Pari della Juve con l'Australia

A Melbourne i bianconeri prima subiscono il gioco duro, poi vanno in cattedra A Melbourne i bianconeri prima subiscono il gioco duro, poi vanno in cattedra Pari della Juve con l'Australia Trapattoni: «Altro che amichevole» tre incontri previsti contro la al vigore atletico degli avvers do un gioco decisamente molto duro: le entrate dei giocatori locali sono state quasi sempre al limite del regolamento; molte, anzi, decisamente inaccettabili per qualsiasi arbitro europeo. La Juventus si è cosi trovata, volente o nolente, a dover rinunciare al gioco per rispondere alla rudezza avversaria. Un piano, questo, sul quale gli australiani hanno avuto decisamente la ..<egllo. Risultato del primo tempo, dunque, .1 a 0 a favore dei padroni di casa con rete di testa del difensore centrale Ratcliffe su calcio d'angolo e Juventus letteralmente schiacciata dalla velocità, e dal vigore atletico della squadra di casa. Nella ripresa gli australiani si sono, fortunatamente, calmati e la partita è ritornata nella normalità. La Juventus, riuscendo finalmente a mettere a frutto la propria indiscutibile superiorità tecnica e tattica, ha preso il controllo della situazione offrendo un saggio di bel gioco e impostando azioni a ripetizione rappresentativa australianarsari - Koetting, al 79' su cal che hanno strappato lunghi applausi al pubblico. Al 55', a conclusione di una serie di passaggi al volo nell' area avversarla, Boniek, con un colpo di testa, ha costretto il portiere avversario Greedy ad una difficilissima parata. Dieci minuti dopo, Cabrini ha colpito il palo a portiere battuto, con una bella punizione «tagliata» dal limite che ha scavalcato la barrlerta. Al 79', infine, il pareggio juventino ottenuto da Koetting di testa su calcio d'angolo battuto da Boniek. All'ultimo minuto, ancora una bella azione collettiva bianconera con tiro finale di Bonlni liberatosi sulla sinistra. La rivincita, come si diceva, è In programma per domani ad Adelaide. La terza ed ultima partita domenica a Sydney. La formazione bianconera dovrebbe poter contare sul rientro di Gentile leggermente infortunatosi contro il Manchester. Molti cambiamenti sono, invece, previsti nelle file degli australiani. d g.d. a - Nella ripresa i campioni d'Italia reagiscono con alcio d'angolo di Boniek, risponde al gol di Ratcliffe m «Giocano un buon calcio, ma picchiano come matti. Sarà l'abitudine al football americano» - Il pellegrinaggio «d'amore» dei nostri immigrati per star vicini alla squadra di GIORGIO DESTEFANIS «Un Paese Interessantissimo. Slmile, sotto certi aspetti, ad una parte dell'America. Una trasferta, in conclusione, tanto utile sul plano tecnico quanto affascinante su quello turistico e culturale». Giovanni Trapattoni, plurlvittoriòso allenatore della Juventus, centra in questi pochi concetti gli aspetti essenziali del viaggio bianconero in Australia Un viaggio, aggiunge il tecnico, in cui la squadra bianconera funge da «rappresentante dell'Italia e ambasciatrice del gioco del calcio». Ruolo che quotidianamente le viene attribuito dalle migliaia di tifosi — e non solo italiani, bisogna precisare — che si recano come in pellegrinaggio all'albergo che la ospita o ad assistere agli allenamenti. Grandi festeggiamenti, dunque, e banchetti e cerimonie con le varie comunità italiane sparse nelle sconfinate distanze australiane die, per l'occasione, si radunano e affrontano viaggi di migliaia di chilometri. Sabato sera, ad esempio, un paio d' ore dopo la fine della partita, la comitiva bianconera ha dovuto recarsi ad un ennesimo ricevimento presso la comunità italiana di Melbourne. «Noi, qui, slamo praticamente considerati la Nazionale Italiana — spiega ancora Trapattoni —. Oltretutto è ancora fresca la gloria per il titolo mondiale e giocatori come Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelll e, soprattutto, Paolo Rossi sono famosissimi. Bisogna dire, però, che c'è sempre molto rispetto per la nostra privacy: feste, applau si, autografi, ma senza mai scadere nell'invadènza. Mol ta educazione e cortesia, in sostanza». £ l'interesse — quando non addirittura l'amore — che su scita la Juventus anche in questa lontana parte del mondo lo si è visto anche sabato sera (ieri mattina, per V Italia) al Melbourne Cricket Ground: quasi quarantamila spettatori, un tripudio di bandiere italiane e juventine. «Il calcio è molto conosciuto e abbastanza seguito — dice Trapattoni —. Anche se qui lo sport principale rimane ij football americano. Sarà perché sono abituati a quel gioco, che nella partita di sabato sera hanno picchiato come matti». Una constatazione fatta da tutti coloro che hanno assistito al match. Sarà stato, forse, per le polemiche sorte nel giorni scorsi riguardo ad alcune mal interpretate dichiarazioni di giocatori juventini, che avevano parlato di «clima amichevole», ma sta di fatto che l'Australia ha affrontato l'incontro (il primo tempo, in particolare) con una grinta e una rudezza assolutamente inaspettate. «Altro che amichevole — sbotta Trapattoni —. E' stata una partita vera, combattu- tlsslma. Loro ci volevano battere a tutti 1 costi, anche ricorrendo alle... maniere forti, per dimostare che possono inserirsi ai vertici del calcio internazionale. La mia squadra ha saputo reagire molto bene: ha ribattuto colpo su colpo nei primo tempo e poi ha Imposto la sua superiorità tecnica e di gioco nella ripresa. Una cosa ben diversa dalla partita di mercoledì contro il Manchester United. In quell'occasione c'era tutto un altro clima. Anche se volevano vincere per vendicarsi della sconfitta subita nella semifinale di Coppa delle Coppe, gli inglesi hanno interpretato la partita come noi e ne è venuta fuori una gara piacevole e divertente. Gli australiani, Invece Vn'esperienza comunque interessante, come sottolinea lo stesso allenatore della Juventus, ed anche professionalmente utile. «Certamente ribadisce Trapattoni —. Qui abbiamo l'occasione di confrontarci con un'altra dimensione di calcio, rispetto a quello europeo o sudamericano. Un calcio più rude, più aggressivo, più impostato sulla forza fisica, costellato di interventi che, probabilmente, nel calcio europeo non sarebbero tollerati. Non si deve, però, pensare che gli australiani siano sprovveduti. Giocano un buon calcio e hanno uomini d'un certo valore: la mezzala Kosmina, ad esemplo, 11 centravanti Murphy, P ala destra Watson, il terzino Davidson. Gente che ci sa fare e se la caverebbe benissimo anche da noi».

Luoghi citati: America, Australia, Italia, Melbourne, Sydney