Non più tabù culturale l'opera di Julius Evola
Un convegno a Roma sul saggista Un convegno a Roma sul saggista Non più tabù culturale l'opera di Julius Evola Polemico con Marinetti, pittore, cultore di sneria, fu considerato personaggio scomodo dei simboli. Segui l'operosa stagione di L'uomo come potenza, del Quaderni di Ur (ripubblicati In tre volumi come Introduzione alla magia) e àeiVImperialismo pagano: V opera che lo mise In contrasto col fascismo. Mentre il «Duce» correva a firmare i Patti Lateranensi e Giuseppe Bottai (benché non ancora avvolto nelle spire di don Giuseppe De Luca) lo estrometteva dalla «Critica fascista», Evola pose in guardia dal processo di «democratizzazione» In corso nel fascismo. Contrarlo alla campagna demografica, Evola prese pubblicamente le distanze dal regime: «Noi non siamo né fascisti né antifascisti. L' antifascismo è un nulla, ma per dei nemici irriducibili di ogni politica plebea il fascismo è troppo poco*. Quando apparvero due tra le sue opere più famose, Rivolta contro il mondo moderno (1934) e II mito del sangue (1937), Evola divenne rapidamente più conosciuto In Germania che In Italia. Paralizzato agli arti inferiori durante un bombardamento su Vienna (fine aprile 1945), nel dopoguerra Evola rimase Inchiodato in una nicchia anche più pericolosa: la A fine agosto del 1974 una cordata sali a deporre tra 1 ghiacciai del Monte Rosa le ceneri di Julius Evola, morto settantaselenne a Roma, l'il giugno, e cremato a Spoleto 11 10 luglio, festa del Sette Fratelli Martiri. La guidava Eugenio David che tante volte aveva fatto strada a Evola verso le Meditazioni delle vette. Il rito era l'estremo omaggio del discepoli al ..Maestro», 11 cui nome ancor tanto scottava. Eppure da sessant'anni Giulio Cesare Andrea Evola era entrato di forza nella vita intellettuale d'Italia: da quando, diciassettenne, aveva rlnfacclatto a Marinetti che l'interventismo del nazionalisti contro gli Imperi centrali era di pretta marca «democratica». Da allora con fertile creatività Evola percorse 1 più disparati terreni dell'arte e del pensiero. Nel 1922 un suo quadro trovò posto alla Galleria d' Arte Moderna di Roma. Lasciate pittura e poesia e dopo le opere filosofiche (Teorìa e Fenomenologia dell'individuo assoluto). Evola si gettò a rinnovare l'idealismo (che egli giudicava svigorito da Croce e Gentile) su trincee più avanzate: il confronto con 11 mito, la tradizione, la cultura Concluso un convegno di due giorni imbolismo e masso anche dal fascismo devozione di chi ne fece una sorta di immobile reliquia di un tempo irrimediabilmente perduto, un pensatore per una pattuglia di vinti. A quel culto settario Evola olle sottrarsi con opere di Indubbia efficacia: oltre alle apprezzate traduzioni di Bachofen e Spengler, Cavalcare la tigre (1961) l'autobiografico // cammino al cinabro (1963) e Metafisica del sesso (1968). Se già nel 1972 sorse la rivista «Arthos», germe del centro studi evollani di Genova fondato da Renato del Ponte, la lezione di Evola venne presto messa a frutto nel settori più diversi: dalla filosofia all' estetica (basti l'opera di Melchionda, // volto di Dioniso), antropologia, dottrina delle religioni, maglsmo. Su tutto domina però 11 richiamo al pensiero «tradizionale», che annoda il giovane Evola di Ignis» a quello de II mistero del Graal (1937) e di L'arco e la clava (1968). Patrimonio culturale va stlssimo, dunque: da immet tere nella ricerca oggi in corso, mentre sbiadiscono tanti miti degli Anni Sessanta. Di 11 l'affollato convegno «Julius Evola dieci anni dopo», prò mosso a Roma (1-2 giugno) da un manipolo di case editrici (Volpe, Corallo. Settimo sigli lo, Ciarraptco, Cerchio), che sarebbe semplicistico defini re di destra, nuova destra o destra radicale e che molto più conviene valutare per ciò che pubblicano e pubblicheranno. E' proprio nel rifiuto di frettolose etichette che attorno a Evola, oltre ai relatori, Mario Bernardi Guardi, Gennaro Malglerl, Marcello Veneziani, si sono misurati Dino Cofrancesco e Giovanni Monastra, Antonio Landolfl, Marco Tarchl e molti altri, evitando che l'autore della Rivolta contro 1 mondo moderno divenisse «pretesto — ci dice Malglerl — per una sagra nella quale gli evoliani, gli evolomanl, gli antievolianl e coloro che di Evola magari non hanno sentito mai pronunciare il nome ripetessero lo stanco e annoso formulario di difese e di invettive». Una constatazione si Impone: negli scaffali della romana Libreria Europa che pubblica gli atti del convegno si allinea una letteratura ardimentosa, ma spesso filologicamente Inappuntabile, cresciuta sul passo di studiosi quali il medievalista Franco Cardini. Nell'insieme essa non si chiude In un sistema, in un catechismo: vuol essere una proposta, non una sterile provocazione.. a. a. ni. Presenti all'ina
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