A Palermo polemiche per un nuovo assessore

A Palermo polemiche per un nuovo assessore E' un consigliere comunale de rinviato a giudizio A Palermo polemiche per un nuovo assessore DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Rinviato a giudizio 11 mese scorso per concorso in truffa, 11 capogruppo democristiano Toni Curatola è stato eletto assessore comunale alle manutenzioni, al posto del dimissionarlo Salvatore Mldolo. Dopo 1' incriminazione, Curatola si era dimesso da capogruppo, sostenendo di voler attendere senza cariche la dimostrazione della sua assoluta innocenza. Lunedi sera invece Curatola ha accettato l'elezione ad assessore (conserva anche l'incarico di capogruppo, perché non è ancora stato sostituito). L'Inchiesta giudiziaria riguarda l'attività di un centro studi che due anni fa tentò di ottenere sostanziosi contributi dal Comune per effettuare ricerche sulla realtà scolastica a Palermo. Curatola era assessore comunale alla Pubblica Istruzione: è stato rinviato a giudizio dal pubblico ministero Paolo Giudici insieme con altri esponenti della vita culturale e politica di Palermo, tra 1 quali 11 preside della facoltà di Magistero Gianni Faglisi, l'ex assessore comunale Michele Bonanno (de), l'ex preside del liceo «Garibaldi» professor Sarlno Costa, 11 funzionarlo del Teatro Massimo Piero Albergonl. Sulla giunta comunale di Palermo non pesa soltanto 11 «caso Curatola» e la questione morale ad esso collegata. Il sindaco Giuseppe Insalaco (de) l'altro giorno ha inviato al procuratore della Repubblica, all'alto commissario antimafia, al segretario de De Mita, al ministro dell'Interno Scalfaro e al presidente della commissione antimafia Alinovi gli atti della seduta del Consiglio comunale svoltasi venerdì scorso, nel corso della quale 11 dimissionarlo assessore Mldolo (de) lanciò pesanti accuse contro la giunta comunale e contro 11 sindaco Insalaco. La navigazione della giunta, In carica solo dal 14 aprile, è estremamente Insidiosa. «Supererà gli scogli?., è stato chiesto al sindaco. Insalaco ha risposto: «A Palermo ci troviamo spesso davanti a immense barriere di cemento armato, altro che scogli. Se riusciremo a superarle va bene, altrimenti passeremo la mano ad altri, perché in queste condizioni è veramente difficile operare». Non è la prima volta che Insalaco, durante la sua breve permanenza a Palazzo delle Aquile dov'è subentrato a Elda Pucci, minaccia di andarsene. Il fuoco è attizzato innanzitutto dalla questione del rinnovo degli appalti per la manutenzione delle strade e delle fogne e per quello dell'illuminazione pubblica, che comportano quest'anno una spesa di oltre 130 miliardi. Come 1 suol due ultimi predecessori, Insalaco pensa di attribuire gli appalti a trattativa privata, «con la wasatow^ la più assoluta trasparenza, facendo tutto alla luce del sole». Ma proprio la trattativa privata è stata duramente contestata a. r.

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