Fallisce il rapimento di una «suora»

Fallisce il rapimento di una «suora» Vercelli, durante il processo a «mamma Ebe» i genitori volevano riportarla a casa Fallisce il rapimento di una «suora» DAL NOSTRO INVIATO VERCELLI — «Ti si Un mona... calmate», rimprovera Fernanda Trevisan, 52 anni, al marito Tarcisio Norbiato, 53, che sta camminando su e giù per il corridoio del tribù-' naie passandosi le mani sui capelli bianchi. Pochi attimi prima aveva fallito con due parenti 11 «rapimento» di Emanuela, la figlia «suora» di •mamma Ebe». Avevano tentato di portarla via davanti a una marea di persone. Le urla della ragazza hanno riempito 1 corridoi del Palazzo di Giustizia, si dibatteva come un'anguilla, «lasciatemi, lasciatemi, con voi non voglio più tornare». Adesso 1 genitori si rimproverano di essere stati poco accorti: «Se podeva portarla fora de qua con una scusa. Sulla strada saria sta tuto più facile, come l ga fato 1 napoletani l'altro giorno». (Si riferivano al «ratto» di Anna Vitale, caricata senza tanti complimenti dai fratelli su una «Renault» che poi è partita alla volta di 8. Antonio Abate). Emanuela era arrivata ieri mattina in tribunale accompagnata da una «suora» del suo stesso ordine per testimoniare al processo di Giovanni Soldati e Orlando Tolomeo, accusati di violenza privata. Sono i due che mar- tedi trascinarono via Emanuela dalla signora Trevisan che voleva parlarle per convincerla a lasciare l'ordine di. Ebe. Segui una scena violenta, la donna prese a ceffoni la figlia e fu poi bloccata dal carabinieri. L'episodio si concluse con l'arresto dei due uomini per violenza privata. Ieri mattina doveva svolgersi 11 processo per direttissima. Però pochi minuti prima del fallito «rapimento» era stato annunciato che l'udienza era stata rinviata per un proseguimento di indagini. E sempre ieri mattina Emanuela ha avuto l'occasione di ripetere al genitori, urlando: 'Non vi conosco, a casa non ci torno». Uno strano comportamento se si leggono le sue riflessioni sul •quaderno delle colpe» che ogni sabato Emanuela (come tutte le altre ragazze di San Baronto) doveva consegnare In visione a Ebe. Ha scritto l'8 dicembre dello scorso anno: « Vocilo andarmene via lontano da qui; qui non c'è posto per me. Non so cosa fare. Perché non ho più voglia di far niente; tutto mi pesa. Tu non hai tempo per me (probabilmente si riferisce alla Giorglnl) ed lo non sento niente né per te né per Dio». Tre mesi prima annotava: 'Le mestruazioni non mi vengono e ho il dubbio che dipen¬ da dal Dobren» (ammette quindi l'Ingestione di farmaci. Il Dobren in particolare è usato come ansiolitico e in dosi massicce provoca sonnolenza, fiacchezza. A Villa Gigliola di San Baronto 1 farmaci erano distribuiti a manciate, come le caramelle. All'ora di pranzo, accanto alle posate, c'erano delle compresse che i «seminaristi» dovevano prendere tra un boccone e l'altro. Oggi sostengono che si trattava di vitamine. Forse le stesse «vi-1 tamlne» che hanno offuscato la personalità di Daniele Chiocchi, 22 anni che nell'82 frequentava la quarta classe presso l'Istituto Commerciale «Pacini» di Pistola ed era domiciliato a San Baronto, da «mamma Ebe». La donna si presentava agli insegnanti «come facente le veci dei genitori». Agli atti del processo ci sono le fotocopie di un elaborato di storia del ragazzo. E' incomprensibile: righe su righe di ghirigori, cancellature, salti di spazi. Sicuramente al ragazzo facevano prendere delle medicine che gli offuscavano completamente il cervello. E la storia di Daniele non è un caso unico in questa incredibile comunità «religio sa» sbocciata sulle colline pistoiesi. Aldo Popaiz Vercelli. Emanuela Norbiato si dibatte mentre i genitori tentano di trascinarla fuori dal tribunale

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