E Bartali domani ha 70 anni

E Bartali domani ha 70 anni E Bartali domani ha 70 anni Il celebre Gino in Francia vinse due volte e il suo successo nel 1948 evitò — si disse — una rivoluzione - Professione: ex campione Gino Bartali compie settant'annt domani, 18 luglio. Due volte festeggiò il compleanno al Tour de France, vincendo. Nel paese natale, Ponte a Ema appendice di Firenze, hanno applaudito un mese fa Bartali settantenne: perché per la data fatidica lui aveva preso un solenne impegno di vacanze, a Fossacesla sul mare di Abruzzo. i Gino Bartali, uno del ciclisti e degli uomini più celebri d'Italia, riempie per il resto dell'anno molta sua viu> di uno speciale lavoro: fa di mestiere, specie nel weekend, l'ex campione, cioè inaugura celebra festeggia premia partecipa brinda banchetta racconta discorre conclona auspica conferisce riceve commemora rivela ricorda polemizza sorride insegna. Ha un taccuino con gli impegni benissimo precisati, si prenota Bartali con sei mesi di anticipo. Giorno, ora. posto, tipo della cerimonia. Si la pagare le spese e poco più. Gira l'Italia con un'utilitaria nera, quasi sempre viaggia da solo, comunque guida sempre lui («da/ 1954, quando ebbi un incidente mentre donnivo al fianco del guidatore: allora decisi, magari suicida ma non mai assassinato-^. Si fa anche settecento chilometri al giorno. Era un fenomeno quando pedalava, vinceva da arrabbiato, perdeva da ringhioso. E' un fenomeno a settant' anni: capace di tirar mattina ancorandosi ad un particolare che neppure 11 clclofllo-clclomane più accanito ricorda. Sa mangiare e sa bere bene. Non fuma più, dieci anni fa ebbe problemi seri alla gola. La voce si è un po' ripulita, ha felicemente perduto la cavernosità che pure divenne celebre, utile anche per sketch televisivi. E ha smesso di essere una voce temporalesca, annunciarne cataclismi, proclamante anatemi: per Gino Banali non è più tutto sbagliato, tutto da rifare, il ciclismo attuale gli sta bene, o lui si è adattato. Ha una popolarità enor- me, anche presso gente che tiene metà dei suoi anni e clic di Bartali campione sa al massimo per tradizione orale e per squarci documentaristici in televisione (a proposlto.il video ufficiale del Giro ultimamente scorda assai Bartali. che negli Anni Sessanta fu spremuto da Sergio Zavoll nel -Processo alla tappa.). Al Giro d'Italia 11 vecchio Gino precede di una decina di minuti la testa del gruppo. L'auto sua ha scritte in oro che dicono Bartali e reclamizzano anche certi marchingegni per la bicicletta dei quali lui è produttore associato o rappresentante. Al Oiro ha anche una superscrlttura da una ditta di bevande gassate, che lo veste con i suoi colori e la sera lo fa cenare con 1 rivenditori della zona, perché parlino ,on lui di ciclismo. All'ultimo Giro, 11 penultimo giorno, Gino Bartali era inquieto, annusava l'aria di montagna, al passo di Campolongo, come drogandosi di essa. Il mattino dopo, presto, andò a piedi su per una stradacela di pietre e terra battuta, appena fuori l'albergo, e poi tornò e svegliò un amico: 'Guarda, li ])assal in un Giro d'Italia, ero primo, si capisce, guarda che stradacela, ricordo che Astrua scattava e io gli dicevo che era matto e puntualmente lui cadeiw*. Nel giorni del Giro viene prenotato o semplicemente scoperto e fermato da sposi per la fotografia, lui ritaglia cinque minuti per loro, nel ristorante che sta sulla strada dove è In arrivo la corsa. Talora c'è un vero e proprio posto di blocco: fermati, Glnol Scende dall' auto, distribuisce fotografie e firme, racconta di quando Coppi veniva da lui regolarmente battuto. Accarezza bambini, fa complimenti alle signore, stringe mani robuste, riparte. Nelle tappe di montagna, fra mura di gente, il «sonoro» per lui è Imponente: Bartall-Bartalil Come quando correva. In sala-stampa scrive le sue Impressioni per molti giornali, scrive a mano, si Interroga, cerca di far bene 11 compito. A Firenze ha due figli e una figlia, che gli hanno dato tre nipoti; un figlio la¬ vora nell'industria ciclistica. Ha la moglie, sposata nel 1940, che lo aspetta a casa come nel giorni delle corse: ma adesso l'estate è di vacanze vere, non di due-tre giorni rimediati in Versilia, con quella abbronzatura povera, soltanto una maculazione di pelle da corrldor ciclista. Ha amici pronti a giurare che Coppi non è mal esistito, era soltanto un'appendice, talora un'ombra di Banali. Ma adesso Gino è in pace anche con 11 Grande Fantasma: alla Une del 1959 avevano deciso di stare nel la stessa squadra, Coppi alle ultime pedalate, Bartali sull'ammiraglia come direttore sportivo, all'alba del 'I960 Coppi mori e Bartali ebbe del problemi con la memoria del favoloso rivale, ebbe degli urti con la Dama Bianca, <che se adesso mi fa gli auguri non è sincera', per un po' fu quasi dissacratore nel riguardi di Fausto (e di Fiorenzo Magni, il terzo uomo, impegnato con lui in grandi polemiche, come per una sorta di delega di Coppi). Ma un genuino, un sanguigno, un profondo giusto come Banali non poteva non finire per amare Coppi, la dolente memoria di Coppi: e, a Fausto, Gino ha dedicato un suo bel libro, dove Fausto grandeggia, anche se Gino insiste a dire che nel Tour 1949 quello là vinse perché lui volle farlo vincere, gli passò persino, in corsa, una borraccia, la fotografia del gesto è la più fajmosa del ciclismo. -Di Fausto comunque — precisa — io sono stato l'amico più vero, forse l'unico». Grande caro Bartali, che ha smesso di fare il ringhioso ed è diventato quasi un timido. Per scovargli una benemerenza In tempo di guerra si è dovuto violentare la sua ritrosia: il campione di ciclismo Bartali portava in bicicletta, dalla Toscana al Vaticano, documenti falsi per ebrei ricercati dal nazisti. I militari tedeschi lo fermavano, qualcuno lo riconosceva: lui diceva di pedatare per allenamento, gli credettero sempre. Aveva già vinto due Girl d'Italia e un Giro di Francia, per evitargli il fronte o 11 lavoro in Germania lo avevano messo nella polizia stradale. Era «ufficialmente» un pio. 11 distintivo dell'Azione Cattolica, 1 segni di croce convinti, non propiziatori o superstiziosi, tipo patteggiamento con Dio alla partenza di una gara difficile. Ad un certo punto Bartali era il rappresentante quasi ufficiale di un'Italia cattolica, rigorosa, severa, mentre l'Italia latca mandava avanti U grande bigamo Fausto Coppi, con la Dama Bianca che gli partoriva il figlio in Argentina. Dicono che nel 1948 Bartali sia servito, con le vittorie di tappa al Tour (che avrebbe poi conquistato, dieci anni dopo 11 primo successo), a tenere indietro una possibile rivoluzione, nata dall'attentato a Togliatti. Lui non si è mal attribuito meriti storici cosi Importanti. Ha fatto politica per la democrazia cristiana andando al comizi con Vincenzo Torrlani, l'organizzatore del Giro, candidato: molti scrissero sulle schede Bartali anziché Torrlani, ci furono schede invalidate, Torrlani non venne eletto per pochi voti. Ci ha rappresentati sempre molto bene all'estero. Ha preso sputi e bastonate dal tifosi francesi sul Pirenei, nel 1950, quando i successi del nostro ciclismo mettevano in crisi l'Industria francese della bicicletta, e quelli non erano tifosi veri, erano operai disoccupati. Ha preso tutti 1 rischi, in sella e no. Suo fratello, Olullo, più giovane di lui, era morto nel 1936 investito in corsa, come ciclista prometteva forse più di Gino. Il quale Gino sapeva anche essere fachiro, di corpo e d' anima: corse mezzo Tour orinando sangue, dopo una caduta drammatica, dalla strada sin sul greto di un torrente. E il suo gran naso schiacciato era 11 souvenir di uno spaventoso volo al tempi del primo ciclismo agonistico, Ha speso un po' di anni a mettersi In pace con la vita, il ciclismo, tutto 11 mondo: «£' sbagliato ma accettabile, il mondo, credo adesso di abitarlo da persona felice, o almeno serena-, Gian Paolo Ormczzano Parigi, 1948: Gino Bartali (insieme al ci azzurro Alfredo Binda) è incoronato vincitore del Tour