Metternich geniale equilibrista dell'Europa di Aldo Rizzo

Metternich geniale equilibrista lell'Europa Metternich geniale equilibrista lell'Europa Ottocento, Albert Sorel, al nostro Nlttl; che giudicava la pace di Versailles del 1919 un passo indietro rispetto alla pace di Parigi del 1815. e allo storico austriaco-tedesco Heinrich von Brblk, che nella prima biografia di Metternich, nel 1925, definiva «perennemente memorabile» la lezione politico-diplomatica del Cancelliere. Del quale, Herre sottolinea tutti gli sforzi di evitare i conflitti armati, anche quando sembravano ormai Inevitabili i-Se tutti quanti al mondo ci somigliassero, cara Marie, non ci sarebbero guerre, che sono un'invenzione detestabile, ma dipendono malauguratamente dalla natura umana», scriveva Metternich alla figlia alla vigilia dello scontro decisivo con Napoleone, che aveva cercato fino all'ultimo d'impedire, sperando di ottenere gli stessi risultati con la diplomazia). Resta 11 problema di che tipo di mondo, di società, di umanità, egli vedesse possibile dietro o sotto i grandi equilibri di ver-* tlce: il problema che 11 13 marzo 1848 (quando l'ondata Insurrezionale europea, che cumulava 1 motivi del liberalismo e del nazionalismo, arrivò sino a Vienna) pose fine a una carriera, oggi diremmo a una leadership, di mezzo secolo. Anche In questo caso Herre non indulge al facile cliché del «genio della reazione.., del nemico delle libertà. Metternich gli appare piuttosto come un illuminista a metà, che temeva gli sbocchi «romantici», cioè passionali, cioè rivoluzionari, cioè forieri di disordine e anche di sacrificio della libertà, di un razionalismo egualitario accettato sino in fondo. Per questo gli serviva il principio della legittimità monarchica, dell'autorità politica che scende dall'alto: In fondo 11 solo correttivo che la propria cultura e le circostanze storiche gli mettevano a disposizione contro le spinte dal basso. Ma non era per ciò stesso un controrivoluzionario, odiava ogni estremismo. In definitiva, un personaggio che non poteva non finire travolto dalla storia, ma che, finché la storia fu di un certo tipo, la padroneggiò, sforzandosi di conte-, nerne ogni eccesso, e In questo modo lasciando un'eredità, almeno •metodologica», che è un valore In sé. (Un uomo, anche, di grande disponibilità personale al: la vita e alle sue avventure quotidiane., per certi aspetti persino un libertino: e 11 libro è, sotto questo profilo, un bellissimo' romanzo d'epoca). Aldo Rizzo Franz Herre: «Metternich», Bompiani, 332 pagine, 30.000 lire.

Persone citate: Albert Sorel, Franz Herre, Herre

Luoghi citati: Parigi, Versailles, Vienna