Un poeta nell'inferno psichiatrico
Un poeta nell'Inferno psichiatrico Un poeta nell'Inferno psichiatrico Domani Felice Fischetti, 53 anni, avrà la soddisfazione di veder presentato il suo libretto - Da emigrato avellinese a minatore in Belgio e legionario durante la guerra d'Algeria - «Conosco la vita e la malattia mentale, ma non sono matto» .Cerca il poeta?» chiede 1' Infermiere e addila un uomo robusto e stempiato che attende la visita del cronista con 11 vestito da festa e la camicia bianca, come nelle grandi occasioni. Non ne ha molte Felice Fischetti, «11 ■poeta», 53 anni, da 23 ospite dell'ex ospedale psichiatrico di Collegno. La lunga segregazione e gli psicofarmaci hanno lasciato 11 segno: è un po' annebbiata la mente e stentato il linguaggio. Felice Fischetti ha conosciuto la camicia di forza e le cinghie ai polsi, quelle del tempi bui della psichiatria. Ora è un «Jihero», ospite di una casaalbergo dell'ex ospedale, non ancora dimesso pei che non saprebbe dove andar a vivere. Domani sarà un giorno particolare della sua vita, 11 più Importante, atteso chissà da quanto: presenteranno un juo libro di poesie, titolo • Versi del pensiero mistero», stampato In 250 copie nella tipografia della locale Unità sanitaria. Alcuni squarci: nascita a Guardia Lombardi (Avellino), secondogenito di tre figli, padre umile commerciante, adolescenza difficile, a 18 anni emigrazione. Va in Francia, poi in Belgio a lavorare in miniera. Oltre dieci ore il giorno nelle viscere della terra, parte del salarlo spedito a casa. Sono gli anni della guerra d'Algeria, la Legione straniera arruola avven-! turierl e mercenari. Fischetti si lascia attrarre, passa quattro anni In Algeria, quattro anni d'inferno, fra attentati, bombe, sangue e terrore. Lasciano il segno sulla sua psiche quelle Immagini di guerra e di spaventose avventure. Ma salva la pelle.' Quando torna in Italia viene da un fratello nella nostra città. Vorrebbe trovare un lavoro regolare, ma la sua mente è sconvolta. Finisce a Collegno. Ha ancora davanti agli occhi 1 corpi squarciati dalle bombe dell'Oas, le Immagini della vita grama e dura In miniera: emozioni prorompenti, Irrefrenabili. Sfociano In versi che la mano tremante verga su quaderni a quadretti riposti frettolosamente neU'armadlo persona¬ le, quasi per nasconderli. Chi 11 capirebbe, a chi Interesserebbero In quell'ambiente dove la sofferenza e la malattia mentale stravolgono e annientano? Il lessico da lui usato non trova riscontri nel Tommaseo o nello Zlngarelll, è un misto di avellinese e di Italiano che farà storcere 11 naso al puristi ma che ha 11 pregio dell'immediatezza. Il »poeta» canta la vita e la morte, «il pelustro cammino» e «la preghiera del silenzio», la rosa e la farfalla. Fischetti non ha cultura scolastica, non ha letto né un romanzo né un libro di poesie. «Ma conosco la vita e la malattia mentale, anche se non sono matto» chiarisce. Oli sembra già sufficiente per un uomo. Ha scritto Natalia Glnzburg: »Le poesie di Fischetti sono scritte in una condizione di estrema solitudine. Non è però la solitudine del deserto, arida e riarsa, ma quella del mare. Sembra che le onde del mare siano passate sopra le parole di questo poeta trasformandole, come appunto fanno le onde con i vetri e 1 rottami abbandonati sul fondo». Fischetti continuerà a strizzare la sua anima e la sua mente per riempire 1 suol quaderni a quadretti. Non è stanco di vivere, ma confessa di Invocare 11 'Paradiso», quello dell'aldilà In cui crede fermamente. «Penso di meritarmelo. Guido J. Paglia
Persone citate: Felice Fischetti, Fischetti, Natalia Glnzburg, Tommaseo
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