Come ogni settimana Ulisse è tornato a casa

Davide Lajolo è sepolto nel piccolo cimitero della sua Vinchio Davide Lajolo è sepolto nel piccolo cimitero della sua Vinchio Come ogni settimana Ulisse è tornato a casa «Non è la politica pra...perciò sta accanto a VINCHIO — Davide Lajolo, classe 1912, se n'ó andato — com'era venuto — nella stagione del grano biondo, nel giorni della luce, tra solstizio e San Giovanni d'Estate. Non era uomo da trionfi e da famedi. Per coltre preferiva una zolla della sua terra, la cosa più vera della sua vita. Ora riposa, col volto al tramonto, sul colle di Vinchio d'Asti, proprio come nel profetico titolo del suo primo libro di poesie, Nel cerchio dell' ultimo sole (1940). Tarchiato e forte, sembrava venuto giù da un affresco medievale. Portava i capelli corti, come i guerrieri monferrlnl, per secoli al seguito degli Aleramicl, alle crociate, e poi In lotta per la terra contro 1 signori del luogo: dagli Scarampi al Covone. Quand' era di buon umore gli occhi divenivano due fessure: vi brillava il sorriso del rischio, di chi è abituato a comandare l'attacco nel sole al tramonto, sull'alto delle colline. Parlava lento, impastando ricordi e aforismi. Aveva vissuto tanta storia da quando — uno dei cento e cento Lajolo di Vinchio — aveva preso 11 via verso gli studi, non terminati, e la carriera politica, a tutto corpo legionario in Spagna e per l'Italia a raccogliere consensi per il Duce, convinto, come tanti, che 11 fascismo fosse davvero un regime di popolo. Poi vennero la guerra, il 25 luglio, 1*8 settembre. Contadino — di quelli dotti, che sanno potare la vite e cantare il vino — Davide rientrò al paese. LI si contavano 1 morti. Al tre ufficiali (una medaglia d' oro), ai quattro sottufficiali e quaranta soldati perduti nella grande guerra s'aggiunge' va un nuovo lungo elenco. Teresio Picco — Il sindaco di oggi, 21 mesi di campagna di Russia — vi perse due fratelli, Giuseppe ed Ernesto: quest'ultimo morto in mare al ritorno dalla Grecia. Anche per Lajolo fu l'ora di vie nuove: 11 diritto di scelta della sua generazione, rivendicato ne II Voltagabbana (1963). Come «Ulisse» egli mise la prora ad un altro vento e comandò partigiani: prima il nucleo locale, sorto anche per impulso di don Ugo Brondolo, arguto e svelto parroco di Vinchio, poi il raggruppamento comprendente l'VIII e la IX divisione Garibaldi. Come ogni fine settimana, Lajolo è rientrato da Milano — la fucina dei giornali e del libri —; è venuto in Monferrato perché da Vinchio ha sempre preso ossigeno e misura per 1 suol viaggi nel mondo e nel cuore degli uomini. Ma questa volta è rientrato per sempre. Nell'androne della vecchia casa di campagna ha sostato fra bandiere rosse e insegne di turrite enoteche, orgoglio di questo scrittore astemio, che insegnava alla sua gente le virtù delle cooperative, come, all' Inizio del Novecento, faceva il settimanale socialista -Galletto d'Asti». Dalla vetrata alle sue spalle si contavano le linee delle colline. Sulla bara, una bandiera con la scritta «Pace», in tante lingue. Poi Lajolo è passato l'ultima volta vicino all'oleandro, sotto il glicine, all'ombra del fico secolare, fra festoni di rose di tutti 1 colori. Portato a spalle tra tanta gente che non batte le mani ma pensa è uscito In via Luparia Superiore. Medio Evo anche 11. Mentre la banda suonava Bella ciao e Bandiera rossa e la bara girava 11 colle cercando l'orizzonte, 1 più svelti l'hanno preceduto per un viottolo spaccato dalle piogge, fino alla piazza grande. LI, davanti a Santa Maria delle Grazie, al Municipio (già scuola, ormai senza bambini), ai cippi per 1 caduti di tutte le guerre, con un groppo In gola Sergio Pautasso ha ricordato che per Lajolo la parola è sempre stata un'arma politica: un'arma dotta, affilata articolo dopo articolo, sofferta da un libro all'altro. In effetti Lajolo andava nel pieno delle cose, le diceva tutte e chiare. Ma ci andava come si cammina per Langa e Monferrato, con pazienza, curva dopo svolta, salita dopo discesa. La verità non è, tonda e facile, In fondo al rettilineo; va cercata nel labirinto. Perciò egli era Ulisse: simbolo di un'Italia sempre al guado, come capi Togliatti che lo volle con sé per dare voce al «partito nuovo* Per Vinchio Lajolo rimase sempre Davide. La gente sapeva di lui come a Santo Stefano e ad Alba si sapeva di Pavese e Fenoglio, 1 due tali¬ smc'getifiermbacipevea qun(qlasetecoasoede PrateM ragmatica a fare la ri a Pavese e Fenoglio smani della sua poesia. Non c'era neppure bisogno di leggerlo. Bastava vederlo e sentirlo. Se anche oggi è dura, fino a ieri la vita di quel colli era labor improbus, con la miseria alle porte. Nel 1956 bastò una grandinata a cacciare dal paese quattrocento persone d'un colpo, spinte verso le fabbriche, oltre Asti, a Torino, disperate. A vincere quel destino non bastavano né 11 partito del contadini (qui molto forte), né altri. Per la sua gente Davide rimase sempre uno del quattro fratelli Lajolo: una famiglia contadina, patriarcale, legata alla terra e con un forte senso dello Stato. Per le colline egli era il nipote del salesiano don Pietro, direttore di studi, e di don Luigi, missionario in Palestina. Lajolo veniva qui per Imparare a Vea'cr l'erba dalla parte delle radici. E di. anche, Si inizia il proce voluzione, sono la po» - Come lo ricorda prese la forza e 11 flato per dire c scrivere che alle Botteghe Oscure le finestre dovevano stare aperte per far passare tutte le voci di un Paese la cui storia è troppo complessa e travagliata per rimanere Imprigionata In un catechismo politico. Del resto anche sua figlia, Laurana, per capire 1 contadini di Piemonte ha studiato il più eterodosso del comunisti, l'Antonio Gramsci che non si spiega senza Sardegna e qulstlone Meridionale, cosi come il vero Lajolo non si comprende senza la piccola proprietà contadina, senza la lunga teoria de / mè. Tra quegli antenati — tanti altri Lajolo, di vari ceppi e rami, e 1 Picco, Torchio, Pavese, Olmo, Roggero, contadini e altri contadini — ora Ulisse riposa per sempre. Al piccolo cimitero bene orientato come un'abbazia elster- sso contro la fondat esia e gli uomini la figlia Laurana cense è salito attraverso luo ghl dal nomi di fiaba: Vallumlda, Montemarzo, Belvegllo. Mombcrcelll, che ne ricorda la «moderazione e 11 senso della giustizia nel giorni della Vittoria», gli ha dedicato, su carta, un'epigrafe sonante: con Ulisse, vi si legge, 11 Monferrato «ha scritto una pagina luminosa di Storia con la esse maiuscola, fatta non da principi e generali, ma da gente comune, uomini e donne, contadini e operai, preti e intellettualU. L'ultima frase con cui lo ricorda la figlia è un viatico: «Non è la politica pragmatica a fare la rivoluzione — ricorda Laurana — sono la poesia e gli uomini. Perciò Lajolo sta accanto a Pavese e a Fenoglio. Come loro, ha dato voce universale ai sogni e ai bisogni di tutta la gente che vuole cambiare-. Aldo A. Mola atrice del falso ord