«Così fu organizzato l'assassinio di Papa Wojtyla»

«Così fu organizzato l'assassinio di Papa Wojtyla» «Così fu organizzato l'assassinio di Papa Wojtyla» Il servizio della gior NEW YORK — Fu il servizio segreto bulgaro a incaricare il turco Agca di assassinare 11 Papa. Lo scopo: indebolire 11 sindacalo polacco Solidarnosc, che godeva della sua protezione e che rappresentava una minaccia mortale per 11 blocco sovietico. L'ordine di uccidere Giovanni Paolo II venne «o gualche figura politica di grande potere» — un riferimento indiretto all'Urss. Lo afferma, nell'atto di 78 pagine depositato presso il tribunale di Roma e ancora ornalista Claire Sterlin segreto, il procuratore Antonio Albano. Lo riferisce, citandone numerosi passi, la giornalista Claire Sterling sul New York Times di ieri. La Sterling, che data la sua corrispondenza da Bonn, dice di essere In possesso di una copia del rapporto basato sulla documentazione di ben ventlclnqucmlla pagine raccolta In quasi tre anni di Indagini del giudice Ilario Martella. E' un'anticipazione bomba, che conferma la pista bulgara, apre squarci agghiaccian¬ g afferma che fu dire ti sul complotto per eliminare 11 Pontefice e prelude a un processo sensazionale. Il procuratore Albano incrimina tre bulgari, tutti agenti del servizio segreto del loro Paese, e sei turchi. I primi sono: Sergei Antonov, attualmente in carcere a Roma, che risulta uno dei personaggi minori della vicenda, e Todor Aivasov e Zhelyo Va3ilev, entrambi suol superiori, ex funzionari dell'ambasciata bulgara a Roma, rifugiatisi In tempo a Sofia. I turchi sono, oltre ad Agca, ttamente la Bulgaria a preparare l'attentato Orai Celik, 11 suo migliore amico, che venne fatto fuggire in un baule diplomatico, su un Tir internazionale, il giorno slesso dell'attentato contro il Papa; il leader mafioso Bekir Celenk e quello dei «lupi grigi», l'organizzazione di estrema destra, Serdar Celibi; nonché Omer Mersan e Omer Bagcl, anche loro figure secondarie come Antonov. Il rapporto del procuratore Albano Incomincia con un' analisi del tracotante comportamento di Agca nel primo anno di detenzione. Il turco, esso afferma, «aveva V insolente certezza di riuscire a cavarsela». In carcere ad Ascoli Piceno egli si comportò come tre anni prima In Turchia, quando era stato imprigionato per l'assassinio del giornalista Ipekcl, lanciando cioè segnali al potenti complici che, se non fosse stato liberato, avrebbe confessato tutto. »St aspettava. — proclama il rapporto — di fuggire o di essere scambiato con qualche ostaggio italiano o di venire portato via con un colpo di in piazza S. Pietro mano terroristico». Nel momento in cui si rese conto che in Italia la mafia turca e il servizio segreto bulgaro avevano del limiti, vuotò il sacco. Il procuratore Albano fa una ricostruzione minuziosa del complotto. Al primi di luglio del 1980, Agca viene mandato a Sofia dal «padrino» della mafia turca, Abuger Ugurlu, e viene presentato da Omer Mersan — uno degli incriminati — a Bekir Celenk e da questi a Todor Ennio C aretto (Segue a pag. 2 - 8' col.)