Vivere da Rothschild di Ernesto Gagliano

4/5 4/5 Tutto libri Storia, finanze e piaceri nell'autobiografia del barone Guy Vivere da Rothschild PARIGI — I lettori francesi cominciano a scoprire la nuova filosofia italiana. Non attraverso i libri, che ancora nessuno traduce, ma con l'aiuto di inchieste La prima è apparsa domenica scorsa su «Le Monde»; una seconda, più robusta, dovrebbe uscire in un numero speciale della rivista «Critique» 11 quotidiano di Parigi ha dedicato ai nostri pensatori due grandi pagine del supplemento domenicale «Le Monde aujourd'hui», sotto il titolo «Piccole verità all'assalto del tribunale della Ragione». L'autore del dossier, Christian Dcscamps, prende lo spunto dal servizio di «Tuttolibri» sulla immagine della cultura italiana all'estero e osserva che nessuno degli intellettuali stranieri da noi interpellati aveva citatu.4j^nyi, di un filosofo* impure,' avverte, il pensiero italiano degli Anni Ottanta porta alcuni fra i contributi più interessanti In prima fila Gianni Vattimo, il più citato fra rutti, e poi Rovatti. Gargani, Cacciari, Giulio Giorello, per la filosofia della scienza, Emanuele Severino, «che inscguc una ricerca metafisica originale e solitaria» QUANDO si ha molto denaro, bisogna farsi perdonare: soprattutto se si parla di se stessi. Questo rischio Guy de Rothschild, 75 anni, barone, l'aria un po' blasée, discendente di una famiglia diventata simbolo di ricchezza, lo affronta in un libro. Ha scritto la storia della sua vita «Buon viso alla fortuna» che ora appare da De 4f ostini (pagine 376, lire 20.000). Vn autoritratto disinvolto, lo spaccato di una certa società, una polemica con chi gli ha nazionalizzato la «cara, vecchia banca» di Rue Laffitte a Parigi. Personaggio brillante, che mescola l'intelligenza a guizzi di snobismo, è riuscito a fare di queste pagine un best-seller e la fortuna gli è di nuovo piovuta addosso. Merito anche della franchezza, del gusto di mostrarsi, anziché nascondersi, sapendo che un Rothschild è uguale agli altri, ma. nello stesso tempo, un po'diverso. LuCnasce in una dinastia che sul denaro ha costruito anche un'immagine. L'ha fondata all'inizio del secolo scorso un antenato di nome James approdato a Parigi dal ghetto di Francoforte (il nome deriva da Roth Schild, l'insegna rossa sulla porta della vecchia casa in Germania). James era un tipo tenace, dalla bocca — malignarono i fratelli Goncourt — a forma di salvadanaio e «nulla lo divertiva quanto fare quattrini.. L'ascesa è la storia di commerci e di prestiti pubblici, emessi da diversi Stati, che i Rothschild, con ramificazioni familiari in Francia, Inghilterra, Germania, sottoscrivevano; e la prima grande impresa di James fu addossarsi nel 1818 il prestito necessario per pagare i danni delle guerre napoleoniche. Ci guadagnò. Poi vennero la ovattata, troppo protetta. Gli mettono i calzoni corti quando gli altri li portano lunghi o lo imbacuccano in abiti di lana mentre gli altri vanno più leggeri e disinvolti. Gli viene una specie di complesso di inferiorità. Un giorno un uomo-sandwich davanti alla scuola gli chiede di andargli a comprare un sigaro perché non può entrare dal tabaccaio con il pannello pubblicitario e pii porge delle monetine. Ma Guy esita, non è mai stato in un negozio, e fugge. «Mi si impediva di crescere, mi si circondava di barriere che io non osavo superare». Alla fine lasciano crescere anche lui; gioca a golf, partecipa alle feste di Biarritz, va in quella banca di Rue Laffitte dove sopravvivono riti ottocenteschi. L'attività gravita attorno all'Ufficio grande*, vasta stanza con una scrivania per ogni socio e pulsanti d'arorio per chia¬ banca, gli investimenti, le partecipazioni industriali. Il petrolio? Avevano dei pozzi nel Caucaso (il nonno Alphonse credeva nelle lampade a petrolio) e li comprò nel 1914 la Rovai Dutch cedendo ilio per cento del suo capi tale: tre anni dopo, la Rivoluzione russa li confiscò. Fu un affare profetico. Avevano anche un castello, a Ferrières, mezz'ora da Parigi, ricco di opere d'arte, con una tenuta stermina a e boschi pieni di cinghiali e fagiani. Vi andò Napoleone III a piantare un albero; Guglielmo I di Prussia disse, con una punta di gelosia, che un re non se lo sarebbe potuto permettere; Bismarck fu più acido. Guardando la costruzione con le quattro torri agli angoli commentò: «Sembra un cassettone rovesciato». In questa famiglia, dove gli affari si mescolano alla storia, Guy vive un'infanzia mare i funzionari. «Fra tutte queste reliquie, il telefono introduceva una nota di modernità...». Siamo negli Anni 30, circolano già le automobili e Guy viaggia su una piccola Chrysler a due posti. E' un privilegiato, ma il ricordo si colora di rimpianto: «Questo oggetto di lusso che dava la stessa gioia di un purosangue, oggi si è ridotto a un oggetto banale, a volte utile, sempre ingombrante». Peccato, è diventato di massa. Ci sono anche avversità. Allo scoppio della guerra il giovane Rothschild combatte come capitano dei Dragoni, poi si arruola in Gran Bretagna nelle Forze Francesi Libere di De Gaulle. Quale ebreo patirà delle amarezze, il governo di Vichi/ Oli sequestra la banca e altri beni. Lui scrive: .L'ostilità e la paura che 1 Rothschild ispirano, sotterranee in tempi normali, diven¬ tano deliranti nel momenti di crisi». Si riprenderà nel dopoguerra, ritessendo i fili degli affari, rilanciando la banca e la Compagnie du Nord, società quotata in Borsa, che comprendeva imprese di navigazione, merci refrigerate, costruzioni, raffinazione di petrolio, vaste partecipazioni minerarie. Un impero. Riesplode anche quel gusto di vivere che qualcuno chiama .sfarzo, e altri «stile». / Rothschild amano le feste, allevano per tradizione purosangue («Per quanto lontano possa risalire con i miei ricordi, odo 11 galoppo di un cavallo.;, frequenta no artisti e gente alla ribalta. Rubinstein era amico di famiglia, Pompidou ha diretto la loro banca. E ' una ricchezza che non si nasconde, ma si accompagna a ogni forma di successo quasi a convalidare se stessa. La fortuna si specchia nella fortuna. Nelle scu¬ derie presso Deauville arriva in visita la regina Elisabetta, alle feste di Ferrières compaiono Dali e Cedi Beaton che scatta fotografie. •Richesse oblige» dice Guy. E spiega che per la moglie Marie-Hélène la vita sono gli .altri, e l'inferno è la solitudine. Il denaro, insomma, serve anche ad avere rapporti «di qualità.. L'ultimo capitolo (ma è proprio l'ultimo?) è la nazionalizzazione della banca compiuta da Mitterrand. Guy de Rothschild si sente ferito nel patrimonio, ma anche nell'orgoglio di famiglia, come se ne avessero spezzato la storia. Gli hanno ricordato che c'è stato un indennizzo. E lui: «I Rothschild non sono in vendita». Ora punta su un'altra sfida: svilupparsi in America. E ha il coraggio di paragonarsi a Cenerentola in cerca di una nuova scarpetta. Ernesto Gagliano Guy de