Fuggì dall'Italia come boss ora è tornato nella paura di Luciano Curino

Fuggì dall'Italia come boss ora è tornato nella paura La carriera di Buscetta, uno dei grandi padrini della mafia Fuggì dall'Italia come boss ora è tornato nella paura Agli inizi della guerra fra cosche, negb* Anni 50, passò con troppa disinvoltura da uno schieramento all'altro - Quattordici familiari uccisi o scomparsi negli ultimi tempi - L'ultimo arresto in Brasile Nella biografia di Buscetta redatta all'Inizio del Settanta dalla Commissione antimafia egli è -un individuo privo di scrupoli e prepotente, borioso e vanitoso'. Tommaso Buscetta detto Masino ha 56 anni, è palermitano, ritenuto uno del grandi padrini della mafia, dovane, vivacchiava con un commercio da quattro soldi, ma presto ha cominciato a comperare appartamenti. Suo fratello Vincenzo (è stato ammazzato con 11 figlio Benedetto alla fine del 1982) In una deposizione all'autorità giudiziaria lo ha descritto come -un individuo dedito a t'ita dissipata e scioperata e solito accompagnarsi con tipi che si "annacanu", cioè con ma/tosi, perché per il mafioso camminare "annacandosl" è un modo di distinguersi dalla gente comune». Incomincia cosi la carriera criminale di Masino Buscetta. Sono gli anni in cui la mafia si .americanizza», con truci metodi di lotta che 1 vecchi padrini non capiscono e disapprovano. Il gioco è grosso e, nel 1952, incomincia la lotta tra 1 Greco e i La Barbera. Mano alle armi. Per molte settimane si va avanti alla media di tre morti ogni due giorni. Alleanze tra cosche diserzioni, tradimenti. Pare che Buscetta passi con trop pa disinvoltura da uno schle ramento all'altro. La guerra tra le .famiglie» continua con attentati, esecuzioni, scomparse. Sparisce nel nulla Salvatore La Barbera. Suo fratello Angelo fugge a Milano e si prende sei pallottole nel torace, ma rimane vivo e dice che deve essersi trattato di uno sbaglio di persona. Ne sa niente Buscetta? Si legge nel Rapporto Antimafia: -Tornmaso Buscetta come uomo di mafia non ha tenuto una condotta adeguata poiché, mentre in un primo tempo parteggiava per l La Barbera, non rimase poi estraneo, come sembra, all'attentato ad Angelo La Barbera».' Ormai Buscetta è un boss, ma a Palermo non può più stare, fugge anche dall'Italia. Dal Rapporto Antimafia: 'Lasciò Palermo per non incorrere nei rigori della legge ed anche per non essere raggiunto dalla vendette delle cosche mafiose rivali». Vive a New York con passaporto Intestato a Manuel Lopez Cadena, cittadino messicano. Ha un altro passaporto canadese intestato ad Adalberto Barbieri. Traffica in stupefacenti. Il 29 luglio 1970 una pattuglia della polizia stradale di Milano ferma per controllo un'Alfa con cinque persone. Una è Buscetta che mostra il passaporto Intestato ad Adalberto Barbieri e la fa franca. Perché ha corso 11 grosso rischio di tornare in Italia? Risponde 11 Rapporto Antimafia: 'Si ritiene di poter affer¬ mare che lu ^■r^muz^Bu-' scetta a Milano non può che essere dipesa da due fattori, la necessità di un intervento diretto (11 sequestro e l'eliminazione del giornalista Mauro De Mauro?) e l'estrema importanza e delicatezza di un fatto riguardante il traffico degli stupefacenti tra l'Italia e l'America». Il 25 agosto dello stesso anno la polizia di New York ferma Manuel Lopez Cadena, che è costretto ad ammettere la vera identità. Finisce in carcere, un mese dopo è in libertà provvisoria avendo la moglie versato 75 mila dollari di cauzione. Scompare da New York. Non si sa più niente di lui fino al novembre 1972, quando giunge una notizia da Rio de Janeiro: -Sbaragliata in Brasile la centrale della droga: tra i sette arrestati anche un italiano, Roberto Camllaro». L'esame delle Impronte digitali rivela che Roberto Cavallaro si chiama in realtà Tommaso Buscetta. Viene estradato in Italia. Dall'Ucclardone, 11 carcere di Palermo, viene trasferito a Cuneo. Nel 1980. nonostante alcune pesanti condanne, gli riconoscono la qualifica di •detenuto esemplare» e gli concedono la semlllbertà. Dice Buscetta: -Ringrazio il giudice che ha avuto fiducia in me. Voglio solo stare in pace, con la famiglia». Lavora due mesi In una vetreria, poi scompare. Ancora in Brasile, con il nome di José Roberto Escobar, «o reu da droga» e presunto Ifonsole» cTelIe grandi famiglie mafiose di Sicilia e degli Stati Uniti. Di qui guida anche la sua cosca palermitana. Poi accade che a Palermo scoppia una guerra di sterminio (duecento ammazzati tra il 1982 e l'83) fra la .famiglia» Greco con alleati e la «famiglia» Badalamentl con la quale stanno gli Inzerlllo, gli Spatola, i Bontade, Buscetta. E' quest'ultima la mafia perdente, e ad avere la peggio è il clan di Masino Buscetta: in quattro mesi scompaiono, vittime della .lupara bianca», due suol figli, sono assassinati il genero e due cugini, il fratello e 11 nipote, altri familiari acquisiti. Per dirigere la controffensiva, Buscetta torna clandestinamente a Palermo. Dà un pranzo di .riconciliazione» durante 11 quale sono avvelanati il boss rivale Rlccobono e 1 suoi gregari. Comunque non può resistere agli avversari e deve ritornare alla svelta In Brasl- presto è cronaca recente. Luciano Curino