Mafioso pentito si fa arrestare ventiquattr'ore dopo la fuga

Mafioso pentito si fa arrestare ventiquattr'ore dopo la fuga Pino Scriva evade dalla caserma di Tropea, telefona e si costituisce Mafioso pentito si fa arrestare ventiquattr'ore dopo la fuga NOSTRO SERVIZIO VIBO VALENTIA — «Pronto, appuntato? Mi passi il comandante. Sono Pino Scriva, voglio tornare, in caserma». Il carabiniere prega 1' interlocutore di attendere, poi gli passa il colonnello Biagio Buono, comandante della Legione di Catanzaro. L'ufficiale scambia poche parole col .-pentito» della 'ndrangheta, fuggito sabato notte dalla caserma di Tropea in modo ancora misterioso. Scriva gli chiede di andarlo a prendere insieme al capitano Paradiso. Si fida solo del due ufficiali. Cosi avviene. Colonnello e capitano salgono sull' auto e si dirigono vicino a Rosarno in provincia di Reggio Calabria. Arrivano in allerta campagna, a pochi chilometri da Candidonl, e dagli alberi spunta un uomo: è Scriva, puntuale all'appuntamento. Scattano le manette. Si chiude in 24 ore un'evasione singolare col mafioso doppiamente pentito: di far parte della 'ndrangheta e di essere fuggito dalla caserma. Ma perché l'ha fatto? Chi doveva incontrare? Per quale motivo, il «re» delle fughe dal carcere si è arreso così presto? Il sostituto procuratore Bruno Scrivo e il giudice istruttore Carmelita Russo hanno interrogato il mafioso per tutta la giornata. Vogliono capire come ha eluso la «sorveglianza» dei carabinieri, uscendo dalla porta posterióre della caserma che dà ; sullo spiazzo dove ci sono gli automezzi. Davanti alla postazione stazionano abitualmente due militari, armati di mitra e col giubbotto antiproiettile, e la cella dov'era rinchiuso Scriva era controllata da un carabiniere. Gli interrogativi sono tanti, soprattutto perché il personaggio è importante. Con le confessioni, il mafioso ha consegnato agli inquirenti 1' organigramma completo delle cosche che agiscono nella Piana di Gioia Tauro e nel Vibonese. Ha spiegato come funzionano, quali sono gli anelli di congiunzione tra le varie «famiglie», quali traffici controllano, chi sta al vertice, chi sono i manovali. Il risultato è stato clamoroso: più di duecento persone accusate di attività mafiosa. Altre indi¬ ziate per gli inquietanti legami emersi durante le indagini. Scriva, da «pentito», godeva di una certa libertà in caserma. Tanto è vero che gli era stato concesso di incontrare la moglie Maria Carmela Nocera, di 34 anni, e il figlio Francesco di 13 anni. Ma non si riesce a capire cosa lo abbia spinto ad abbandonare, sia pure per poche ore, la sicura protezione del carabinieri per un fuga senza certezze. L'allarme è scattato domenica mattina quando i carabinieri si sono accorti che Scriva era sparito dalla sua cella. Decine di pattuglie hanno battuto le province di Catanzaro e di Reggio Calabria alla ricerca dell'evaso. r. s.

Persone citate: Biagio Buono, Bruno Scrivo, Carmelita Russo, Maria Carmela, Paradiso, Pino Scriva, Scriva

Luoghi citati: Catanzaro, Gioia Tauro, Reggio Calabria, Rosarno, Tropea, Vibo Valentia