Un pubblico straordinariamente freddo ha accolto il suo concerto

Canta Stevie Wonder, Londra tace Un pubblico straordinariamente freddo ha accolto il suo concerto Canta Stevie Wonder, Londra tace Una serata divisa per temi, con pezzi nuovi e bellissimi alle radici della musica afro-americana LONDRA — Forse un giorno Stcvic Wonder riconoscerà che invitare gli ascoltatori inglesi a cantare con lui non provoca quel genere di rispondenza immediata con cui la stessa iniziativa è presumibilmente accolta a Detroit o ad Atlanta; la sua musica è amata dagli inglesi, ma non ci si può aspettare die si sbottonino in massa. Wonder è un musicista molto sofisticato, ma tagliarlo fuori dal rapporto con i suol ascoltatori — anche quando è senza successo — equivarrebbe forse a negargli ossigeno. VI sono molte sottigliezze nel suo talento compositivo e nella sua tecnica strumentale, alle cui radici si trova la primogenitura afro-americana di Wonder: una cultura in cui la divisione tra musicista e ascoltatore è pochissimo identificabile, in cui il predicatore e la sua congregazione interagiscono con l'intento di diventare un singolo, indivisibile organismo. I tentativi di Wonder per provocare nell'uditorio qualcosa di più dell'ascolto passt- vo sono approdati a rari sprazzi durante le due ore dt concerto, ma possono anche avere rivelato un fine forse involontario e secondario durante i momenti di rilassatezza tra le esplosioni dt intensità create nel momento in cui raggruppava il suo repertorio. Artisti molto sensibili come Bob Dylan, Bruce Sprlngsteen e l'ultimo Marvin Gaye si sono accorti che il vecchio metodo di organizzare concerti — canzone veloce, canzone lenta, canzone veloce, eccetera — è meno interessante di una sequenza in cut le canzoni sono raggruppate più per somiglianza che per differenza. Cosi Wonder è andato al suo pianoforte per darci le sue ballate: «Ali in Love is Fair», «Lately» e «Rlbbons In the Sky» (quest'ultima è stata eseguita dalla meravigliosa chitarra acustica di Ben Bridges e dalla caratteristica improvvisazione per armonica a bocca di Wonder). Ha messo Insieme quelle die potrebbero essere definite le sue canzoni di protesta, con varie sfumature: la fermezza morale di «Hlgher Ground», la rabbia politica di «You Haven't Done Nothtng» e l'affresco sociale di «Llvlng /or Vie City». La sostenuta dance music di «Slr Duke», «I Wtsh» e la nuovissima e bellissima «Go Home» sono diventate una suite, com'è avvenuto, contrariamente alle attese, con la storiografia di «Uptight», «For Once in my Life», «My Cìiérlc Amour» e Signed, Sealed, Dellvered», ciascuna delle quali è stata eseguita meravigliosamente dalla sua band dt 12 elementi. Richard Williams Copyright «The Times Newspaper» e per l'Italia «La Stampa» Stevie Wonder e (a destra) Kdwin Birdsong: un talento sofisticato

Persone citate: Ben Bridges, Birdsong, Bob Dylan, Bruce Sprlngsteen, Cosi Wonder, Fair, Marvin Gaye, Richard Williams, Stevie Wonder

Luoghi citati: Atlanta, Detroit, Italia, Londra