La cosca made in Veneto 7 arresti, insospettabili

La cosca macie in Veneto 7 arresti, insospettabili Capogang il «principe» Poidimani; gli altri, professionisti e impiegati La cosca macie in Veneto 7 arresti, insospettabili DAL NOSTRO INVIATO VICENZA — «N.H. Rosario principe Poidimani, duca di Burgos. Presidente e amministratore delegato della Libera Università Giovanni XXIII, dell'Istituto professionale Fagglan, del Centro studi Marghera, del Centro nazionale di ■formazione professionale, del Centro studi giornalistici Fagglan, dell'Istituto europeo di ricerca; editore del periodico l'Annunciatore; Poidimani editore SpA». Seguono 1 recapiti: quattro a Pordenone, due :a Vicenza, uno a Belluno, '<_■ Marghera, Chiarano di Treviso e Rosollni di Siracusa. Il biglietto da visita sintetizza pomposamente le attività reali e quelle molto presunte di un disinvolto manager del giorni nostri, finito In carcere, con altri sette presunti complici, con l'accusa di aver creato una cosca mafiosa. Per la legge è reato di associazione per delinquere di stampo mafioso e per la prima volta qui nel Veneto viene applicata la legge La Torre-Rognoni. Nel gruppo, finito dietro le sbarre, non figurano nomi che trovino posto nell'enci¬ clopedia del crimine ma 1 metodi adottati, secondo il procuratore della Repubblica Fernando Canllli, •avevano le caratteristiche dell'associazione di stampo mafioso-. Soltanto Poidimani non è veneto. OH altri sono 11 commercialista Gianfranco VIvlan, 36 anni, e l'impresario edile Antonio Franzah, di 66, entrambi di Vicenza; l'orafo Oluseppe Ranelle 43, di Cotogna Veneta (Verona); il commerciante in cereali Alfredo Moretti, 38, di Modena. Prima in carcere erano finiti, sotto accusa di malversazione, Giuseppe Pettena, 28 anni, e Renzo Cadetti, di 24, impiegati della filiale di Meledo della Banca Popolare Agricola di Lonlgo, e 11 direttore dell'agenzia, Silvano Della Benetta. di 36 anni. Proprio il direttore, forse spaventato da un gioco diventato troppo pericoloso, 40 giorni fa si è presentato agli Inquirenti dicendo di essersi Intascato circa 200 milioni presi dal libretti al portatore. Ma In quel suo slancio di onestà non era stato del tutto sincero: le indagini vi rimisero in luce che la situazione nell'agenzia era assai più pesante, l'ammanco arrivava a 6 miliardi e 300 milioni. Da Roma è dovuto accorrere un ispettore della Banca d' Italia, 11 dottor Tommaso Petruccl, che non ha ancora ultimato 1 controlli. Dal canto suo la puardia di Finanza ha tracciato un quadro non equivoco agli occhi degli inquirenti. I soldi, a quanto sembra, venivano passati da Silvano Della Benetta al •principe» Poidimani e questi investiva un po' in tutto: ha creato un piccolo Impero nel campo della scuola privata, era sempre disponibile, dicono, ad allungare un assegno a quegli Industriali che si trovavano in difficoltà pronto poi a pretendere immediati rimborsi che, avrebbero stabilito 1 magistrati, si sarebbero concretizzati spesso con 1' acquisto di cospicui pacchetti azionari. Ma 11 «principe, teneva assai anche alla facciata. In contrà Santa Corona 11, in un palazzo ottocentesco appena restaurato, dirimpetto al tribunale, la bandiera italiana, quella dell'Europa e quella dell'Onu garriscono al vento prezioso di questi giorni caldi. E' la sede dell'.Insti- tute International pour les relatlons dlplomatiques»; uno stemma celeste Ìndica che un'altra sede dell'Istituto si troverebbe a Ginevra. Gli inquirenti non l'hanno ancora individuata. Quale sia l'attività di questa specie di fondazione per la diplomazia internazionale ancora nessuno riesce a saperlo. Dal citofono una voce di giovane donna dice che «non c'è nessuno, non esistono programmi stampati». Che il «principe» avesse anche relazioni internazionali è piuttosto difficile, di certo però aveva fatto conoscenza con molti notabili locali e 1 giudici, quanto prima, 11 sentiranno. Dice 11 procuratore: «Lo scorso anno quando con sfrontatezza ha inaugurato la sede con le bandiere, aveva invitato anche il ministro che era Biondi. Per fortuna non venne-. Presto agli 8 saranno bloccati 1 beni, come consente la legge. Alle accuse gli imputati per 11 momento non hanno ribattuto. L'atteggiamento, dice 11 procuratore della Repubblica, «é di strana omertà, o di paura per qualcuno-. Vincenzo Tessandorl