Ecco l'America delle donne

Ecce» PAmerkq delle donne Intervista con Geraldine Ferraro, candidata alla vicepresidenza Usa del partito democratico Ecce» PAmerkq delle donne «Abbiamo mandato i marìnes in Libano senza una linea logica, conosciamo troppo poco il resto del mondo» «Alla Casa Bianca c'è un bel sorriso, ma non esiste politica estera» - «I russi sono sempre più liberticidi e arroganti, noi siamo stati aspri nei toni sia sui giusti problemi sia sul terreno della propaganda interna» NOSTRO SERVIZIO NEW YORK — Intorno alla casa di Queens da Ieri mattina all'alba c'è la polizia, c'è la televisione, ci sono 1 cronisti che si arrampicano sul tetto e tentano di calare i microfoni e 1 cameramen che cercano di filmare la cucina con lo «zoom». Geraldine Ferraro, la prima donna e la prima persona di orlgrBfe italiana ad essere prescelta come candidato alla vlcepresldenza degli Stati Uniti, è stata avvertita in anticipo ed è già partita. Ma prima che lasciasse New York l'ho potuta incontrare, col marito che si chiama Zuccaro ed è un imprenditore edile, all'albergo Regency di Manhattan. Prima ancora avevamo parlato a lungo nel piccolo ufficio che Geraldine Ferraro ha nel quartiere di Forest Hills, 11 suo distretto elettorale, uno spazio di pochi metri, una bandiera americana, una italiana e alcune ragazze volenterose che sono state la sua base e 11 suo quartler generale e che, in pochi mesi, hanno fatto di lei il simbolo anche politico delle donne d'America. La prima domanda è sulla politica estera. E lei risponde cominciando da quell'aspetto della politica estera americana -di cui bisognerà parlare molto perché è un dramma che si svolge alle porte di casa-'. E' l'America Centrale, il Nicaragua, 11 Salvador, una delle zone calde del mondo e probabilmente uno degli argomenti infuocati nel prossimo confronto fra i democratici di Mondale e 1 repubblicani di Ronald Reagan. -Sono appena andata in America Centrale — dice Geraldine Ferraro — ed è stato un viaggio da incubo. Non vorrei fare troppo la femminista. Ma gli uomini tornano di solito con osservazioni e impressioni sulle armi, sul partiti, sugli schieramenti e sulle probabilità, di vittoria dell una e dell'altra parte. Io ho visto folle di donne disperate che scappano sia dalla guerra che dalla fame. Ho visto bambini denutriti che nessuno mostrerebbe volentieri in televisione perché fanno spavento. Li prendi in braccio e non pesano niente. Gli carez- zi la faccia e hanno la febbre. Non ho mai trovato queste notizie incluse tmt nostri rapporti sulle zone di conflitto del mondo'. -D'altra parte — prosegue — nessuna donna è membro del Comitato affari esteri della Camera. Io ci sono andata con un'altra donna, anche lei membro del Congresso. Pensi che abbiamo avuto cinquanta incontri e discussioni di gruppo in nove giorni. Abbiamo voluto vedere tutti, i cosiddetti " '■,■ iB^-finijm'j rJr!-'"' nemici. S'intènde che' la gente come me ha un chiodo fisso, i diritti umani. Non sono cosi ingenua da non sapere chi calpesta i diritti umani. La guerra senza quartiere lo fa, le ideologie di importazione lo fanno. Ma anche i governi che per convenzione in media si identificano come amici dell'America lo fanno. Le squadre della morte sono vere, non sono una trovata delle opposizioni e dei ribelli. I contras tenuti in servigio con fondi del nostro governo non sono accettabili per una democrazia. Come possiamo essere esempio, coscienza del mondo contro le repressioni, le aggressioni e le guerre se poi mandiamo in giro agenti con lo stesso genere di missione e per giunta senza l'approvazione del Congresso?». -Se poi si mette sul piatto della bilancia non solo la montagna di violazioni dei diritti umani ma tutte quelle facce che ho visto, di donne disperate e di bambini affamati, allora, mi creda, non c'è una parte giusta e una sbagliata. C'è una tragedia. Una tragedia da fermare subito. I fondi investiti in quell'area del mondo devono servire a costruire, a nutrire, a dare fiducia, non a creare più guerra: • Come vede — conclude la Ferraro — francamente non credo nelle soluzioni militari. Mi meraviglio persino che si debba fare tanta fatica a dire che il problema si può e si deve risolvere senza sangue. Come possono del politici seri, degli esperti accreditati immaginare un futuro tutto costruito di terrore e. controterrore? Se diranno che non ho una grande esperienza in politica estera, risponderò che è vero. Ma dirò che, da quel poco che ho visto, sembra che la logica e la morale vadano insieme. Quello che accade adesso è allo stesso tempo poco morale, perché troppa gente soffre, e poco logico perché non può portare ad al¬ cun risultato: E sulla politica estera americana in generale qual è la sua posizione? •Sono stata in Israele e nel Libano due volte in due anni. Ancora non riesco a trovare una linea razionale nel nostro intervento in quell'area. Abbiamo mandato 1800 marines. Ne abbiamo perduti ZOO. Su questa perdita ho avuto un bel problema a spiegare a mio figlio, che ha 20 anni e ha appena dovuto iscriversi nelle liste di leva, come è possibile che ZOO soldati possano essere fatti saltare in aria di notte, senza difesa. A me sembra un triste simbolo di certe cose che ogni tanto purtroppo accadono nella nostra politica estera. Conosciamo troppo poco il resto del mondo. Andiamo in aree che ci sono psicologicamente e culturalmen¬ te ignote. Ci muoviamo senza un disegno, senza una linea logica alle spalle.»- mUna cosa che dirò in questa campagna elettorale — afferma Geraldine Ferraro — è che l'America degli ultimi anni ha un gran bel sorriso, alla Casa Bianca, una faccia simpatica, ma non ha una politica estera. C'è una linea che si spezza, finisce nel niente. Non facciamo niente per trattare, niente per proporre alternative, niente per prevenire i pericoli del futuro, niente per comunicare con i nostri alleati o per rendere meno diffidenti e meno insicuri coloro che non ci capiscono, non ci amano, ma non sono ancora nostri nemici». E sul rapporti tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica qual è 11 suo punto di vista? •/ rapporti sono pessimi, non sono mai stati peggiori. Ma qui vedo una triste concorrenza fra noi e loro, fra Reagan e Cernenko. Noi slamo stati aspri nel toni e Inflessibili sia sul grandi e giusti argomenti sia sul terreno della propaganda ad uso interno. Ma i russi non scherzano. Sono diventati più liberticidi, più oppressivi con i loro alleati, più irragionevoli negli organismi internazionali, più arroganti nel modi e nelle dtchlarazloni di quanto non siano mai stali. Si direbbe che i nostri due Paesi facciano a gara nell'esorclzzare la paura atomica pretendendo che il pericolo non esista. Ma quel pericolo esiste e io ho paura della loro arroganza e del nostri errori, della loro cecità e della nostra dlslnvoltu ra». Quale situazione pensa di trovare a San Francisco, nel suo partito, nella Convenzione democratica? Si dice che, per tradizione, nella politica americana 11 partito più litigioso è sempre, alla fine, quello perdente. •Può darsi che sia vero, e certo andiamo a San Francisco con un bel po' di tensione e di problemi irrisolti. Ma cerchiamo di ricordare l'ultima campagna elettorale, quella che ha portato al trionfo di Reagan. Reagan e Bush si sono attaccati con asprezza incredibile. La memoria del media è labile. Quanti di noi ricordano che è stato George Bush a coniare l'espressione "economia del Voodoo", come definizione sarcastica del programma di Ronald Reagan? Lo accusava di essere incapace, impreparato e inesperto. Poi è diventato il suo candidato alla vtcepresldenza, insieme hanno vinto e, devo dirlo, insieme hanno lavorato di buon accordo». Come giudica 11 problema Jesse Jackson, le sue accuse agli ebrei, 1 toni aspri della sua campagna elettorale, 11 modo minaccioso con cui si prepara a partecipare alla Convenzione? 'Prima di tutto bisogna evi tare il rischio di sottovalutare ti reverendo Jackson. La sua non è stata una campagna simboltca e il suo merito è di avere attratto dentro la vita politica attiva (partecipare, votare) tanta gente che prima si era autoesclusa. Questo merito è grande. Poi c'è il problema del suot toni che forse non sono soltanto toni, sono anche seri errori politici e comunque un problema. Sarebbe grave se una intera comu nità impegnata per la prima volta, dopo Martin Luther King e le dimostrazioni per i diritti civili, in una grande mobilitazione politica, fosse spinta verso la strada senza uscita di un estremismo che la politica americana non tollera». 'Sarebbe grave se mosse incaute, sbagliate e in qualche caso decisamente condannabili — sottolinea — portassero a una polarizzazione razziale proprio all'interno del grande partito pluralistico d' America. Io non credo che accadrà. Non credo che ciò sia possibile. Ma il grande capolavoro di Jackson, Il suo contributo alla democrazia americana sarà reale se alla Con venzione democratica saprà riportare al partito la sua gente e le sue tensioni. Niente di ciò che può rendere migliore o minaccioso il futuro ri guarda un solo gruppo etnico o culturale. Ci aspetta il grande confronto politico che impegnerà tutto ti Paese, sul controllo delle armi, contro la paura della guerra, per una revisione dell'economia che potrebbe essere falsamente sana se resta seduta sui due baratri del deficit nazionale e del debiti che il Terzo Mondo non può più pagare. Ci aspetta la ripresa del discorso di pace di Camp David, che è rimasto interrotto. Ci aspetta il ritorno a un vero dialogo alla pari con i nostri alleati, che adesso si sentono isolati lontani. E' una lunga Usta di impegni, tutti pressanti, tutti drammatici. Sarebbe un danno immenso se a questi impegni non lavorassimo insieme. Che cosa pensa sulla nomina di una donna alla vlcepresldenza, per la prima volta nella storia d'America? »Non sarei sincera se non dicessi che sono contenta a nome di tutte le donne. Potrò vincere o potrò perdere. Ma d ora in poi sul tappeto d'Ingresso della Casa Bianca non et sarà più scritto: in questo ufficio è vietato l'ingresso alle donne, a meno che non siano mogli graziose o tenere figite.. Furio Colombo New York. Geraldine Ferraro, qui insieme con Walter Mondale, la prima donna (e la prima persona di orìgine italiana) od essere prescelta come candidalo ali» viceprcsidenza degli Stati Uniti