Le due bandiere della Lituania di Fabio Galvano

 Le due bandiere della Lituania NEL PAESE CHE MOSCA NON E' RIUSCITA A TRASFORMARE Le due bandiere della Lituania Sono la religione cattolica, praticata dal 70 per cento, e la lingua - In questa propaggine dell'impero sovietico si parla russo «il meno possibile» e si beve birra, non vodka - Un indomito spirito nazionalistico «che non va tuttavia confuso con ambizioni d'indipendenza» Apertura verso gli stranieri e la loro cultura - I rapporti con la Polonia e Solidarnosc - Villette private accanto al «kolchoz» DI RITORNO DA VILNIUS (Lituania) — «Zemaiclu Aline» è il tiomc di uno straordinario locale nella via Muzlejaus. Sotto terra, in una teoria di cantine comunicanti, grotte fumose e appetta illuminate, schiere di giovani lituani versano da grandi brocche di terracotta l'ottima birra delle campagne. Btrra, non Vodka, ed è il primo segno di quanto sia distante da Mosca questa propaggine del grande impero sovietico. Alta, bionda, le ragazze sovente eleganti, la sua è una gioventù da Nord Europa più che da sleppe euro-asiatiche; ed è la gioventù che si ritrova in tutte le birrerie e nei bistrot, così animati c raccolti, cosi diversi dalle piazze d'armi gitali appaiono — simili a squallidi atrit di grandi stazioni ferroviarie — frojwf ristoranti di Mosca e della Russia. ..Parla russo?.., mi rivolgo alla ragazza che più che cameriera è kellerina. Il meno possibile, è la bruciante risposta. Nell'identità della lingua — che gli esperti dicono derivi direttamente dal sanscrito — si raccoglie quanto rimane di un indomito spirito nazionalistico .che non va tuttavia confuso, 7»t spiega un giovane professore universitario, con ambizioni d'indipendenza». Come la religione cattolica (praticante il 70 per cento della popolazione), anche la lingua è una bandiera alla quale non solo generazioni nostalgiche, tua anche le nuove leve si aggrappano con grande vigore. Tutti i lituani studiano russo a scuola, ma soltanto il 30pcrcento degli adulti lo parla. E neppure molto bene. In quel mancato crogiuolo di nazionalità che e la Lituania, la penetrazione di Mosca risulta appena superiore a quella polacca e il processo di russificazione considerevolmente Inferiore a quello di province molto più lontane e addirittura nel cuore dell'Asia. In Uzbekistan, per esemplo, la cultura russa ha trovato spazi jilù facilmente disponibili: in Lituania, come anclte in Estonia e (meno) in Lettonia, l'occupazione si è scontrata con tradizioni secolari organicamente assorbite da tutta la popolazione. A Vilnius tutte le scritte sono bilingui, ma appena si va nelle campagne il russo è quasi totalmente assente. Con lo straniero, i gioitavi lituani preferiscono arrabattarsi con un miscuglio di inglese e di tedesco, come a voler indicare uno stile di vita, un'apertura culturale e ideologica ben distinti dal modello sovietico. Hi-fi e punk Soprattutto, a differenza di Mosca, si e colti dalla gradevole sensazione che qui non ci sia sospetto per lo straniero. I contatti casuali che capita di stringere a Vilnius non sono rari e soprattutto non difficili: come qttello, che mi è capitato mentre passeggiavo Stella città vecchia in compagnia di alcuni colleghi occidentali, con i ragazzi (studenti universitari, giova- ni professori) che formano un complesso dilettantesco di musica folkloristica lituana. Espressione di un relativo benessere che è facile da constatare — dalla qualità delle abitazioni ai locali pubblici, dai negozi di abbigliamento a quelli di Hi-Fi, alla mancanza di code negli spacci di prodotti alimentari — e di uno stile di vita che ha uno spiccato sapore nord-europeo più che russo sovietico, questo scampolo di gioventù lituana trova negli strumenti musicali di un'antica tradizione locale la bandiera che altri cercano nel cattolicesimo. Dalle loro Birbync, dai Kanlcs, dallo Skrabalal, strumenti rispettivamente a fiato, a corda e a percussione, fatti di legno e di corno, si levano note delicate e allegre, da grande festa paesana, un altro riflesso di quella che è la natura agricola della Lituania (sebbene oggi il 65 per cento della popolazione viva in città). Dà 'impressione, questa Lituania, di essere tutto sommato un Paese discretamente felice, che ha saputo adattarsi alle necessttà storiche e politiche cercando semmai di trarne qualche vantaggio. Anche se poi nella toilette piena di graffiti di un bar nella città vecchia compare, accanto a punk che è un diretto riferimento all'inevitabile fascino dell'Occidente e delle sue mode, uno stridente Lauk Rusos,/uori i russi. La Lituania non fu mai conquistata dagli scandinavi né dal tedeschi, a differenza delle due adiacenti repubbliclte baltiche di Estonia e Lettonia. Fu essa stessa una grande potenza, che si estendeva fino alle rive del Mar Nero prima di diventare provincia polacca (con l'introduzione del cattolicesimo, alla fine del XIV secolo). Lo zar Pietro il Grande conquistò Estonia e Lettonia; lo smembramento polacco del 1793 e del 1795 aggiunse la Lituania all'impero russo di Caterina. Diventata indipendente nel 1918. ma con la regione di Vilnius annessa due anni dopo alla Polonia, fu vittima net 1940 del patto RibbcntropMolotov, e nel '44 dei carri armati sovietici. Da questa sua storia sofferta nasce la realtà lituana d'oggi: non sovietica (e alcuni governi fra i quali quello statunitense non hanno mai riconosciuto l'annessione), ma neppure polacca sebbene SO mila abitanti della capitale siano polacchi e abbiano, oltre alle loro scuo le, anche un giornale (Czer vonny Sctandart). «Solidarnosc ha fatto mol to rumore, 7«l dice la guida, ma qui non ha avuto molto seguito». In altri ambienti la parola Solidarnosc è tabù capace di ridurre al silenzio un'animata discussione. L'identità della Lituania traspare a ogni angolo di questa sua antica capitale, nello splendore delle chiese tardo-gotlche e poi barocche in parte restaurate, nei cortili dell'università, nell'architettura che per la parte antica risente delle sue origini italiane e per quella moderna cerca di differenziarsi il più possibile dal pesanti canoni monumentali del realismo socialista imperante nell'Unione Sovietica. Nei cinema, nel teatri, nelle librerie il lituanismo tiene testa alla pressione russa, anche se vengono esposti sugli scaffali più libri in russo che in lituano, e proiettati nei cinema più film di Mosca con i sottotitoli in lituano. Per certi versi la Lituania può apparire come un corpo estraneo, attaccato con il mastice della ragion di Stato al colosso sovietico ma intimamente gravitante verso altri mondi. «Slamo un piccolo Paese, con poche risorse, osserva uno studente che incontro in un cortile universitario, uno del 17mila che animano le 12 facoltà ancora aperte, e da soli non potremmo sopravvivere. Ma possiamo avere una nostra cultura, una nostra lingua». Quello che più colpisce il visitatore in una delle fattorie colletlve — kolchoz — di media dimensione della regione è il clima dominante di benessere, ma anclte di ordine, pulizia, efficienza. Il primo trae origine da quella che è un'obiettiva riccliezza dei campi, e non va dimenticato che ti 50 per cen to del reddito lituano viene dall'agricoltura cheproduce— tantoper citare un dato — il 40 per cento della carne e del latte dell'intera Unione Sovietica. E di fatto il reddito pro-capite, grazie a un'espansione agricola che è oggi formata da 737 kolchoz e 344 goschoz è passato dal 046 rubli del 1960 al 2200 rubli attuali (circa quat- tro milioni e mezzo di lire, forse il livello più atto in tutta l'Urss). Ma accanto a queste realtà economicìte, quali mi vengono riferite dal vicepresidente del Gosplan lituano Vitautas Ozhunas, ci sono altri elementi, che nessuna cifra può indicare. Ecco il kolchoz Rytu Ausra, a un centinaio di chilometri da Vilnius. Il suo presidente, Genrlkas Krctavlctus, è anche deputato al Soviet Supremo di Mosca. Mi racconta dei 3350 ettari, dei mille kolchosìani (460 attivi), dei 76 trattori e del 58 camion, del 51 agronomi specializzati, del 150 uomini die si occupano esclusivamente dell'edilizia del kolchoz, di quelli che sono i servizi sociali (dall'asilo alla scuola, dallo spaccio al ristorante, dalla piscina all'ambulatorio) e di quella che è la cura dell'anima (una chiesetta e un vecchio prete, che neppure lui cotnuntsta convinto tenta di celare), di quello che è (10,57 rubli il giorno, circa 22 mila lire) un reddito molto alto nel panorama dell'agricoltura sovietica. E tutto ciò mi dice con evidente orgoglio, attorno al tavolo imbandito di casa sua. un villino in stile nord-europeo. Un pianeta Ma c'è di più. Accanto alla casa di Krctavlcius, agricoltore lituano, c'è la stalla con la vacca che rappresenta una parte della sua attività «privata- (qui si dice «ausiliaria... mezzo ettaro per contadino, e a questo capitolo — 7per cento delle terre — si ascrive il 31 per cento della produzione agricola). Ci sono gli orti di frutta e verdura, i fiori. Più giù, sulle sponde di un laghetto, un altro edificio a tre piani. «E' la mia sauna, dice Kretavlctus con estrema naturalezza, con un paio di stanzette per I miei amici, quando mi vengono a trovare». E' un scpno tangibile di benessere die, paragonato ai 9 metri quadrati per persona di talune città russe, alla lotta per trovare casa ed evitare (anclte a Mosca) la coabitazione, fa davvero di questa Lituania un pianeta molto distante dalla stella sovietica del Cremlino. Ma non solo questa, che è dopotutto la casa del «presidente- del kolchoz, dà tale impressione. Sono decine, sparse in tutta la fattoria, le villette di 100-130 metri quadri che nulla hanno da invidiare a certe città del nord-europeo. Prati rasati all'inglese, rigoglio di fiori, siepi tagliate alla perfezione, in un'ordine e con un gusto che non ho mai visto in una città come Mosca. Da chiudere gli occhi, sentire l'erba spugnosa sotto i piedi, e pensare a Londra: ma anche questo è un pezzo di Lituania. Fabio Galvano

Persone citate: Lauk