Violenza in aula, arrestati due seguaci di mamma Ebe

Violenza dueseg aula, arrestati ì di mamma Ebe Volevano impedire a una «suora» di parlare con i genitori Violenza dueseg aula, arrestati ì di mamma Ebe La giovane era apparsa come inebetita nella deposizione, tutta a favore della fondatrice DAL NOSTRO INVIATO VERCELLI — Quattro ceffoni e due arresti per violenza privata al termine della prima parte del processo a «mamma Ebe». Sono le 13,55 quando il presidente del tribunale annuncia l'intervallo e avvocati, testimoni e pubblico escono dall'aula per riversarsi nel corridoio delle scale. L'ultima a deporre era stata Emanuela Norbiato, farà 23(finnl a settembre, veste ancora l'abito nero della «Pia Unione Gesù Misericordioso... Una ragazza pallida, occhi fissi, ha risposto con una punta di arroganza a tutte le domande che le sono state rivolte. «Mi sento suora anche se dicono che non lo sono mai stata... Con mamma Ebe ero libera di andare e venire quando volevo... I genitori di Emanuela (Tarcisio e Fernanda Norbia¬ to, 53 e 52 anni, abitano a Villafranca Padovana) avevano reso la loro deposizione prima della figlia. Un racconto drammatico «Emanuela avelia conosciuto Ebe due anni fa quando portava suo fratello a farsi curare gli occhi dalla santona. Dopo tre mesi era già suora. Ora la ragazza non vuole più tornare a casa, siamo disperati». Viene chiamata Emanuela e la giovane quasi non guarda in faccia padre e madre. Un atteggiamento scostante che fa perdere le staffe anche al presidente. Fernanda Norbiato parla In dialetto veneto. Dice che sua figlia era allegra, brava «e adesso sembra addormentata dalle troppe medicine che le danno nella Villa di San Baronto». Ancora una domanda del pm a Emanuela sul perché ha fatto scrivere «religiosa.. sulla sua carta d'identità. «Ma religiosa è la vita che conduco — risponde — il resto non conta». Il presidente annuncia la pausa e l'aula si svuota. Appena varcata la porta Emanuela viene avvicinata da Tolomeo Orlando, 52 anni, netturbino di Lucca, Giuseppe Soldati, di 46, che risiede a Lardano e da altri facenti parte di un gruppo di laici che frequenta la Villa di San Baronto. Qualcuno dice alla «suora»: «Sei slata brava, complimenti». Ma tra la folla c'è anche Rita Lo Conte, madre di Alessandra e Antonella Gallozza che aveva deposto l'altra settimana raccontando come erano state ingaggiate le sue due figliole da «mamma Ebe» e la sua disperazione perché non le ha più viste. Urla Rita Lo Conte a Fer- nanda Norbiato: «Prendi tua figlia. Questo è l'unico momento per portartela a casa». Fernanda si avvicina a Emanuela, la prende per un braccio e le dice: «Vieni con me ...sono tua madre...ascoltami. Ti prego, non farci morire». La ragazza sembra quasi convinta Tolomeo e Soldati si intromettono, afferrano la ragazza per le spalle e la trascinano via. Fernanda reagisce: «Vien a casa...tl si me fia» e comincia a menare schiaffi alla figlia per svegliarla dal suo torpore. Ed Emanuela alza la voce: «Lasciami stare, come ti permetti. Vattene via». Arrivano i carabinieri, ascoltano rapidamente 1 testimoni, il maresciallo Gallo scende precipitosamente le scale e blocca sull'ultimo gradino Tolomeo e Soldati. I due sono portati in caserma, saranno processati giovedì Questo episodio è stato l'unica nota saliente di un processo che per tutta la mattinata di ieri si è trascinato stancamente nell'ascolto dei vari testimoni. Ha parlato Stefania Cionl, una maestra d'asilo che aveva preso i voti nell'80 credendo di diventare una vera suora. «Ebe mi diceva che l'ordine era stato approvato dalla Santa Sede e die lei era addirittura la segretaria del Papa». E ha anche raccontato quando don Giovanni Moneta le disse che la «mamma» aveva il dono della bilocazìone. «Ora lei è qui a San Baronto, ma se viene con me in Vaticano la twin anche là che discute con i cardinali» e altre idiozie del genere. Invece Tiziana Muzzarelli (diploma magistrale) ha spiegato ai giudici che quando è entrata a San Baronto «ho dato alla mamma un milione per mantenere i seminaristi. Ugo Abate era il farmacista dell'ordine perché distribuiva manciate di medicine a tutti i ragazzi quando erano irrequieti». Aldo Popaiz

Luoghi citati: Lucca, Villafranca Padovana