Bologna, regno dei pedoni di Remo Lugli

Bologna, regno dei pedoni Dopo la vittoria dei «sì» per l'abolizione del traffico in centro Bologna, regno dei pedoni La circolazione delle auto nelle strade del centro storico sarà ridotta progressivamente - Il 25 luglio, il Consiglio comunale si riunirà per decidere il primo pacchetto dei provvedimenti - La chiusura sarà estesa, per ora, ad alcune decine di strade - Sono previste piste ciclabili e corsie per mezzi pubblici - H problema dei parcheggi DAL N08TR0 INVIATO BOLOGNA — Le schede del referendum sul traffico stanno andando in archivio negli scantinati del palazzo d' Accursio e si placano le polemiche che hanno vivificato i giorni successivi a quello della votazione, il 17 giugno. Il fronte del "no" (perdente, con 92.863 voti contro 223.265 "si"), male digeriva la sconfitta. Protestava contro le modalità del voto. Gli elettori delle europee avevano ricevuto a casa una scheda con una domanda: «£' favorevole a vietare progressivamente, nel giorni feriali, la circolazione delle vetture private nel centro storico, consentendo il transito ai mezzi pubblici e ai veicoli dei residenti?-. Il voto andava espresso ponendo una croce su una delle due caselle, si e no, e la scheda era da introdurre in un'urna apposita nell'ambito del seggi per le europee. Fra le proteste basta citare la più significativa, quella del vice sindaco Gabriele Gherardo del psi, partito che pure aveva invitato a votare si». Secondo lui la scheda, anche se piegata, lasciava trasparire la scelta, molti avevano messo la croce sotto gli occhi degli addetti al seggi, qualche votante era stato "alutato" da loro. In sostanza, risultato poco attendibile. •Ma — avevano risposto il sindaco Renzo Imbenl e l'assessore al Traffico Roberto Matulli, entrambi comunisti — il referendum non era istituzionale, aveva solo scopo consultivo e, d'altra parte, la gente poteva compilare la scheda a casa-. La maggioranza del «si», comunque, è rilevante, 70,63% contro 29,37%, 11 margine dovrebbe essere sufficiente a compensare eventuali irregolarità a danno dei «no». Dunque Bologna si avvia a diventare la prima città italiana che trasforma tutto 11 centro storico in un'isola pedonale, un'area vastissima, Dentro alla cerchia delle porte c'è, Infatti, un'estensione di 400 ettari, cioè quattro chilometri quadrati, dove abitano 64 mila persone e dove è addensato un terziario sviluppatisslmo, banche, negozi, uffici. Un'impresa, secondo gli oppositori del progetto dell'Amministrazione, assurda, enorme, irrealizzabile. .Starete a vedere — gli ribatte il sindaco, — questa è la volta buona-. Di plani del traffico più o meno drastici nel senso del divieti si parla da anni; quelli proposti, via via subivano modifiche. I bolognesi ormai si erano abituati alle varie soluzioni progettate, l'argomento andava perdendo lo smalto Iniziale. Poi, nel '68, si era passati alla prima realiz¬ zazione: la chiusura di via D' Azeglio e di via de' Pignattari, entrambe parallele alla chiesa di San Petronio, e di Piazza Maggiore. I commercianti di via D'Azeglio si erano ribellati, anche con una serrata. Infine 11 provvedimento era stato assorbito. Adesso fanno affari buoni. •Certo — dicono i fautori del "no" — una via isolata bloccata al traffico non crea problemi perché la gente può lasciare la macchina in una strada adiacente-. Dopo via D'Azeglio, qualche anno fa, erano stati chiusi alle auto 11 primo tratto di via Santo Stefano, piazza San Domenico e una dozzina di brevi strade a ridosso delle centralissime via Ugo Bassi e Rizzoli. Un arsenico a dosi piccole, indolori. L'intenzione degli amministratori comunali comunque era evidente: raggiungere un obiettivo di divieto di transito molto vasto. E infatti, nell'82, accompagnato da una campagna intensa sul tema dell' inquinamento e della salute pubblica, veniva lanciato 11 nuovo plano «Una città per viverci». Le cifre esposte erano allarmanti: 181 mila veicoli entrano ogni giorno in città e 1 loro motori emettono 200 tonnellate di ossido di carbonio, 20 tonnellate di ossido di azoto, 30 di idrocarburi e 3 quintali di piombo. Dati che gli oppositori contestavano. Sosteneva, ad esemplo, l'Associazione commercianti, che l i l a e e o se anche la cifra di 181 veicoli era esatta, certamente molti di questi erano stati contati più di una volta per 1 ripetuti girl che un automobilista deve fare prima di trovare un parcheggio. Nell'agosto '82 si bloccava 11 passaggio alle auto private dalle 7 alle 20 nelle centralissime arterie a forma di T, Ugo Bassi, Rizzoli, Indipendenza e un tratto di via Castiglione. Era la prima fase del nuovo plano. La seconda scattava nei primi mesi dell" 83 con la chiusura di 150 strade secondarle, in due fasce orarle, dalle 7 alle 10 e dalle 14,30 alle 16,30, però con libertà di passaggio al residenti. Molto lavoro per 1 vigili, naturalmente, e un rlacutlzzarsl delle proteste. Ma da altre parti, come l'Azienda trasporti urbani e i taxisti, si premeva per l'attuazione completa del plano. L'Arci proponeva un referendum e il Comune faceva sua la proposta. Ecco cosi alla risposta dei bolognesi: «Si, chiudiamo progressivamente, ecc. ecc.-. E adesso cosa succede? Il Consiglio comunale dovrebbe riunirsi 11 25 luglio per discutere un primo pacchetto di provvedimenti. Si dice che la chiusura verrà estesa ad alcune decine di strade, dalle 7 alle 20, con abolizione delle due fasce orarie ora esistenti. fornitori delle merci potranno entrare coi loro furgoni fino alle 7 e dalle 13 alle 15. Sono previste la realizzazione di piste ciclabili e di piste delimitate dal serpentoni per uso esclusivo del mezzi pubblici, l'istallazione di nuovi parchimetri a pagamento. Elio Battellanl, presidente della Associazione commercianti, la quale si era battuta per incrementare il fronte del "no", ora ha addolcito lasua posizione: «Eravamo contro il referendum, perché strumento inadatto. Ci rendiamo conto dell'inquinamento e della difficoltà di circolazione, ma non si può privare il cittadino dell'auto. Bisogna consentirgli di arrivare fino alla cerchia della circonvallazione, ma qui occorrerebbero grandi parcheggi, che non ci sono. I divieti potranno entrare in vigore solo dopo che si saranno realizzati-. Nel suo programma l'Amministrazione parla anche di parcheggi, ad esempio su aree ora occupate da caserme, ma è facile capire che ci vorranno anni prima che si possano costruire. E si prevedono nuove strade, raddoppi di carreggiate, collegamenti fra le grandi infrastrutture: un'operazione che, secondo 1' assessorato alla Programmazione territoriale, si aggirerà intorno al 700 miliardi. Non v' è dubbio che i prossimi mesi saranno densi di sorprese per 1 bolognesi. Remo Lugli

Persone citate: Elio Battellanl, Gabriele Gherardo, Renzo Imbenl, Roberto Matulli, Ugo Bassi

Luoghi citati: Bologna