Il dialogo cifrato

Il dialogo cifrato Il dialogo cifrato Mosca c Washington si scambiano messaggi che il resto del mondo fatica a interpretare: siamo di fronte a ma-' novre propagandistiche di limitata importanza, o possiamo invece sperare che, sia pure in modo confuso, si slia delincando una duplice svolta della politica estera americana e sovietica, capace di consentire il rilancio di un serio negoziato strategico? Le opinioni sono divise; si alternano speranze e delusioni. Anche l'ultimo episodio, apertosi con la proposta sovietica di avviare a settembre un nuovo negozialo sulle armi spaziali, ò di discussa interpretazione. Si è supposto dapprima che il passo di Mosca, con l'indicazione di una data così vicina, anteriore alle elezioni presidenziali di novembre, volesse dire clic i capi sovietici si erano rassegnati a vedere rieletto Reagan, tanto da ritenere utile un ravvicinamento col Presidente-candidato, a costo di rafforzarlo ulteriormente col nuovo negoziato. " Le speranze di tutti sono aumentate quando, dopo poche ore, si è avuta la risposta di Reagan. Si trattava, in sostanza, di un «si, ma»: la Casa Bianca si diceva cioè d'accordo sulla nuova Conferenza; ma proponeva che in essa si discutesse, oltre che delle armi spaziali, anche di nuove condizioni per la ripresa dei negoziati ginevrini, da tempo sospesi, sulle armi nucleari. Era detto chiaramente (e lo hanno poi confermato i portavoce) che questa proposta di allargamento dell'ordine del giorno' non era una conditio sine qua non: era un suggerimento e non un ultimatum. Ma Mosca preferiva interpretarla subito nel modo peggiore, e respingeva a giro di posta il passo americano, sostenendo che esso mirava a «bloccare il negozialo». A questo punto le speranze si sono spente; per riaccendersi però con il «barbecue negoziale» di Washington e con i lunghi conversari tra Reagan, Shultz e il sempre autorevole Dobrynin. Che pensare di questa vicenda, ancora niente affatto conclusa? Per quanto riguarda l'America, si può parlare di una chiara conferma dell'ipotesi che vi sia stata una svolta Arrigo Levi I (Continua a pagina 2. in quarta colonna)

Persone citate: Arrigo Levi, Dobrynin, Reagan, Shultz

Luoghi citati: America, Mosca, Washington