Con De Simone un «Barbiere» di gags

Con De Simone un «Barbiere» digags Il Festival di Aix-en-Provence inaugurato da Rossini, direttore Gelmetti Con De Simone un «Barbiere» digags Una realizzazione di grande impegno - Valentini Terrani malata: brava la sostituta Podles - Van Dani indimenticabile AIX-EN-PROVENCE — Col Barbiere di Siviglia di Rossini, in una serata ricca di partecipazione emotiva, si è inaugurato il 3T Festival di Aix-en-Provence nel Teatro dell'Arcivescovado. Gian Luigi Gelmetti e Roberto De Simone firmanouna realizzazione di grande impegno che fa leva sulle infinite risorse della comicità rossiniana, sulla simbiosi di azione e struttura musicate. E' inancata, per un malanno nelle ultime ore, la Valentin! Terrani, una delle grandi attrazioni della serata; il peso non lieve della sua sostituzione è toccato sulle spalle di Ewa Podles, un mezzosoprano che proprio in Rossini si è messa felicemente in luce nelle ultime stagioni. Ha cominciato con qualche comprensibile titubanza l'andante dell' impervia cavatina «Una voce poco fa»; ma ha acquistato scioltezza via via che lo spettacolo procedeva e già alla fine del primo atto era una Rosina di grande autorità, chiara e incisiva nelle colorature, sfrontata quanto ci vuole per dar vita a un personaggio che è sempre nuovo. L'acustica dell'orchestra è un po' lontana e sacrificata nel teatro all'aperto dell'Arcivescovado (che per la prossima stagione dovrebbe essere ampliato e rinnovato). Anziché forzare per farsi sentire, Gelmetti lavora e scava nelle dimensioni imposte con felicissima congenialità: un Rossini umano, mai isterico, sempre sorridente, di cui alla fine non una nota, non un gesto si è perduto. In questo senso l' accordo con la regia di De Simone mostra una rara unità di sentimenti: la recitazione è a tutto tondo, piena di finezze, di gags e pantomime (Figaro, sulla testa dell'orchestra, passa anche la chitarra a Gelmetti, che accompagna dal podio la canzone del conte «Se il mio nome»,); ma invece di una buffoneria meccanica, staziona sul tutto una nota generale di tenerezza ed è sintomatico il tratto di sim- paria che De Simone regala a Don Basilio e a Don Bartolo, dì solito due caricature sospese nell'assurdo. E' vero che qui il regista è stimolato dalla bravura straordinaria degli interpreti: Don Basilio riceve rilievo in¬ dimenticabile da un José Van Dam al colmo della maturità musicale e teatrale. A volte sembra lui il vero protagonista, un testimone machiavellico e implacabile di un inondo di convenzioni ormai in sfacelo: fa teatro con un'occhiata, un gesto,una sillaba e «La calunnia» diventa una visione del mondo. Il pubblico se ne accorge e gli dedica una tempesta di applausi. Anche Jules Bastin è magnifico come Bartolo: un'insidiosa raucedine non ha minimamente scalfito l'umanità del personaggio e la sua rievocazione del tempi andati, «quando cantava Caffarlello», è uno dei gioielli dello spettacolo. La consumata perizia del due *vecchl< mette un po' in ombra i giovani vincenti, Figaro e Almaviva: il primo è il danese Mikaél Melbye, non dimenticato Danilo nella Vedova allegra di Spoleto 1981; il secondo è Robert Gambill, buon tenore di agilità con appena qualche disuguaglianza nel registro. Bravissimi, con un rilievo insolito per le rispettive parti secondarle, Laura Zantni e Jean-Marte Fremeau quali Berta e Fiorello. Unico dubbio, a mio avviso, nella regia e la saltuaria moltiplicazione scenica di alcune figure (tanti Figari, tante Rosine che ruotano attorno al personaggio), secondo un uso contagioso divenuto di moda. De Simone la giustifica con il carattere introspettivo delle arie (personaggi che guardano in se stessi), ma per il pubblico il risultato è sempre un po' dispersivo, pleonastico rispetto a una 'Spettacolarità' già completamente risolta nella musica. Un elogio a parte per gli splendidi costumi di Odette Nicoletti, fastosi e arguti. Lo spettacolo, coproduzione fra gli Opéras di Lione, Marsiglia, La Fenice di Venezia e il S. Carlo di Napoli, ha suscitato vivi consensi, bene auguranti per il varo del Festival 1984. Giorgio Pestelli Jose Van Dani è Don Basilio

Luoghi citati: Marsiglia, Napoli, Spoleto, Venezia