suo petto grande e gonfio, Hanno. Schygulla e Niels Arestrup che si guardano negli occhi, non spaventati ma indifesi e appagati di stare cosi; in un angolo, il piccolo arcobaleno di una rinascita multicolore e polimorfa, d'un nuovo luminoso inizio dopo la tempestosa confusione contemporanea. E' il film in cui, forse per la prima volta nella storia del cinema, una diva incinto di sette mesi, appunto Ornella Muti, ha recitato la parte d'una ragazza 'incinta; ha mimato sulla spiaggia, davanti al mare, un parto eseguito in ginocchio, alla maniera naturale delle donne antiche; si è mostrata nuda con la grande pancia, sotto la tuna simbolo ferrimi~nile*materno,. nelle sfrette amomse^oU^iin'altrà donna e con un giovane uomo, chiamato Gordon come il Gordon Flash di Alex Raymond, prototipo a fumetti d'eroe avventuroso e protettivo, che morirà cercando di difendere le due ragazze dalla immen sa folla repentinamente inferocita di un concerto rock. I ■ tre si mescolano e si amano. >• Un sommarsi di passioni, non una privazione di possesso-. Per un bambino Ma protagoniste della storia, scritta dal regista con Dacia Maraini e Piera degli Esposti, sono le donne, Schygulla e Muti, Anna e Malvlna. Anna non vuole fi gli, perché non vede chiaro nel futuro suo e del mondo. Malvlna s'è trovata incinto, desidera far nascere il bam-< bino ma non intende dedicarsi a lui: quando conosce la coppia Anna-Gordon, pensa che la loro casa può essere il posto dove depositare l'uovo che porta dentro di sé, il figlio; per farlo deve stabilire, un rapporto con i due, e il modo più facile di creare qualsiasi tipo di rapporto è quello fisico, sensuale, amoroso. La ragazza lo crea, poi deposita il suo uovo e se ne va. Insomma, scherza Marco Ferreri: 'Il futuro è donna è un'altra puntata del mio serial», vuol dire di quella narrazione e riflessione sui nuovi ordini e disordini amorosi, [sui mutati ruoli maschile e 'femminile, sul trionfo della jdonna e la neofragilità dell'uomo, cominciata nel 1976 con L'ultima donna (che era, pure li, Ornella Muti), continuata attraverso Ciao, maschio, Chiedo asilo, Storia di. Piera, in qualche modo anche attraverso Storie di ordl- Wrift:;tpW& teWW cori ** Muti). E s'immagina già che ci saranno a Venezia shock, polemiche, discussioni; che come sempre Ferreri verrà accusato d'essere un provocatore furbacchione, uno scandalista eversivo, un misogino morboso; che l'idea di esporre una ragazza bellissima nella mutazione fisica comportata dalla gravidanza sembrerà a molti inutilmente violenta, cattiva, anche se Ornella Muti l'ha considerata ael tutto naturale e per nulla offensiva. Ma forse le curiosità più. vive sono altre, non filosofiche, sociologiche o sessuologiche, ma industriali: nella crisi di disoccupazione del nostro cinema, mentre Fellini spasima eAntonioni arranca, come riesce Ferreri a trovare sempre i soldi per girare almeno un film l'anno, e com'è che quasi tutti i suoi film hanno un buon pubblico, vanno .commercialmente bene? Al di là delle opere: <ll fatto è clic io mi vendo, mi so vendere», dice il regista. Vagabondo * E cosa fa, come fa? Ecco, il lustra, a esempio: «Adesso a Parigi, dove II futuro è don na esce il 6 settembre: proiezioni, Interviste, televisioni. Poi a Venezia, due giorni: televisioni, prolezioni, interviste. Poi torno in Francia, e comincio a girare per 11 Paese in automobile: Bordeaux, Tolone, Aix, Marsiglia, Lione... Un tempo, soltanto Parigi contava; adesso i miei film incassano nel resto della Francia tre volte più che nella capitale. Dunque io vado in queste città di provincia; parlo con i giornalisti, vado magari a visitare le sedi del giornali locali a volte molto diffusi; incontro professori e studenti alle università; discuto con gU operatori culturali e con chiunque ne abbia voglia. Poi In Oermanta, Berlino, Monaco, Amburgo; in Belgio; In Svizzera, Ginevra, e Zurigo; in Spagna, Barcellona e Madrid. Poi in Italia, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo: finché morte non ne segua, o almeno finché non mi arrivano quel quattro-cinque mesi di esaurimento nervoso che cominceranno, credo, a novembre». Preferirebbe non doverlo fare? «Ho vissuto cosi tuttala mia vita, per 56 anni: come potrei sostenere di preferirne un'altra?». E in ogni intervista o discorso, in ogni Paese, sul film ripete sempre le stesse cose? «Più o meno. Per forza». Non si annoia? «MI annoio sempre meno. Anzi, aumenta 11 pia-, cere. Da ragazzo, andare in giro era bello; poi 1 miei giri di regista sono diventati famelici; adesso sono bellissimi, ricchi, utili». In ogni Paese, dice, vuole che la gente impari a cono-, sccrlo fisicamente, sappia che lui esiste, si interessi à lui: «Io non vendo 11 film. Vendo Marco Ferreri, una marca che vale per sempre, per quel singolo prodotto ma anche per gli altri: come 1 gesuiti missionari in Cina, che vendevano 11 proprio abito talare prima ancora delle proprie opere, rendendosi Immediatamente riconoscibili. Viviamo nell'universo delle immagini. Anche di me, come di McEnroe, la gente deve poter dire subito: è Ferreri.. Per questo ha fatto di se stesso una stilizzatone fisica così marcata, la gran mole, la voce ruggente, l'aria infastidita e impaziente, la barba? «Macché stilizzazione. La barba me la son fatta crescere venfan.nl fa, per una -scommessa con Raoul Castro. I capelli lunghi li porto da sempre». -" Da sempre, racconta, è un vagabondo: «Dal venti ai trent'anni sono stato dappertutto; . nella Parigi di Sartre e della "Rose Rouge" ma anche nel deserto al confini del Marocco e nell'Algeria del para. Ho bevuto acqua In Egitto e mangiato insalata in Tunisia. Sono andato con tutto le ragazze senza mai chiedermi se fossero malate, se m'avrebbero* rapinato o sgozzato. Ho dormito e vegliato nel posti più luridi, più rischiosi. Sempre Indenne: salvo una volta, a Roma, una coltellata...». Da chi? Perché? «Ma non lo so, non mi ricordo. Ero ubriaco». Viaggiare, guardare e conoscere, dice, era nel passato un'abitudine degli intel¬ lettuali: «Monaci, studenti, docenti, religiosi, erano sempre In giro, camminavano a piedi da Bologna a Saragozza, partivano per andare ad ascoltare Abelardo o le lezioni di qualche sapiente o 1 grandi predicatori, si mettevano In strada per le Crociate... Questo modo molto antico ridiventa contemporaneo nel nostro neo-Medioevo. Come allora, c'è adesso il movimento, lo spostamento. Tutte le vie sono popolate di motociclette, vespette e motorini, 1 ragazzi vanno, vengono, vedono, scompaiono, tornano... Soltanto gli intellettuali di professione o i politici restano chiusi e fermi, oppure si dislocano In aereo tra un Hilton e un altro Hilton. Ma se non ti muovi, come arrivi a sapere che al Pireo non ci sono soltanto 1 ragazzi della canzone ma anche gli operai della Fiat, che 11 Brasile è più femminile della Germania? Come lo capisci, che uomini e donne sono cambiati, che In loro non c'è alcuno spavento del., 'presente né del futuro, che del nuovo Medioevo non hanno paura perché ci vivono dentro? Se non conosci lagente, se non la vedi, come Uri le somme, cosa fai, su cosa rifletti, a chi parli, che racconti?». A Marco Ferreri non piacciono le nostalgie catastrofiste, i rimpianti o le malinconie aristocratiche di altri registi,, di molti suoi coetanei, di tanti intellettuali: «Bisogna vendere, nel mondo contemporaneo. DI un autore, la prima cosa da sapere è: quanto ha venduto, quanto vende? Se vende esiste, altrimenti no. Andare in giro a vendere i miei formaggini, alla Mostra di Venezia o altrove, non mi mortifica affatto: mi fa sentire vivo». j Lietta Tornabuoni a 11 regista Marco Ferreri