Ieri Navratilova, oggi McEnroe?

Ieri Navratilova, oggi McEnroe? Ieri Navratilova, oggi McEnroe? Senza storia la finale femminile di Wimbledon, la Evert sconfitta Connors, contro il pronostico, tenta di rivincere 10 anni dopo il primo successo DAL NOSTRO INVIATO LONDRA — L'amazzone conferma la propria superiorità. Martina Navratilova, 28 anni ad ottobre, boema di Praga, ma dal 21 luglio 1981 cittadina americana, vince a Wimbledon per la quinta volta, la terza consecutiva, salendo cosi al sesto posto nella graduatoria delle tenniste con il maggior numero di vittorie dopo l'americana Moody con otto successi in singolare, l'inglese Chambers con 7, l'altra inglese Hillyard, la francese Lcnglen e l'americana King con 6, alla pari con le inglesi Dod e Starry anche loro con cinque titoli. Quello riportato ieri contro la connazionale Chris Evert, in due set durati un'ora e 23 minuti, è il quinto torneo consecutivo del grande slam, chiudendo un ciclo di trionfi iniziato lo scorso anno proprio a Londra, ma che vede ora la campionessa del mondo intenzionata a proseguire la sua serie di successi. Come lo scorso anno, Martina Navratilova giunge al successo senza perdere un solo set (80 games all'attivo, solo 35 al passivo), eppure Chris Evert, giunta meritatamente in finale, a dispetto delle più giovani rivali che la davano ormai bella e spacciata per il ruolo di rii'ale numero uno, ha giocato il miglior tennis della sua carriera. Ha aumentato la potenza e la gittata dei suoi colpi, ha imparato l'arte di scendere a rete, ha potenziato il servizio, pur essendo ormai alle soglie del trentanni. Ma non è bastato, nonostante uno strepitoso avvio die l'ha vista scattare in testa per 3-0, con ben due break di vantaggio. Poi Martina Navratilova ha messo a posto il proprio servizio, prima titubante, e proprio la battuta ha finito per determinare il divario di valori. L'efficacia superiore di quello di Martina, su cui Chris faticava a rispondere, e un paio di doppi falli commessi dalla Evert nei momenti cruciali, hanno facilitato la vittoria. Cosi Martina rimontava l'handicap di due break ed al tie-break, sul 4-2, trovava la strada spianata verso il successo da un doppio fallo di Chris die le dava la possibilità di aggiudicarsi il primo set. Nel secondo set, Chris pcrdeyp nuovamente il servizio nel terzo gioco con un fatale secondo doppio fallo, poi aveva nel quarto e nel sesto gioco rispettivamente tre e due palle break per rientrare in partita, ma in ogni occasione Mar¬ tina faceva valere il peso della sua prima palla di servizio. Alla Evert che subiva un nuovo break il settimo gioco non restava altro che accattivarsi la simpatia del pubblico annullando quattro match-points nel corso dell'ottavo gioco prima di arrendersi al quinto, quando mandava in corridoio una risposta di rovescio incrociata. Per Martina nel 1984 è il 43° match vinto, con una sola sconfitta rimediata ad Auckland contro Hana Mandlikova ed ora il suo bilancio in singolare sull'erba di Wimbledon vede 58 vittorie e solo 7 sconfitte, mentre Chris Evert ha un bilancio di 70 successi e so- lo dieci sconfitte con quella di ieri. Alla vincitrice oltre al piatto è andato un premio di 90 mila sterline (più di 215 milioni di lire), a Chris la metà. Oggi in campo maschile un match dalle caratteristiche simili. Due americani a confronto. Il campione del passato Jimmy Connors, che a 32 anni, come la sua ex fidanzata di un tempo Chris Evert, non si è ancora stancato di vincere ed il campionissimo del presente, John McEnroe, che per la potenza del suo servizio, la sua classe, il suo tocco, quando è in buone condizioni flslcìie diventa imbattibile cosi come Io è in campo femminile Martina Navratilova. McÉnroe cerca il suo terzo successo a Wimbledon ed il bis dello scorso anno, stesso obiettivo per Connors che, dopo aver vinto nel 1974 e nel 1982, vuole confermarsi campione a ben dieci anni di distanza dal suo primo successo, a conferma di una straordinaria longevità agonistica. Rino Cacioppo

Luoghi citati: Londra, Praga