Morto Salan, il generale di Algeri

 i ra am _ ssr*, ■■ AH ■ HA asm. ■ A I Morto Salan, il generale di Algeri L'ex capo delTOas aveva 85 anni, fu condannato a morte, poi all'ergastolo e infine graziato per il tentato putsch del 1961 i ra am _ ssr*, ■■ AH ■ HA asm. ■ A I Morto Salan, il generale di Algeri nostro servizio i nostro servizio PARIGI — Il generale Raoul Salan è morto all'alba di ieri nell'ospedale militare Val-de-Grace, a Parigi. Ex comandante in capo in Indocina e in Algeria, aveva assunto la guida dell'Organizzazione armata segreta, l'Oas, che sì opponeva alla politica di De Gaulle in Algeria. Condannato a morte in contumacia, poi all'ergastolo per il tentato putsch del '61, venne graziato da De Gaulle nel '68. Aveva 85 anni. Pochi uomini sono stati meno carismatici di questo ufficiale dal profilo di antico romano e dallo sguardo indecifrabile. In tutte le occasioni in cui il suo nome venne alla ri> balta, ci si interrogò sul «mistero Salan». Che fosse in tribunale come sul fronte, alla testa delle sue truppe, che por tasse le sue molte decorazioni o l'abito civile del clandestino, Salnn sembrava avere un potere sconosciuto. In realtà non ci fu un mistero Salan. Ci fu un uomo segreto, il cui segreto veniva reso più profondo da una certa timidezza, dal timore di venire sorpreso in un momento di abbandono, e anche di lasciarsi sfuggire l'occasione favorevole. In Indocina, l'uomo che venne soprannominato «il mandari¬ no» seppe non dissipare l'eredità di De Lattre, quell'eredità che pure presto si rivelò terribilmente fragile. E anche in Algeria, sul campo, riuscì a non perdere nulla dell'essenziale, interpretando come meglio gli conveniva le ambiguità di Parigi. Solo tre violenti choc fecero uscire dai gangheri questo personaggio di marmo. Il primo, il «caso del bazooka»: un gruppo formato da un dentista, due rappresentanti di automobili, un gioielliere, un vigile del fuoco c un operaio puntarono due lanciarazzi rudimentali contro la finestra del suo ufficio, uccidendo, ii 15 gennaio del 1957, uno dei suoi vice, il maggiore Rodier. Pochi giorni prima, dietro sua richiesta, il generale Massu e la sua divisione aerotrasportata avevano ricevuto pieni poteri per mantenere l'ordine ad Algeri. In quell'occasione Salan scopri di essere impopolare (lo accusavano di essere un ufficiale «mendesista» che, dopo avere «svenduto l'Indocina», si preparava a «svendere l'Algeria»); e scoprì quanto fossero potenti coloro che da Parigi, negli ambienti vicini a De Gaulle, avevano manovrato gli attentatori. Il comandante in capo in Algeria farà l'impossibile per farsi accettare, e se possibile amare, dai civili e dai militari, togliendosi di dosso un'accusa ai suoi occhi tanto ingiusta. E più tardi diverrà addirittura il capo di quegli ultra d'Algeria che avevano tentato di ucciderlo, sempre nutrendo un rancore più aspro che mai, il rancore degli uomini che non si aprono, nei confronti di tutto ciò che riguardava il gollismo. ' « Diverrà di una prudenza estrema. Si terrà informato sugli intrighi polititi, manterrà amicizie utili a Parigi (come aveva incorrjinoiatp a fare in Indocina), conserverà qualsiasi documento, fpei quanto insignificante fòsse, come dimostrano le sue. memorie. Secondo episodio: il 13 maggio '58. L'uomo chiave in Algeria era Robert Lacoste. E dopo la partenza del ministro residente, di .fatto tutte le responsabilità andavano al comandante ini capo. La folla che ha invasa: il governatorato generale grida improperi contro Raoul Salan, che è impotente, è sempre impopolare. Lascia che Massu occupi la scena e aspetta. Presto diventa arbitro della situazióne: è capo dei ribelli e allo stesso tempo delegato del governo. Ma non sa che fare di questo fragile potere. Dopo avere Massaggiato una popolarità costruitagli frettolosamente dagli esperti dell'azio¬ ne psicologica, è costretto a scegliere: la Corte Suprema, o rovesciare il regime. Pur essendo poco portato alle rivoluzioni, deve cedere alle pressioni e agli intrighi dei gollisti, i più abili e i più decisi tra i gruppi di pressione che lo circondano,1 c riportare al potere il generale De Gaulle. Infine, il terzo colpo. L'ex capo della Francia libera non 6; malgrado certi discorsi, un fautore deciso dell'Algeria francese quale la Concepisce Salan e della quale si è fatto garante. Si lascia circondare dagli ultra civili e militari, continua nella politica di pacificazione e di integrazione che ha avviato. Lo sorprende sentire una dopo l'altra le riserve di Parigi, non avere risposte alle sue domande. Poi, come Muselier, come Giraud, come gli antichi nemici di De Gaulle all'improvviso viene messo da parte, con un incarico che salva la forma, di responsabilità. Tre volte De Gaulle o gli uomini più vicini al generale hanno attaccato o ingannato Salan. Legalista affondato noli' illegalità, repubblicano nella tradizione «di sinistra» dell' esercito coloniale assume la guida di una sedizione, pur riaffermando la sua fede nelle istituzioni. In suo nome sono stati commessi alcuni delitti: non sarà in grado di imporre la sua autorità a uomini che pensano soltanto a fare di lui un anti-Dc Gaulle, un generale contro «il» generale. Non ne ha i mezzi, né, forse, la voglia. Soprattutto, sa cogliere le occasioni e prepararvisi, ma non sa provocarle. Un soldato sperduto i Un soldato sperduto nella politica? E' una formula, una giustificazione valida forse per altri, ma non per lui, che, per la sua stessa carriera, si è sempre tenuto informato sugli intrighi di Parigi, prima per motivi professionali, poi per passione, e per necessità. Nell'ultimo volume delle sue memorie, De Gaulle dice di Salan: «La sua figura, capace, abile, e per certi versi affascinante, ha in sé un qualcosa di instabile e di enigmatico che non mi sembra adattarsi a quel tanto di certezza e di rettitudine che una grande e leale responsabilità esigono». Un ritratto brillante, ma piuttosto ingiusto: su quali certezze e su quale rettitudine Salan poteva contare nel maggio del '58? 1 suoi torti furono altri: quello di controllare poco o nulla la repressione di Algeri affidata all'esercito nel '57, di seguire per essere seguito, di coprire per essere coperto, e soprattutto di avere sobillato e guidato una guerra civile che ebbe il solo risultato di portare ulteriori sciagure ai francesi d'Algeria. Salan vittima della storia? Forse. Loro, i francesi d' Algeria, certo lo sono stati. Jean Planchals Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» Raoul Salan, il « soldato più decorato di Francia» (Tel. Ansa)