Un «Avaro» con Sordi il sogno di Depardieu

Un «Avaro» con Sordi il sogno di Depardieu Un «Avaro» con Sordi il sogno di Depardieu Gerard Depardieu ha iniziato un faticoso e delicato «tour» per presentare e imporre il suo primo film da regista: il Tartuffe selezionato a Cannes dalla sezione Un certain regard. Tartuffe significa Moli-' ère e significa anche, nel caso del popolarissimo attore francese, il suo recente ritorno al teatro e il suo primo cimento con un classico. Al Théàtrc National di Strasbourg l'esperimento in prosa ha funzionato, nel circuito commerciale cinematografico sussistono alcuni dubbi. Depardieu — magro magro nella nuova fisicità adottata per il kolossal Fort Sagannc, nero nero in blouson da ragazzo e colletto alla Robespierre sorprendente In chi lia fatto il Danlon — è qui per dissolvere i dubbi e promuovere Invece gli entusiasmi. Si direbbe tutto meno che vanitoso perché nei titoli di lesta ha dichiarato la sua fedeltà alla messinscena del regista di Strasbourg, Jacques Lassalle. Cosi per prima cosa si beve goloso gli elogi di Le Monde, che non ha gradito la disinvoltura di Scola nell'operazione analoga tentata con Ballando ballando, dove il contributo del Théatre du Campagnol non ebbe risalto. «Conosco bene la convenzionalità del teatro filmato — mette le mani avanti — ma le cose più difficili sono le più interessanti. Perclié ad esempio tenere conto delle tremila interpretazioni che si sono date in Francia di questo Molière? Perché alternare momenti giocosi e momenti terribili? Noi avevamo una lettura, quella di Lassalle, e l'abbiamo esplorata fino in fondo-. Cioè un'ambientazione sul palcoscenico con eleganti movimenti di macchina senza che mai la drammaticità della storia si attenui. «Rispettando e studiando il testo e la messinscena, slamo giunti a un atto cine- ; viatografico che è diverso da un atto teatrale. In scena a Strasbourg recitavamo per tre ore e mezzo (tre ore, via, non esageriamo) e in cinema ce la caviamo con due ore e venti. Poi abbiamo tenuto conto del pubblico, nel senso che in teatro c'è un pubblico e nel cinema manca-. Infervorandosi, Gerard Depardieu prende a parlare in prima persona: mintendo dire che tratto il Tartuffe come una sceneggiatura. Di conseguenza ogni spettatore diventa uno spettatore privilegiato, chiamato quasi a leggere il testo da solo a fianco di Molière. In ogni modo — e lunedi chiuso. PALAZZO REALE (p Castello): aperto dalle 9 alle 13.30. la domenico dalle 9 alle 12,30. Chiuso il lunedi. CASTELLO DI AGLIE': dal 18 ottobre, martedì, giovedì, sabato e domenica: 9-12:14-17. (Può essere chiuso senza preavviso. I gruppi numerosi ennunci- 100% F.1'3. qui l'Istrione divaga con classe — ho fatto il film soprattutto per rendere omaggio a Francois Périer, un Orgon indimenticabile-. Orgon, il capofamiglia che crede ciecamente in Tartuffe, ha solo accenti drammatici. E 11 protagonista è a sua volta un personaggio che va preso di petto? «E' drammatico ma non banale. Io lo vedo come un avventuriero più che un usurpatore. Infine è mosso tìaìl'amo-re per Elmire.moglie di Orgon. Una passione indescrivibile, vorrei viverla io- (e qui è d'obbligo un sorriso d'intesa con la moglie Elizabeth che proprio nel Tartuffe ha ripreso a recitare). Il peccato di Tartuffe non è dunque l'ipocrisia ma l'amore. «Si, Tartuffe anticipa il Don Giovanni-. Queste interpretazioni e relative polemiche danno un'angoscia al neoregista? «Niente di particolare perché si è protetti dai propri personaggi. E' cosi interessante forzare i propri limiti... e poi il guaio vero sarebbe non lavorare-. Continuerà il ménage a tre fra Depardieu, Molière e il cinema? «Continuerebbe perette Paris Molière di Roger Planclion è pronto da girare. Io, Michel Serrault, Pierre Richard e Claude Brasseur ci siamo impegnati a non pretendere niente. Però non abbiamo i soldi per pagare gli altri-. E tra gl'italiani a chi affiderebbe Molière in pellicola? «A Sordi purclié faccia L' avaro... Piero Perona

Luoghi citati: Aglie', Cannes, Francia