In Jugoslavia si rinnova il mistero di Fatima di Vittorio Messori

In Jugoslavia si rinnova il mistero di Fatima A Medjugorje, in Erzegovina, cinque ragazzi «parlano» con la Madonna e custodiscono dieci segreti sul futuro dell'umanità In Jugoslavia si rinnova il mistero di Fatima NOSTRO SERVIZIO MEDJUGORJE — Alle sei e mezzo della sera, mentre in chiesa termina il rosario, i ragazzi entrano nella stanzetta a destra dell'aitar maggiore. Sono Jakov, 13 anni, Ivan, 19, e tre ragazze: Ivanka, Vicka, Maria, tra i 18 e i 20. Nella stanzetta, pigiati, in piedi, alcune decine di testimoni, severamente filtrati dai francescani che reggono la parrocchia. A un metro da una parete, una sorta di altarino davanti al quale si schierano i cinque ragazzi. Dopo qualche istante di preghiera, ecco la misteriosa «Figura» che essi soli dicono di scorgere. Con perfetta simultaneità, crollano sulle ginocchia, con un tonfo che sembra non procurare loro alcun'dolore. Sembrano ormai entrati in una dimensione «altra»: i volti si trasfigurano, irraggiano luce, gioia. I dieci occhi sono puntati verso una stessa direzione, si muovono insieme quando l'apparizione si sposta. Con un altro fenomeno sconcertante, cessa di colpo l'.audio», come girando il comando di un televisore: si vedono i movimenti sulle labbra dei cinque ma non si avverte più alcun suono. Si è provato ad avvicinare una fiamma alle mani dei veggenti, persino a punzecchiarli con aghi, senza riuscire a distrarti dal colloquio sema suono con la visione. Strumenti sofisticati applicati ai corpi hanno mostrato che la loro non è una trance o un fenomeno isterico: attività cardiaca e cerebrale restano normali, i muscoli permangono elastici, le ciglia battono regolarmente. L'espressione gioiosa del volto non degenera in atteggiamenti ispirati: nessun segno di esaltazione religiosa, solo la testimonianza di un colloquio disteso, affettuoso. Dopo qualche minuto, l'«audio» torna all'improvviso: i cinque, ancora una volta con sincronia perfetta, recitano in croato il Pater Noster, partendo dalla seconda invocazione. L'inizio, dicono, è detto dalla Signora con la quale dialogano. Poi, la fase finale dell'incontro: uno del ragazzi esclama: «Se ne va!», gli occhi tornano a muoversi insieme, a seguire «Qualcosa» che si innalza verso il soffitto. Per un'altra sera ancora, l' apparizione di «Nostra Signora di Medjugorje» si è verificata, sconvolgendo chi vi ha assistito ma non i ragazzi che — sereni e listi come sempre — vanno ad aiutare in sacrestia o a cantare nel coro della parrocchia. Inizia la Messa vespertina tra le navate dell'ampia chiesa moderna, strapiena dei montanari dell'Erzegovina: tutti — giovani e vecchi — pregano ogni sera per oltre due ore, con fervore inaudito. Fuori, decine di frati su sedie sparse nei prati, davanti a file interminabili di penitenti inginocchiati. Tutt'attorno — in una sorte di Far West della fede — camper e tende di migliaia di stranieri. Tra i pellegrini, un clima di cristianesimo fraterno ma sobrio, lucido, lontano da ogni fanatismo. Eppure, quasi ogni giorno e ogni not¬ te — stando ad ormai migliaia di testimonianze insospettabili — la croce in cemento su una montagna vicina si trasforma in globi di luce, in figure sacre, lancia raggi altissimi e abbaglianti. Le prime volte, squadre di pompieri e di «pionieri del popolo» si arrampicavano sulla cima pensando a un incendio, ma trovavano sempre il luogo deserto e tranquillo. Decine di persone, poi, lasciano traccia nel registri della parrocchia denunciando guarigioni istantanee da ogni sorta di malattie, cancro compreso. E' così dal 24-glugno del 1981 a Medjugorje, questa desolata pietraia carsica sulle montagne a sinistra della camionale AdriaticoSarajevo, presso Mostar, città di impronta musulmana. La bianca chiesa parrocchiale sorge solitaria al centro dell'altipiano ed è officiata dai francescani, amatissimi dal popolo che confermarono clandestinamente nelle fede lungo i quattro secoli della dominazione turca. L'enorme prestigio dei frati contribuisce a spiegare certi problemi con il vescovo del luogo, mons. Pavao Zanlc. Pressato da una parte del suo clero diocesano e, soprattutto, dalle allarmate autorità marxiste, il vescovo ha scelto un'attesa prudente che corrisponde alla tradizione genuina della Chiesa, ma clic ha spazientito gualcite entusiasta. Ora, sui fatti straordinari di Medjugorje è sceso in campo — con tutto il peso del suo prestigio internazionale — lo studioso francese René Laurentln, forse la massima autorità mondiale per la teologia e le apparizioni mariane. Dopo un'inchiesta sul luogo e uno studio critico dei fatti l'abbé Laurentin ha scritto un saggio le cui conclusioni stanno mettendo a rumore gli ambienti degli studiosi:. dal punto di vista psichico, i cinque ragazzi sono del tutto normali (come ha del resto dovuto riconoscere la stessa commissione medica del governo che intendeva rinchiuderli in manicomio); è esclusa l'illusione e la frode; il messaggio è perfettamente allineato alla Scrittura e alla Tradizione autentica della Chiesa. Dunque, per Laurentin — come per gli altri esperti, medici agnostici compresi, che si sono occupati del caso — fatto salvo il futuro giudizio ufficiale dell'autorità ecclesiastica, non ci sono dubbi: a Medjugorje sarebbe davvero Maria che appare. La Madonna, qui, sembra continuare il messaggio di Lourdes, Fatima, La Salette: grandi pericoli minacciano l'umanità, la pace (.Regina della pace» si è autodefinita la misteriosa «Signora») può essere salvala solo con la fede, con la preghiera, la conversione, il digiuno. E' tu quest'ultimo aspetto che si insiste, tanto che in Jugoslavia e altrove, portata dai due milioni di pellegrini giunti slnora, sta tornando la prassi antica del digiuno del venerdì a pane ed acqua. Ma la «Signora di Medjugorje» ha convinto moltissimi a ritornare anche alla confessione settimanale, al rosario, alla Messa quotidiana. Qui, come In Polonia, il regime alterna bastone e carota, messo in allarme da un movimento popolare che cresce da più di mille giorni: in tre anni, solo cinque volte la Visione è mancata all'appuntamento con «i suoi angeli», come chiama l veggenti. I quali, separati durante il giorno (continuano i loro studi e il loro lavoro, in località diverse) e interrogati uno ad uno dopo l'apparizione, riferiscono le stesse cose, con le stesse parole. Una concordanza che allontana ulteriormente i sospetti di una già improbabile combine. Che accadrà ora a Medjugorje? Cresce in tutto il Paese l'attesa per un «segno» — permanente e riconoscibile anche dai non credenti — die Maria avrebbe promesso di lasciare sull'altopiano. Quando e come avverrà, è uno dei dieci «segreti» sul futuro dell'umanità che V Apparizione ha consegnato ai ragazzi che si rifiutano di rivelarli, sino a quando la «Signora» non lo permetterà loro. Insistono, piuttosto, sulla serietà e sull'urgenza dell'appello: la pace non si salva confidando nei politici o nelle marce, ma andando alla radice del male, cioè al peccato dì ciascuno. Solo ritrovando la pace, con la conversione personale, nel suo cuore — questo sembra il senso ultimo del messaggio di Medjugorje — l'uomopoirà sperare nella pace tra gli uomini. Se questo non dovesse accadere — riferiscono ancora i veggenti — il castigo sarà inevitabile e solo i superstiti di una drammatica svolta della storia sapranno ricreare una società su basi davvero umane. Bisogna affrettarsi (dicono i cinque ragazzi) perché Maria ripete che questa — cTte è la più lunga — è anche la sua ultima apparizione prima di una catastrofe che solo il ritorno a Dio potrebbe scongiurare. Vittorio Messori

Persone citate: Ivanka, Jakov, Laurentin, Pater, Pavao Zanlc

Luoghi citati: Jugoslavia, Medjugorje, Polonia