Per gli ebrei di Bellow l'America è sempre una Babele di malinconia

Cinque racconti dell'autore di «Herzog» Cinque racconti dell'autore di «Herzog» Per gli ebrei di Bellow l'America è sempre una Babele di malinconia IIIIIMMW III IIIIIMMIIIttMiuMMittmiai* Jllì.t|iill Hi ' ifs •■tal, mmmmm^. v t »» W Una scena dal film «Manhattan» di Woody Alien PIÙ' che racconti (come annunciato dal sottotitolo), l'ultimo libro di Saul Bellow dà l'impressione di contenere grossi e densi blocchi di materiale intorno al quale l'autore in qualche momento si era proposto di organizzare un romanzo — o meglio, alcuni romanzi. Abbiamo insomma cinque torsi, molto elaborati e autorevoli (e come di regola in Bellow, scintillanti di intelligenza), ma privi di sviluppo nerrativo; non cinque storie, ma cinque situazioni, tutte un po' partecipi dell'atmosfera del Dicembre del professor Corde, il recente romanzo ad esse' coevo, dove il personaggio centrale era un intellettuale ebreo americano anziano ma non decrepito, con alle spalle molta esperienza e in particolare un lungo passato a Chicago. In Quello col piede in bocca, che dà il titolo alla raccolta e che ha la forma, familiare ai lettori di Herzòg, di una FORSE nessun narratore è cosi teatrale e nessun drammaturgo è cosi narrativo come Botho Strauss, uno fra i più nuovi e interessanti talenti della Germania, nato nel 1944 a Naumburg, per vari anni lnpegnato nella attività scenica al fianco di Peter Stein, alla Schaubuhne am Halleschen Uf er di Berlino. Con Botho Strauss drammaturgia e prosa sono separate da un filamento appena formale, tendono a coincidere. Trilogia del rivedersi, la sua commedia più nota, è ambientata nei locali di una mostra d'arte. L'azione è divisa in tre tempi distinti; durante ogni troncone teatrale, i personaggi si raggruppano e si allontanano, creano combinazioni diverse, cedono alla casualità, all'onda dei ricordi, alla vanità della chiacchiera, all'Isolamento psicologico. Alla fine, non si sa bene chi siano i protagonisti, se lo- lunga lettera un po'folle e piena di divagazioni, c'è l'autoritratto di un musicologo ebreo che, in procinto di affrontare in solitudine la vecchiaia e forse dddirlttura il carcere per debiti (è stato truffato da un fratello ■megalomane poi deceduto), ripercorre le tappe dei suoi scontri col prossimo, cercando fra l'altro di capire le ragioni della propria rovinosa predilezione per certe battute pungenti che ha sempre avuto il vizio di pronunciare al momento sba-: oliato. Gii altri -racconti» (chissà perché, non elencati in un indice) contengono rispettivamente: la cronaca sintetica della formazione di un giovane intellettuale ebreo nella Chicago degli Anni Trenta c, dopo, alla Columbia University e al Grcenwlch Village di New York (su questo pezzo, Zetland, potrebbe sbizzarrirsi con profttto Woody Alien); il punto sui rapporti fra un figlio ex seminarista (benché ebreo), oggi uomo d'affari sessantenne e rispettabile, e un padre incorreggibile bugiardo e truffatore, oggi in punto di morte; la rassegna-elenco degli innumerevoli, bizzarri cugini di un altro narratore, ebreo, al solito, e umanista. Com'è andata la vostra giornata?, il più lungo e memorabile, contiene infine la croriaca dell'incongruo viaggio Chicago-Buffalo-Chicago compiuto in una giornata dietro brevissimo preavviso da una casalinga, per raggiungere l'amante che vuole essere riaccompagnato nella metropoli dopo aver pronunciato una conferenza. Qui Bellow è poco meno che diabolico nella sapienza con cui descrive i due. Lui, un settantacinquenne titano dalla'gamba malandata, -pundit» culturale sempre inseguito da codazzi di ammiratori, glorioso reduce di leggendarie battaglie intellettuali e inesauribile name-droppcr (-la mia lite con Berenson», -l'attacco che subii da Tchelidiev»). E lei, una quarantenne ex moglie-giocattolo, oggi divorziata vellel• taria ma non spregevole, incondizionatamente disponibile a questa liaison da cui si aspetta un salto di qualità cerebrale nella sua vita scombinata — ma al tempo stesso preoccupata delle bambine clic Uà lasciato sole per qualche ora; e praticamente rassegnata a rientrare ben presto nel ranghi della mediocrità accettando, come finirà per fare, le profferte di un bizzarro ma concreto poliziotto privato die laprotegge. Concludendo, un Bellow interlocutorio come impegno, ma all'altezza dello standard molto alto a cui ci ha abituati: non meno abile di sempre a cogliere le assurdità della moderna Babele statunitense (il jogging, le estasi omosessuali di Alien Ginsberg, il potere di un presentatore televisivo); non meno vario e divertente di sempre, col consueto fondo di malinconia; e, cosa che non guasta, non meno ben servito di sempre dalla traduzione di Ettore Ca- vHol°- Masolino d'Amico Saul Bellow: «Quello col piede in bocca e altri racconti». Trad. Ettore Capriolo, Mondadori, 299 pagine, 16.500. lire. Fantastoria di D dunsTift non 'luci .molti ■jì situi ib 9ftn;iov lti -

Luoghi citati: America, Berlino, Chicago, Germania, Manhattan, New York, Tchelidiev