Com'era difficile avere una stanza per diventare scrittrice

In ■ : v; viqrnaa ai !»io?.UBrn-<-igj?totwa Com'era difficile avere una stanza per diventare scrittrice In ■ : v; viqrnaa ai !»io?.UBrn-<-igj?totwa Com'era difficile avere una stanza per diventare scrittrice sto: si prenda il caso di Caterina Percoto, il ptit nuoiH), forse, tra questi bellissimi ritratti di donne. Contessa contadina, nubile scrisse, intorno al 1840, dal fondo del Friuli nativo, esercitazioni erudite ma ne fu subito distolta da famosi critici che le consigliavano invece di ascoltare »la ingenua voce del suo cuore». Per fortuna non vi badò e traspose in racconti vigorosi, anche in dialetto, la realtà che conosceva. Ma il senso del dovere tipicamente femminile alla fine ebbe la meglio sul talento: la Percolo si dedicò alla famiglia, ai fratelli, al nipoti, perse la casa nonché la stanza e più ette bozzetti leggiadri e modesti non riuscì a sfornare. Con notcwlc abilità critica e narrativa, che solo pochissime volte si fa un po'meccanica. Grazia Livi arriva a calarsi, anzi a identificarsi in ognuna di queste sci esperienze creative e nel far questo, essa segue, naturalmente, la logica della famosa •Stanza tutta per sé» necessaria a ogni donna, enunciata da Virginia Woolf. Tale metafora della presenza e assenza della stanza è così acquisita ormai alla coscienza letteraria femminista che non ci stupiamo di trovarla alla partenza di un libro tutto diverso, ma assai interessante: Elisabetta Rosy, .Le donne e la letteratura. Scrittrici eroine e ispiratrici nel mondo delle lettere». «Cd nell'im?naoine stessa di una donna che scrìve, qualcosa in più, di diverso dal solito, di anomalo, di sfuggente, di ambiguo», dice la Rasy con parole analoghe usate da Grazia Livi per illustrare le faticlie della scrittrice: «...Accade, a volte, che una donna desideri appartarsi. Disagio, furtlvità, colpa. Porta che non osa chiudersi completamente. Esitazioni, lacerazioni. La mancanza di una stanza non è forse una caratteristica connaturata all'esistenza femminile?». Afa se cosi è, che pensare della .stanza socchiusa, die la Livi ci descrìve, ci fa intravedere al fondo del tortuoso percorso da una stanza all'altra, dalla Woolf alla Nln, dalla Dicktnson alla Mansfield, dalla Percoto alla Austen? La stanza dove la •donna che si è sottratta alla disponibilità e alla dispersione è diventata scrittrice», la stanza die essa non ha più .alcun bisogno di chiudere» agli intimi che ne rispettano la .privacy.? E' una stanza vera? E' difficile dire se si tratti di realtà oppure soltanto di un invito a sperare; ma, del resto, diciamolo, importa poco. Infatti, la vera novità di questa stanza di donna, non è la porta socchiusa sulla casa, bensì la finestra «aperta sui filari del mondo», come dice la Livi con bella immagine. Aperta: come la finestra di Monk's House, come la finestra di qualsiasi artista, uomo o donna che sia. Angela Bianchini Grazia Livi: «Da una stanza all'altra», Garzanti, 179 pagine, 18.000 lire. Elisabetta Rasy «Le donne e la letteratura», Editori Riuniti, 144 pagine, 6000 lire. L9 ITINERARIO proposto da Grazia Livi nel suo volume 'Da una stanza all'altra» ha inizio in una stanza ben nota: tavolo, portapenne bianco esagonale, pagine dattiloscritte tormentate da correzioni, la finestra spalancata su uno sfondo idilliaco di campagna incorniciato da arbusti. Questa stanza l'abbiamo vista di recente, e proprio nella 'Biografia con immagini» della Woolf, edita dalla Tartaruga: infatti, è lo studio a Monk's House. «Ho bisogno di silenzio», scrisse Virginia Woolf in una lettera del 1930. «Se potessi sedere qui da sola per tre mesi, dicendo le stesse cose, facendo le stesse cose, giorno dopo giorno allora forse, alla fine, alcune pagine sarebbero definitive. Per scrivere ci vuole l'abitudine». Afa altre donne non vollero o non ebbero simile concen trazione: per Jane A usten il salottino di famiglia fu l'osservatorio dove si maturò quella visione critica e simmetrica della società provinciale inglese che, nelle motivazioni essenziali di amore e denaro, essa trasferì, senza grande sforzo apparente, scrivendo dove le capitava, nei grandi romanzi. Nella 'Stanza Aulori Vari: COMK DOVK QUANDO PERCHE', Fabbri, pp. 224, L. 18.000. Il divenire della civiltà dalla vita degli uomini delle caverne alle manifestazioni sportive odierne, in una successione di capitoletti da guardare più clic da leggere, c quindi adatti ai bambini più piccoli. A ogni argomento sono dedicate due-quattro pagine organizzate in domande c risposte, per offrire un «quadro» elementare ma già stuzzicante del tema in questione. :

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