Dialetto di un poeta d'amore

Dialetto di un poeta d'amore LA LINGUA CHE PARLIAMO Dialetto di un poeta d'amore Chi guarda alla diffusione della nostra lingua e della nostra cultura all'estero dal particolare osservatorio delle traduzioni, resta meravigliato dal fatto che di un poeta dialettale contemporaneo, Albino Plerro, esistano traduzioni In francese, in svedese (ad opera di Ingmar BJorkeson, traduttore di Leopardi, Foscolo e della Divina Commedia), In arabo, in persiano, in neogreco e si aspettano traduzioni in molte altre lingue che forse sono già uscite o stanno per uscire. E' stato scritto che si tratta del più grande poeta d'amore del secolo ma è Inutile dire che certe affermazioni cosi assolute è forse meglio lasciarle a mezz'aria per la loro genericità, mentre non è affatto generico dire che Plerro è un grande, singolare poeta. Per comprendere il mezzo linguistico nel quale egli si esprime, bisogna rifarsi ad uno degli angoli più appartati e remoti della penisola, Tursi In provincia di Matera, assai poco nota alla generalità degli Italiani ma non sfuggita ad alcuni dialettologi tedeschi come Rohlfs e Lausberg che hanno Individuato queila zona come una delle più conservatrici per 11 dialetto. Basti dire che nel tursltano si conservano -s e -t finali del latino per cui, per esemplo, aspèttese vuol dire «(tu) aspetti» e sònete «(egli) suona», In cui sono ancora presenti le desinenze latine. Non è dunque un caso che Gianfranco Contini nella sua celebre «Letteratura dell'Italia unita (1801-1068). riporti una poesia di Plerro, ammesso col soli Virgilio Oiottl, triestino, e Antonio Guerra di Sant'Arcangelo di Romagna, In un capitolo che raccoglie testi dialettali di alta qualità, oltre, ovviamente, ad una poesia di Pier Paolo Pasolini. DI maggior ampiezza è l'accoglienza fatta al poeti dia¬ lettali da Pier Vincenzo Mengaldo nella sua antologia della poesia italiana del Novecento. Il discorso è molto complesso ma non vi è dubbio che in una terra come 1' Italia dove si parlano ancora tanti dialetti, sia pure sotto V incombente minacela da parte della lingua e per molti di essi anche da parte di dialetti di molto maggior forza e capacità di penetrazione, la presenza di poeti che scrivono In dialetti minoritari è sorprendente segno di attaccamento alle piccole patrie. Poesia dialettale (è noto) non significa affatto poesia popolare e gli autori di cui abbiamo fatto 1 nomi ne sono un Incontrovertibile esemplo. La loro letterarietà è molto elevata e non può in alcun modo essere misconosciuta. Il caso Plerro appare quasi una sfida alla ridotta diffusione di uno strumento linguistico che potrebbe perfino apparire Inventato da lui ed Invece miracolosamente sopravvive, sia pure In una zona alquanto ridotta. Non è mancato chi ha detto varrebbe la pena di Imparare 11 dialetto di Tursi per leggere nell'originale le poesie di questo singolare poeta che dalla raccolta Metaponto uscita nel 1S66 presso Laterza fino alla recente SI po' nu jurne (Se poi un giorno), Torino, 1083, attraverso libri che hanno richiamato l'attenzione ammirata di grandi critici letterari Italiani e stranieri, si è svolta con un successo crescente e di cui non è facile dare al lettore un'idea adeguata. Ma vogliamo lo stesso provarci, leggendo una brevissima composizione, E ll'occhle ti sclntillete (E l'occhio ti scintilla): Cète ancora u sóue t nun ti impauré; / (e nocchie ti sclntillete a lufrusce I di nu mère dt frunne). / Le' sàpese? I l'è cchlù belle 'arise dì na voce, I a stu munne, t o di nu sone duce, I sì, schitte doppe, chiste ti ni nìchene I nd' 'a "uce, la cui traduzione suona cosi: «C'è ancora il sole, / non temere; / (e l'occhio ti scintilla al fruscio / di un mare di foglie). / Lo sai? / E' più bello 11 sorriso di una voce, / a questo mondo, / o di un dolce suono, / se, solo dopo, questi ti ci annegano / nella luce». Io non so quante altre nazioni possano contare su una cosi grande varietà di voci, come l'Italia; e quante possano vantare poeti di minoranze linguistiche come Pierro che è, fortunatamente, lontano dall'Idea che di solito si ha della letteratura dialettale' considerata come produttrice di quadretti di genere, di caricature sbiadite, di motti e facezie che chiudono spesso miserevolmente povere composizioni macchiettlstlche. Ma Plerro è lettore assiduo di Montaigne, Pascal, Kant e Croce: un'altra prova che la letteratura dialettale più elevata è un prodotto colto, non una Improvvisata accozzaglia di parole In dialetto. , Tristano fiolelll

Persone citate: Antonio Guerra, Foscolo, Gianfranco Contini, Ingmar Bjorkeson, Kant, Pier Paolo Pasolini, Pier Vincenzo Mengaldo, Pierro, Tristano

Luoghi citati: Italia, Matera, Romagna, Sant'arcangelo, Torino, Tursi