Patanè: «I Greco sono latitanti ma c'è qualcuno che li cerca? »

Potano: «I Greco sono latitanti ma c'è qualcuno che li cercaf » Insiste il procuratore di Caltanissetta dopo la sentenza dell'Assise Potano: «I Greco sono latitanti ma c'è qualcuno che li cercaf » ROMA — 'Quando a Caltanissetta comandava Cenco Russo, il sindaco e il prefetto giuravano òhe la mafia non esisteva. Sono trascorsi molti anni, ma con quel passato c'è ancora una continuità». Non era uno sfogo estemporaneo ratio d'accusa pronunciato1 martedì mattina da Sebastiano Fatane, procuratore di Caltanissetta, che adesso conferma e spiega: «Ho voluto dire cose che investono organi pubblici, dal Csm ai ministri, e aspetto che mi chiamino, perché bisogna fare chiarezza». Due ore dopo la sentenza per la strage In cui mori Chlnnlcl, Patanè aveva scagliato censure roventi. Sollecitando l'Intervento di Pettini e del Csm, aveva denunciato 'Carenze e intromissioni» nel processo. 'Lo stato non è in grado di svolgere una buona lotta alla mafia; aveva concluso. Contro chi tuona, procuratore? «Porterò quando mi chiameranno, se mi chiameranno., risponde Patané, ma poi comincia a circostanziare le accuse. E prende di petto 1 vertici della magistratura di Caltanissetta: «Dov'erano mentre si svolgeva il processo? Dov'erano martedì, quando la Corte d'assise è uscita dalla camera di consiglio per emettere una sentenza così delicata e così importante? In questo palatino di giustizia c'ero solo io». Alcuni magistrati si sono defilati? >Mesi fa ancora fatilavo a credere che Chinnlci fosse solo come si sentiva, come traspare dal suo diario. Ma adesso, se mi guardo intorno, dico che la sua solitudine è la mia, quella di tanti che non si tirano indietro. E accadono fatti spiacevoli. La nipote di Chtnnicl, Caterina, pretore a Caltanissetta, dopo la morte del padre prima è stata incaricata di sostituire il giudice di sorveglianza, in pratica doveva essere il giudice di sorveglianza degli assassini di suo padre. Poi i capi degli uffici di Caltanissetta l'hanno applicata alla reggenza della pretura di Villalba, .terra d'origine di Genco Russo e Calogero Vizzini, la vecchia mafia; sona confinante con il feudo di Verbumcaudo, proprietà del Greco, l mandanti dell'omicidio del giudice Chinnlci.. E poi la sensazione di svolgere un lavoro vano: 'Sfidiamo la mafia spiccando ordini di cattura che non vengimo eseguiti. L'ho detto anche ul ministro Scaltrirò, sono auiato apposta a Roma mesi fa: l grossi latitanti stanno tutu tt Palermo. I Greco sembrano introvabili per definizione, ma qualcuno li cerca sul serio? Sono strali diretti anche all'Alto commissario De Francesco, verso 11 quale Paj tanè è critico. Ieri mattina De Francesco, In un'intervista radiofonica, ha rivendicato 11 merito di aver arrestato 11 libanese Chebel, che sapeva tutto sulla strage in cui mori Chinnlci. Ma 11 procuratore di Caltanissetta da un'altra versione: «A un certo punto sentii parlare di un libanese. Allora chiesi alla polizia di farmelo incontrare, lo interrogai e lo arrestai». Patanè Intende dire che là polizia non lo avverti subito che l'informatore libanese aveva preannunciato la strage? Ma che cosa c'è dietro questa raffica di censure? Screzi personali, un temperamento troppo Impulsivo e portato a drammatizzare, o la frustrazione di una magistratura di frontiera che si sente tradita e assediata? -Slamo perfettamente d'accordo coti Patané; dice a Palermo Caterina Chlnnlcl, nipote del giudice ucciso, a nome della famiglia. E aggiunge, a proposito della sentenza per la strage in cui mori 11 magistrato: «£' stata almeno in parte deludente. I due ergastoli ai Greco erano scontati, potevano fare di più. E comunque rimangonoi ancora molti misteri, troppi e troppo grandi; Davvero la situazione è cosi grigia come sembra dalle parole di Patanè, o di Caterina Chlnnlcl che dice: «Con la morte dì mio zio sono finite tante cose»? Parla Paolo Borsellino, tra 1 giudici istruttori di Palermo uno del più vicini a Chlnnlcl: 'Caterina Chlnnici sottovaluta l'eredità di suo zio, un'legato che non è stato affatto abbandonata. Comunque non è vero che lo Stato non sia in grado di combattere la mafia. Molte cose stanno cambiando». E Alfredo Galasso, membro del Consiglio superiore della magistratura: »Stlamo attenti a non alzare un gran polverone, anche in perfetta buona fede, perché così si fa il gioco degli avversari storici. La sentenza di Caltanissetta, ad esemplo, quel miracolo nel cuore della Sicilia, non è giusto stroncar, la». Patanè comunque ha ragione, dice Galasso. «£ bisogna dargli atto d'aver ripetuto cose che aveva detto». Proprio su sua segnalazione il Csm Intervenne per evitare che 11 processo Chlnnlcl saltasse. Cos'era accaduto? *Nella formazione della giuria, che è di competenza del presidente dei tribunale e del presidente della Corte d'appello, era stato nominato giudice a latcre un magistrato già trasferito ad un altro ufficio giudiziario'».. ■ Quando martedì Patanè ha parlato di ■■carenze e intrOmissioni» nel processo, probabilmente si riferiva a questo episodio. Su questo sfóndo avvelenato dal sospetti opera la magistratura siciliana? Galasso distingue là situazione di Palermo da quella di altre sèdi giudiziàrie. A Palermo, dice, uffici giudiziari e polizia, pur tra mille difficoltà, funzionano. E' nella città dove la mafia ha fatto parlare meno di sé che semmai, l'azione dello Stato è meno nitida. Guido Rampoldl , :