Dal carcere un po' di speranza

Dal carcere un po' di speranza Dal carcere un po' di speranza Un incontro al Serniig con ex detenuti, famigliari e assistenti sociali Ernesto Olivero: «Cerchiamo di vivere i loro problemi per risolverli» «Non è un convegno — tiene subito a precisare — ma un Incontro». E che differenza c'è? «E' diverso. Per noi, per 11 Sermlg, incontrare qualcuno vuol dire entrare nel suoi problemi e non perderli più di vista. Nel convegni, In genere, ci si limita alle parole». Ernesto Olivero presenta cosi l'ultima iniziativa di promozione umana avviata dal Sermlg, nella sua «casa della Speranza», l'ex Arsenale, di piazza Borgo Dora. In programma sabato dalle 15 alle 18, si Intitola «dal carcere una speranza» e sarà il primo incontro pubblico tra gli aderenti al Servizio Missionario Giovani ed alcuni ex detenuti, assistenti sociali e familiari di persone attualmente In carcere. L'obiettivo e affrontare con rinnovata determinazione problemi vecchi, che l'inerzia ha reso quasi Insolubili, almeno a breve termine. Uno di questi è 11 sovraffollamento nelle prigioni (in Italia vi sono 47 mila detenuti, di cui 1400 solo alle Nuove, con un altissimo indice di coartazione forzata), un altro sono i trasferimenti di detenuti in carceri distantissime tra loro, con effetti devastanti sugli Individui e sul loro tessuto familiare. «Perché non Ipotizzare — dice Olivero — carceri solo regionali in modo da non strappare il detenuto al suo ambiente? Perché non ovviare all'ozio dilagante nelle carceri, obbligando chi sconta una pena a seguire corsi scolastici? •Tutte utopie?». Il fondatore del Sermlg commenta: «E' sconfortante che si usi questo termine per problemi che sembrano troppo grandi. Anche lo sterminio di Interi popoli per fame lo è; però riteniamo nostro dovere dare anche le poche briciole che riusciamo a raccogliere».

Persone citate: Ernesto Olivero, Olivero

Luoghi citati: Italia