Chick Corea: «Mozart, mio primo amore» di Ugo Bertone

Chicle Corea: «Mozart, mio prime amore» Chicle Corea: «Mozart, mio prime amore» MILANO — «Mozart? Fin da bambino ho provato le emozioni più forti al contatto con i grandi classici. Poi, i anche per l'influsso della mia famiglia di musicisti jazz, ho preso altre strade. ' *■ rimasto però questo primo amo. e». Così Chick Corea, pochi minuti prima dell'applaudltlsslma esibizione di fronte a 2000 persone, 1' altra sera a Milano, ha voluto spiegare il senso della sua recente incursione (il doppio concerto di Mozart registrato con la Concert Oebouw) nella tradizione colta europea, ennesima tappa di un percorso artistico che, nell'arco della sua carriera, ha toccato le atmosfere jazz, le suggestioni del rock Jazz, il funky ,più tecnologico. Di qui un'accusa di eclettismo che ha trovato facile conferma l'altra sera in un concerto ove Chick Corea ha dato fondo alle sue formidabili virtù tecniche trascinando 11 pubblico in un percorso impegnativo ma tutto sommato facile ed orecchiabile, grazie ad un ampio ricorso ai toni melodici più semplici e rassicuranti. D'altronde lo stesso Corea teorizza l'eclettismo come via maestra della sua ricerca. -Voglio continuare a sperimentare tutti i terreni possibili. Per questo credo che tra non molto tornerò ad interpretare temi classici ma non abbandonerò né il jazz né altre vie. La musica di oggi sfugge alle facili etichette mentre i grandi filoni sono destinati a contaminarsi sempre di più». Viene smentito cosi chi prevedeva un rientro del pianista nelle frontiere della tradizione jazz. -Il jazz — risponde Corea — è più vivo che mai a livello di background. Ci sono tanti bravi musicisti, ancìie italiani. Questo retroterra favorisce un'alta professionalità in tutte le espressioni della musica, anche di consumo, che sta toccando «ertici altissimi». «Per esempio?» «Lione! Ritchey, soprattutto, rappresenta il massimo in termini di show-business. Poi Michael Jackson che è un grande professionista». Insomma, la miscela tecnica, spettacolo e suggestione culturale rende (e lo provano gli applausi dopo le due ore di esibizione di Milano); su questa via Chick Corea promette di proseguire in attesa di nuove esibizioni italiane, un palcoscenico che 11 grande virtuoso del jazz non diserta in pratica dal 1074. Si tratta semmai di capire in quale veste questo prestigioso jolly della musica contemporanea vorrà presentarsi dopo una carriera condotta all'ombra di mule bandiere da prezioso mercenario della sperimentazione: dai grandi nomi del jazz intemazionale, Blue Mitchell, Herble Mann e Stan Oetz all'avanguardia di Braxton-Holand-Alschul e alla collaborazione dei Weather Reaport, Wayne Shorter. «Ho in programma molte cose — replica Corea — con alcuni musicisti della scuola di Boston. Ma non escludo una nuova incursione nel mondo della musica classica-. Ugo Bertone

Luoghi citati: Boston, Corea, Milano