Israele è diviso a metà di Arrigo Levi

Israele è diviso a metà Dai primi risultati del voto minimo vantaggio per i laboristi Israele è diviso a metà Smentite le previsioni di un successo di Peres - Uno o due seggi separano i due principali partiti - L'attuale premier Shamir potrebbe governare a capo di una debole coalizione - Difficile la via dell'unità nazionale DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME — Si sono tenute ieri le elezioni parlamentari in Israele. Secondo le prime proiezioni sui risultati finali, i due maggiori partiti, il Maarach, laborlsta, guidato da Shimon Peres, e il Likud, di destra, guidato dal primo ministro Shamir, sono quasi alla pari. Le previsioni della vigilia, favorevoli a Peres, non sembrano confermate. Il Maaracli dovrebbe conquistare tra 45 e 47 seggi, e 11 Likud tra 42 e 45: ma anche nell'ipotesi che Peres realizzasse il «sorpasso», Shamir potrebbe ugualmente riuscire a mantenere il potere con l'aiuto del partiti minori, religiosi e di destra, che sono già alleati del Likud nel governo in carica, raggiungendo 11 minimo necessario di 61 seggi sui 120 dell'Assemblea parlamentare. Il risultato è ancora molto incerto, e basterebbe lo spostamento di uno o due seggi per capovolgere l'esito dell' elezione e consentire ai laboristi di tornare dopo sette anni al governo. Non è neppure escluso un Parlamento bloccato, senza alcuna maggioranza. E' però un fatto che le prime reazioni sono state di delusione tra i laboristi e di soddisfazione da parte del Likud. Tra i commentatori indipendenti, alcuni sostengono che né l'uno né 1' altro del due maggiori partiti riuscirà a formare una maggioranza stabile, e che soltanto una coalizione di unità nazionale — già proposta dal Likud ma finora respinta dal laboristi — potrebbe dare a Israele un governo capace di affrontare i gravi problemi del Paese, sia economici che politici. Altri commentatori parlano di una «situazione italiana- e della possibilità che si arrivi presto a nuove elezioni anticipate. L'elettorato israeliano ha dimostrato in questa giornata la sua grande Incertezza e divisione. Sono diminuiti — secondo le proiezioni che ab¬ biamo citalo — 1 voti destinati ai due maggiori partiti: nel 1981 il Likud aveva conquistato 48 seggi e i laboristi 47. Sono stati rafforzati invece i partiti minori: non però, a quel che sembra, 11 partito estremista di destra Tehla, che si aspettava una grande avanzata ma che avrebbe soltanto conservato i suol tre seggi. Ne avrebbe però conquistato uno anche il partito estremista, fautore della violenza, del rabbino Kahane. Due partiti minori di sinistra, alleali del laboristi, disporrebbero insieme di 7 seggi contro i 5 del parlamento uscente Sembra insomma che le opinioni si siano polarizzate. Israele appare diviso in due blocchi avversi di forze quasi uguali. La campagna elettorale era stata combattuta, oltre che sul terreno dei problemi economici, su quello della politica estera e della questione palestinese. Il Likud e i suoi alleati hanno continuato a proporre una politica di colonizzazione e di virtuale annessione dei territori occupati, alla quale 1 laboristi e i loro alleati si oppongono nettamente. Anche se la campagna elettorale è stata priva di violenza, 11 linguaggio usato da molli capipartlto è stato estremamente duro: la sinistra ha accusato il Ltkud e i suoi alleati di voler scatenare «un'ondata di ultranazlonalismo e di ortodossia intollerante-. La stampa nazionale, in larga maggioranza contrarla al Likud, presentava 1 laboristi come «il partito della ragione- e denunciava la «politica insana- del Ltkud, le cui ambizioni nazionalistiche (scriveva la Jerusalem Post) «hanno allontanato Israele dalla sua rotta storica e hanno scatenato nel Paese fenomeni patologici-. A loro volta. 1 sostenitori del Likud accusavano i laboristi e i loro alleati di voler fare una politica disfattista e antinazionale. DI fronte a posizioni cosi distanti, non si può fare a meno di ritenere difficile (sempre che le proiezioni siano confermate dal dati definitivi) la formazione di un governo di unità nazionale. Mollo dipenderà da alcuni partiti minori: tra questi, lo Yahad del generale Welzman, che avrebbe però conquistato soltanto due seggi mentre sperava di ottenerne cinque o sci, ma che potrebbe risultare l'.ago della bilancia». I laboristi cercheranno forse di assicurarsi la maggioranza ristabilendo la vecchia alleanza con alcuni del partiti religiosi: questi hanno però appoggiato negli ultimi sette anni il Likud. La situazione, come si vede, è ancora molto confusa, Al momento attuale è impossibile prevedere quale del leader del due maggiori partiti, Shamir o Peres, riceverà per primo dal presidente Hertzog l'incarico di tentare la formazione del nuovo governo. Le procedure costituzionali In Israele sono molto lente e potrebbero trascorrere anche due o tre settimane prima di un chiarimento. Arrigo Levi Shimon Peres

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele