Dall'uomo del parco un sogno di neve e una realtà violenta di Francesca Sanvitale

Tutto libri Tutto libri Il romanzo di Francesca Sanvitale Dall'uomo del parco un sogno di neve e una realtà violenta Nell'inferno di Burroughs senso di ciò che dice, lo scrittore può sperare di «dire» veramente qualcosa. La scrittura è insomma un'operazione paradossale: è un continuo reinventare Il mondo servendosi di strumenti Inquinati e di organismi parassitici, le parole, che lungi dal lasciarsi controllare mirano, a dominarci. E' questo anche il problema che sta alla base del suo ultimo romanzo. Strade morte. La storia di William Scward Hall, alias Kini Carsons, trovato morto con le armi in pugno in un cimitero di Bouldcr nel 1899 con il cadavere di un suo nemico accanto a lui. è soltanto un pretesto, un •accidente storico» che consente al narratore di ricostruire il nostro universo o di costruirne uno tutto suo. senza limiti di tempo e di spazio. Ucciso In quel certo giorno di settembre Bel 1899, Hall-Carsons, pistolero e narratore, rivisita E9 ancora possibile scrivere, quando si parte dal presupposto che la parola è Infetta e che 11 linguaggio è una sorta di virus inoculatoci all'inizio della nostra storia non certo da Dio (il Verbo) ma da uno dei tanti .dei minuscoli' dal quali 11 nostro mondo è segretamente e perfidamente controltato? Con questo problema di fondo Burroughs ha laXto 1 conti per più di trent'annl: da quando, quasi quarantenne, cominciò a scrivere romanzi che l'avrebbero rapidamente reso famoso In tutto 11 mondo come uno del profeti della nuova cultura e come 11 massimo guru di una generazione beat che lui non voleva Intendere come «battuta» o «sconfitta» ma come «beata». Oggi ha settanfanni: 1 giornali hanno dedicato ampio spazio alle celebrazioni tributategli negli Stati Uniti e soprattutto In Francia, il Paese europeo da lui più amato, e al film girato da Howard Brookncr negli ultimi quattro anni, con lui protagonista c interprete di se stesso. E Burroughs è ancora alle prese con 11 suo problema.. Lo dimostra lo studio recente di Gerard-Georges Lcmaire, che sottolinea come tutte le opere del grande «scrittore maledetto, americano siano da intendersi e da leggersi come un unico libro In movimento, un libro riscritto di continuo con le noi* tecniche del cut tip (11 collage) e del fold in (la pagina ripiegata), del plagio programmato e della sovrareglstrazione, quasi a voler Impedire che le parole si fissino in un significato preciso. Per Burroughs Infatti «parlare è mentire» e, soltanto negando continuamente il Lorenzo Mondo Sanvitale; «L'uomo del ndadori, 215 pagine, «La lingua del paradiso» di Giardina I terribili e misteriosi riti degli Atzechl, dei Maya e degli Egizi, rivive le imprese del Vecchio della Montagna e del suol mitici «assassini» sciiti, combatte contro le stazioni spaziali che da Venere controllano la Terra, ripercorre in un contesto visionarlo le avventure della fantascienza galattica, rinasce e si moltipllca per clonazione nei nostri tempi e nel tempi futuri. Per lui (come per Burroughs), la Terra è soltanto un campo di battala cosmico, dove le «due Metà» si scontrano senza tregua e dove divinità di poco conto hanno «bloccato l'evoluzione», imponendo «religioni» che impediscono all'uomo di trasformarsi da crisalide in farfalla e eli uscire finalmente dal proprio bozzolo. Per poter combattere questi del mortiferi che hanno imposto all'uomo una nozione malvagia di bontà, non resta William Burroughs che sovvertire drasticamente la scala di valori che educazione e cultura ci hanno imposto. Ma non c'è da illudersi di vincere la battaglia: l'utopia, secondo Burroughs, non si raggiunge nella stasi ma nella lotta. Lo scontro è destinato a protrarsi all'infinito, nello spazio e nel tempo. Se la stabilità Implica la sconfitta dell'uomo e segnali trionfo dell'infezione e della «invasione virale aliena», non sorprende allora che Burroughs riscriva senza tregua le proprie storie, riproponendo in altri contesti e con altri significati idee e a volte intere pagine dei suoi libri precedenti, da La Morbida Macchina a /( pasto nudo, da Nova Express a II biglictto die è esploso. E giustamente forse, nel tentativo di tracciare una mappa della sua scrittura, Lemalre ha scelto per la propria biografia di Burroughs una struttura a enciclopedia. A un livello di gran lunga più labirintico e apocalittico, leggere l'opera di Burroughs è come leggere la saga del «Signore degli Anelli» di Tolkien. Ci occorre una sorta di dizionarietto alfabetico per orientarci nella complessa geografia della sua scrittura e districarci nel meandri del suo Inferno sconvolto, come 11 pianeta Solaris, da metamorfosi continue e inafferrabili. Ruggero Bianchi W. S. Burroughs, «Strade morte», trad. di Giulio Saponaro, SugarCo, 359 pagine, 18.000 lire. Gerard-Georges Lcmaire, «William Burroughs: Una biografia (La mappa di una scrittura), trad. di Valeria La Via, SugarCo, 169 pagine, 6000 lire.

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