Mennea e Cova con la grinta giusta

Quadrangolare di Torino: il velocista vince, il mezzofondista dimostra di saper soffrire Quadrangolare di Torino: il velocista vince, il mezzofondista dimostra di saper soffrire Mennea e Cova con la grinta giusta Dopo la conquista del diciottesimo scudetto Pallanuoto, adesso a Recco vogliono la seconda stella etro nei 200 sotto la pioggia che ha rovinato peso per Andrei (21,12) - Ottimo Matera il diluvio battendo Muravyev (a destra) e Voronin (a sinistra) rd del mondo: (315"92) a Erfurt le gare, mentre Albertozzi nei 1500 - Conferm di GIORGIO BARBERIS TORINO — L'Olimpiade è lontana, la strada ancora lunga: Pietro Mennea e Alberto Cova, campioni veri dell'atletica italiana, lo hanno dimostrato nella giornata conclusiva del quadrangolare con Urss, Polonia e Ungheria, rovinata dalla pioggia battente, che tuttavia non ha Impedito ad Alessandro Andrei di ritoccare 11 suo record Italiano del peso e, salvo qualche eccezione, agli altri azzurri di battersi con una determinazione che fa loro onore. Mennea ha vinto, Cova ha perso. Cosi si può riassumere la giornata del due campioni le cui prove non hanno convinto più di tanto. Per Mennea 11 conforto viene dal cronometro (20"60) che, tenendo conto dell'acqua che veniva giù c della pista fradicia, è tempo rilevante. Per il resto 11 primatista mondiale ha corso male, con rabbiosa potenza, senza mai riuscire a distendere la propria azione, neppure dopo che all'uscita dalla curva si era portato in testa. Dietro di lui Voronin si è arreso dopo 180 metri facendosi riagguantare da Tini (anche ieri ha confermato di essere già a buon punto) c dal veemente ritorno di Muravyev, sul quale è bene precisare come spesso 1 tempi ottenuti in patria dal sovietici non trovano poi riscontro fuori dai confini. E tra sabato e ieri se ne è avuta l'ennesima conferma. Cova, invece, è stato battuto sul 5000 da Dmltrijcv. quarto ad Helsinki, capace di un ultimo chilometro da 2'26" che ha gelato le velleità di sprint finale dell'azzurro. Il to ha corso con umiltà i suoi 5000 stagionali ma di Tilli e Sabia - Successo dell'Urss Ottima la prova di Materazzi (con record personale) sul 1500 cosi come incoraggiante si pu6 definire 11 rendimento della 4x400, specie per l'ultima frazione di un Sabia battuto solo dalla sapienza tattica del campione olimpico Markln. Ed in assoluto — sempre pensando alla pioggia — eccellente 11 risultato del sovietico Yemetz nel triplo (17,18) cosi come quello di Mamlnskl sulle siepi, dove Panetta ha siglato 11 proprio limite e Scartezzlni è affondato forse definitivamente. Nella classifica di squadra buon successo su polacchi e ungheresi, mentre l'Urss ci precede di 19 punti: e sono abbastanza perché va considerato che la gara dell'asta (dove 1 nostri avrebbero occu palo le ultime posizioni) non si è potuta disputare e sui 3000 siepi 1 sovietici hanno rinunciato a schierare 11 secondo atleta. brianzolo, d'altronde, sapeva alla viglila che cosa lo aspettava (come valore dell'avversarlo) ed aveva scelto la via più difficile (11 et. Rossi gli aveva Infatti consigliato di correre 1 più facili 3000...) per verificare se stesso. La sconfitta non va dunque drammatizzata, perché Cova ha mostrato nel finale l'orgoglio giusto per non finire sul traguardo dietro anche ad Antlbo: anzi, c'è da star certi che, «ragioniere» com'è, Alberto saprà capitalizzare la gara di ieri. Una piena conferma è venuta da Andrei. Non tanto per 11 primato italiano migliorato di un centimetro quanto per l'ottima serie di lanci con due punte oltre 1 21 metri. Segno che 1 dieci chili messi su da febbraio ad oggi significano potenza accresciuta. Il tutto unitamente ad una sempre maggiore coscienza del proprll mezzi. Il Recco, insomma, riusciva a ribaltare il risultato che però nel quarto tempo era ancora in bilico e veniva determinato da due decisioni del tavolo di giuria che i napoletani contestavano aspramente, su fischi (sentiti e non) per l 35 secondi: una favorevole al Recco, l'altra contraria al Posillipo, die cosi dava l'addio alla speranza di vittoria e quindi di spareggio. Polemiche in vasca, Ugnano espulso per proteste, accenni di baruffa (sedati dai carabinieri) sugli spalti, molte recriminazioni a fine gara nei confronti dei due arbitri peraltro più vittime del tavolo di giuria che colpevoli di errori propri. Vinceva il Recco per 10-7, ma senza trionfalismi. E Pizzo, per parte sua, è già al lavoro per il futuro . C'è da programmare l'attività per il dopo-olimpladi, quando si dovrà pensare alla Coppa Campioni, un alloro che i liguri vorrebbero riconquistare. I problemi non mancano: Alberani vorrà impegnarsi anche nella Coppa? E ancora: nonostante la situazione finanziaria della società sia buona, V anno prossimo le sovvenzioni -esterne- si manterranno ai livelli di quest'anno? Infine, non si deve sbagliare la scelta dello straniero alla riapertura del mercato estero. Si era parlato di un ungherese, ma pare che non se ne faccia niente in quanto i magiari, che pure sono elementi di classe, sono considerati un po' troppo -matti-. Meglio uno jugoslavo (Bebic?), quindi, ma meglio ancora uno spagnolo. E qui ricorre il nome di Estiarte, barcellonese, gran campione, giovane, che sta finendo il servizio militare. Ma sono tutti programmi e progetti legati al reperimento di sicuri fondi per l'anno prossimo. Pizzo riuscirà ad assicurare questi soldi alla sua società? Lui ne è convinto, dice che il Recco, come la Juventus, conquisterà la seconda stella nel più breve tempo possibile. Dopo il diciottesimo scudetto, quindi, il diciannovesimo e il ventesimo. A Recco li vogliono, e presto. di GIORGIO BIDONE RECCO — Chi si aspettava festa grande è rimasto deluso: sabato sera, alla piscina di Punta Sant'Anna, sembrava quasi che lo Stefanel Recco non avesse vinto il diciottesimo scudetto tricolore di pallanuoto ma una partita come tante altre. A bordo-vasca, i tifosi gustavano focaccia al formaggio, specialità recchese, e vino bianco; ma il presidente Eraldo Pizzo, l'allenatore Imre Szikora, gli altri dirigenti e i giocatori non c'erano: si erano trasferiti in un ristorante del paese per festeggiare da soli l'ennesima vittoria. Una vittoria che non è stata facile. Il Recco era avvantaggiato dal successo ottenuto sette giorni prima a Napoli, i pronostici davano il Posillipo per spacciato. Forse per questo i campioni uscenti (e poi riconfermati) avevano un po'sottovalutato l'impegno, nonostante Szikora, in settimana, avesse cercato di dare alla squadra la massima concentrazione. Così, alla fine del primo tempo, il Recco era -sotto- di un gol. Il Posillipo, per ovviare alla maggiore esperienza e classe del liguri, aveva impostato la partita proprio sulla grinta e sulla combattività, Porzio e i due Postiglione facevano passare in secondo plano la non buona vena di Fiorillo. E Ugnano, in porta, faceva ottime parate, peraltro imitato (e superato) da Alberani sull'altro fronte. Ecco, i due numeri uno (più di 70 anni assieme) costituivano uno spettacolo nello spettacolo e proprio Alberani, tornato in vasca per le ultime gare di play off, affondava con le sue splendide parate le speranze dei napoletani di De Crescenzo. «Per un portiere — commentava Eraldo Pizzo — l'età conta relativamente, nella pallanuoto come nel calcio. Alberto è 11 nostro Zof f, la sua classe e la sua esperienza sono enormi. OH dobbiamo un grazie sincero per essere tornato a giocare». ■ \: ì